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Attualità | Ritorno al passato A Caltanissetta la messa in latino. Fiat voluntas tua

messa in latino
Caltanissetta

Caltanissetta - Fa discutere la celebrazione della Messa in latino che, a distanza di 41 anni dal Concilio Vaticano II, è stata officiata ieri a Caltanissetta: a sollecitarne la celebrazione un gruppo di fedeli costituitosi a questo fine e composto da Gigino Macro, Cristoforo Sicilia, Rosario Picardo, Silvio Giannone, Enzo Falzone, Alberto Maira e Luca Bonvissuto del capoluogo nisseno, Antonino Torregrossa di San Cataldo e Franco Montagna di Vallelunga, i quali hanno chiesto dapprima l'autorizzazione a Roma in attuazione del "motu proprio" di Benedetto XVI "Summorum pontificum" del 2007 e poi l'hanno ottenuta dal vescovo della diocesi nissena mons. Mario Russotto; questi ha così disposto che la messa secondo il "Vetus Ordo" (vecchio ordine, cioè in latino) in via sperimentale venga celebrata l'ultima domenica di ogni mese nella chiesa Sant'Anna dell'Istituto Testasecca, dove ieri è stata officiata da don Salvatore Modica con la collaborazione dell'assistente Lirio Torregrossa (uno studente in architettura di San Cataldo) e di don Angelo Gallo.
La messa in latino (anche se era stata preannunziata ai frequentatori della chiesa di viale della Regione) ha colto di sorpresa la maggior parte delle persone che hanno preso parte alla funzione, tanto che lo stesso don Salvatore Modica (che per la prima volta ha detto messa in latino nel lontano 1949, quando è stato ordinato sacerdote) con la sua consueta dolcezza, prima di cominciare la funzione religiosa ha fornito ai numerosi fedeli presenti le motivazioni di quella che comunque costituiva "una novità", spiegando che «in fondo non si trattava di una cerimonia "specialissima", poichè scopo della messa - anche se celebrata in latino - rimane sempre quello di accompagnare i fedeli nel corso di un cammino che porta all'incontro con Gesù».
E così anche ieri, in occasione dell'unica messa mattutina fissata come sempre alle ore 9 - si è ritornati alla risacralizzazione del rito ordinario attraverso il recupero di molti elementi tradizionali.
Molte le persone (c'erano pure tre giovani africani cattolici ospiti del Testasecca) visibilmente e chiaramente frastornate, la maggior parte delle quali o non hanno mai avuto conoscenza del latino o avevano quasi del tutto dimenticato le nozioni apprese tanti anni fa a scuola: inevitabile quindi l'imbarazzo con cui hanno seguito il rito sacro. Contenti invece i promotori dell'iniziativa, che hanno seguito la messa con grande devozione sino a quando don Salvatore Modica non ha concluso con il suo "Ite missa est".
E' stato a quel punto che anche don Angelo Gallo - cogliendo il disagio dei fedeli - è salito sul pulpito e ha voluto dire la sua: «E' un esperimento quello che stiamo facendo, al fine di poter fare una esperienza con il rito tradizionale. Abbiamo notato che con la messa in latino c'è maggiore misticismo, maggiore concentrazione da parte di chi la segue, anche se forse sono in molti che non capendo la lingua antica partecipano alla funzione religiosa con minore partecipazione. E' chiaro che ci sono alcuni che realizzano il loro rapporto con Dio con un colloquio diretto, faccia a faccia; altri che invece preferiscono incontrare il Signore in silenzio. Ora dobbiamo valutare meglio se è più opportuno ritornare a quello che viene definito "novus ordo" (in italiano) oppure lasciarla in latino, che è la lingua universale della Chiesa e quindi in grado di accomunare quanti, in tutte le parti del mondo, si accostano ad un rito cattolico o abbiano una sensibilità comune».
«Molto meglio - ha poi commentato un fedele, Antonio Grillo - fare due messe in orari diversi, in maniera da accontentare coloro i quali vogliono la funzione religiosa celebrata in latino ed anche quelli che la vogliono in italiano. Noi così non abbiamo capito niente». «Temo che in questo modo - ha aggiunto Giovanna Barone - i giovani non verranno più in chiesa a seguire la messa: perchè non farla in italiano e consentire a tutti una maggiore partecipazione alle varie fasi del rito religioso?».

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