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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca


Il ''CostaIblea Film Festival'', nato all'inizio degli anni Novanta, si è svolto per tre edizioni a
Scicli, nel '99 è stato organizzato a Comiso, per approdare quest'anno
a Ragusa.
Il festival ha continuato per un decennio un discorso sulla costa ''iblea'', cioè la vasta area che va da Ragusa a Modica, da
Scicli a Comiso, sino a tutto il val di Noto. Una zona diventata topica
per il nostro immaginario cinetelevisivo, dal film d'autore (ad esempio
i film di Amelio, Faenza, Tornatore, Greco) alla fiction televisiva (la
fortunata serie del Commissario Montalbano, o vari film sul genere
"mafia" (Una sola debole voce di Sironi, ecc.).
Due le tematiche principali del festival nei primi anni: da un lato quella relativa al
cinema prodotto e/o girato in questo territorio degli "iblei";
dall'altro un confronto tra il cinema e le altre arti, le altre
manifestazioni della cultura. Da qui la sezione che si è chiamata
''Girato in Costaiblea'', con una retrospettiva dedicata, il primo anno
del festival (svoltosi al cinema Italia di Scicli, una sala storica che
è stata poi chiusa ed ha avuto tormentate vicende, sino ad essere
recentemente ricomprata dal Comune di Scicli), a film come ''L'avventura'', ''Gente di rispetto'', ''Sedotta e abbandonata'', ''Il ladro di bambini'', ''Porte aperte'', ''I ragazzi di via Panisperna'', ''La donna della luna'', ''Kaos'', ecc. ecc. girati tutti in loco.

Accanto alle retrospettive d'autore, una serie di filmati in pellicola e in
video prodotti nella zona di Comiso, Ragusa, Modica una serie di film o
di spot pubblcitari girati nella cosiddetta ''costaiblea''. Da qui,
anche, uno storico incontro con Gesualdo Bufalino,
morto pochi anni dopo, sul tema del rapporto tra la sua narrativa e il
cinema (un tema su cui successivamente si sono organizzati convegni e
assegnate tesi di laurea). Un discorso sul cinema a Comiso, infatti,
non può prescindere dal rapporto tra il cinema e Bufalino, grande
maestro di vita, grande cinefilo e studioso del fenomeno
cinematografico in tutti i suoi aspetti.
La biblioteca e la Fondazione a lui dedicati sono stati tra i motori della manifestazione,
e il gruppo raccolto attorno alla Fondazione, accanto al "clan"
cinefilo del Cinestudio Groucho Marx, è divenuto il centro
organizzativo e lo staff del festival. La rassegna ha continuato anche
un discorso radicatosi in questi anni, mirato a valorizzare il rapporto
che il territorio ibleo ha con un gruppo di pittori molto noti che
operano nella zona (la cosiddetta "scuola di Scicli"): al rapporto tra
cinema e pittura il Costaiblea Film festival ha interamente dedicato il
suo sguardo nella terza edizione, svoltasi ancora a Scicli, nello
splendido Palazzo Spadaro. Tra i film, quelli dedicati a Michelangelo e
Van Gogh, a Picasso e a Caravaggio, tra gli interventi quelli del
docente universitario Antonio Costa, ma anche quelli degli artisti,
come un emozionante intervento (anche in video) di Franco Sarnari.

Un'attenzione particolare il Festival la ha riservata al ''nuovo cinema italiano'', e in particolare quello siciliano. Nella seconda edizione, ad esempio,
si sono raccolti a Scicli tutti gli esponenti dell'allora nascente ''scuola siciliana'',
che hanno mostrato i loro film, in assenza di una sala cinematografica,
in una chiesa sconsacrata, hanno tenuto ognuno uno stage per i giovani
aspiranti cineasti locali, e hanno prodotto ognuno un corto ispirato
alla città e ai suoi luoghi, usando come attori la gente del posto. Tra
quei cineasti siciliano c'erano autori come Pasquale Scimeca, Francesco Calogero, Salvatore Maira, Giovanna Sonnino, Fancesco Crescimone, registi tutti che sono diventati noti in questi anni e hanno dimostrato la forza di un cinema prodotto o nato in Sicilia.
Una volta trasferitosi a Comiso (ma senza "rompere" con Scicli), città più
grande e soprattutto dotata di una storica sala cinematografica, il
Vona, il Costaiblea Film festival ha mantenuto le sue caratteristiche,
moltiplicando però le sezioni, aumentando il numero degli ospiti,
dedicando la sua attenzione a molteplici fili rossi: quello siciliano,
quello del "giovane" cinema, quello del rapporto con la letteratura e
la pittura, quello, inedito, della comicità con una sezione chiamata,
con un gioco di parole, "Comiso Comico".

E' nato il premio "Carrubo d'oro", sono nati premi per la migliore scenografia e per il rapporto con le
altre arti (rispettivamente l'Istituzione Fiume e la Fondazione
Bufalino). Accanto a queste linee, la storia stessa di Comiso, ex base
missilistica diventata luogo di raccolta di profughi, ne ha portata
inevitabilmente un'altra: un discorso sulla pace e uno sul
Mediterraneo. Da qui un emozionante incontro, nel 2000, tra un regista
palestinese e un regista israeliano; da qui la presenza di un regista
tunisino nel 2001, da qui un costante sguardo su film di forte impegno
sociale.

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