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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Nel salone di palazzo Spadaro

Scicli, mostra sul Risorgimento
documenti e cimeli garibaldini

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Scritto da Felicia Rinzo   
 

altScicli – Ci sono i cenni biografici su Stanislao Carrabba e Giuseppe Battaglia che guidarono le squadre partite da Scicli per infoltire l'esercito garibaldino.

C'è pure il “Bollettino Officiale Palermo 17 maggio 1860 in cui si dà notizia della vittoria di Garibaldi, tra Alcamo e Calatifimi, sulle truppe borboniche, di uno sbarco di “prodi” a Santo Stefano di Camastra, dell'occupazione di Termini e della resa dell'ispettore di Polizia, Francesco Scaro.

Ed ancora c'è tutta una serie di carteggi fra i diversi Comitati che danno notizie dell'insorgere di varie città della Sicilia, della dichiarazione di annessione di Palazzolo, Comiso, delle province di Girgenti e Caltanissetta, della partenza delle varie squadre per Catania e dell'istituzione di comitati filiali di soccorso per la guerra di Catania.

 Tanto e tanto materiale da “sbirciare” alla mostra sui documenti trovati nell'archivio storico del Comune di Scicli dalla professoressa Cosetta Portelli che l'Amministrazione del sindaco Giovanni Venticinque ha voluto esporre a palazzo Spadaro, in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, che si presenta come una chicca culturale utile a fare conoscere la vita della città di Scicli nel periodo risorgimentale, contenuta nel periodo fra il 1860 ed il 1868. Uno scrigno di notizie, di curiosità, di conoscenze che i cittadini sciclitani non sapevano di possedere. Ed, invece, il materiale d'archivio (rigorosamente in originale ed accompagnato dalle trascrizioni che permettono una migliore lettura ed interpretazione) è esposto assieme a tanti cimeli d'allora. Nei saloni di palazzo Spadaro in mostra anche foto che ritraggono i soldati garibaldini sciclitani ed alcuni oggetti che gli sono appartenuti (esposta la spada di Stanislao Carrabba). Ma soprattutto tanti documenti che riconducono al fermento risorgimentale: dal decreto con cui Garibaldi assunse il potere dittatoriale in Sicilia a nome di Vittorio Emanuele Re d'Italia (Salemi, 14 maggio 1860) alle notizie da Palazzolo dei misfatti compiuti dalle colonne borboniche durante la loro ritirata verso Siracusa (31 maggio 1860), dalle ordinanze con cui si chiede ad ogni paese della Sicilia di contribuire ai bisogni dell'esercito con cavalli, muli, tela per “camicie” e con le campane delle chiese (per farne cannoni dopo la fusione), alle disposizioni per il voto di annessione sulle amministrazioni dei Comuni e sull'ordine pubblico, all'istituzione dei comitati elettorali a Scicli (14 ottobre 1860). Ed ancora ci sono documenti riguardanti le elezioni dei consiglieri provinciali (15 gennaio 1861) e dei consiglieri comunali (17 gennaio 1861), i verbali di giunta tra cui quello riguardante l'arresto di Antonino Mormino (1862) che era stato il Presidente del Consiglio civico nel 1860.

Fra le carte in mostra, in quelle teche che contengono parte della storia risorgimentale italiana, anche circolari e leggi sulla situazione delle scuole primarie e magistrali, gli indirizzi contro il potere temporale del Papa fatti dal Clero di diverse città siciliane, il riconoscimento del Regno d'Italia da parte della Russia e della Francia, le norme sul brigantaggio, i bollettini di guerra del 1866, i brevetti di medaglie commemorative per la campagna di guerra del 1866 contro gli Austriaci per l'indipendenza d'Italia ed il documento riguardante l'amnistia del 1866. Uno spaccato di storia da leggere, che capta la curiosità dell'addetto ai lavori, dello storico, dello studioso, ma soprattutto quella del cittadino comune, spinto dal bisogno di conoscere il ruolo di questa città, dei suoi cittadini e della terra di Sicilia nelle battaglie risorgimentali che sono riuscite a formare l'Italia Unita lasciandosi dietro il triste periodo della divisione della penisola in otto Stati.

 

Nella foto un soldato garibaldino Santo Vanasia, antenato del giornalista scliclitano scomparso qualche anno fa Santo Vanasia)

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