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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

La Sicilia della memoria. Cento anni di cinema documentario nell’isola

Autore: Sebastiano Gesù
Giuseppe Maimone Editore

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Finora la letteratura critica su cinema e Sicilia ci ha svelato solo una faccia di questo affascinante e composito binomio: quella mostrata dal film a soggetto, erede di Méliès, la maggior parte delle volte
espressione di una cinematografia di genere, tenendo in penombra
l’altra faccia, quella raccontata dal film documentario, discendente
per filiazione diretta da Lumière, specchio della realtà, anch’essa,
purtroppo, assai spesso riflessa con immagini ingannevoli. Se il cinema
di fiction ha rappresentato la Sicilia dell’immaginario, del mito,
dell’éros e dell’épos, il cinema documentario ha costruito la Sicilia
della memoria, dell’antropologia, della poesia. Sovente, però, la
rappresentazione dell’Isola attraverso lo schermo, per quei complessi
meccanismi insiti nell’industria cinematografica, non è stata nitida e
sincera, rivelando gli intenti, non sempre nobili, degli autori.
Raramente l’obiettivo della macchina da presa è riuscito a racchiudere
la poliedrica immagine delle “cento Sicilie”, cosicché personaggi,
storia, tradizioni, paesaggio, letteratura e cronaca sono rimasti, il
più delle volte, imbrigliati in una visione disforica o banalmente
superficiale, che lascia inviolato lo spazio oltre la raffigurazione
esteriore. Ciò vale anche per il cinema documentaristico, che troppo
facilmente ha insistito su motivi abusati: sul pittorico e sul
pittoresco, sul bozzettismo e sul “colore locale”, celando la realtà
più profonda agli occhi dello spettatore, senza penetrare il velo della
tradizione e della convenzione. Non mancano, certo, al cinema
documentaristico siciliano splendidi fotogrammi e brani da antologia,
dove affiorano con forza penetrante sentimento e poetica, verità e
realtà, denuncia e lotta, così da potere assolvere il suo compito di
documento, di testimonianza pregnante di una delle regioni d’Italia più
ricche di arte, di storia, di cultura, ma anche di conflitti e
contraddizioni sociali. Con quest’opera, frutto di una certosina
ricerca durata lunghi anni, si intende dare un primo, ma approfondito,
contributo alla ricostruzione della storia del cinema documentaristico
nell’Isola nel corso di questo secolo. L’autore, partendo dalle “vedute
dal vero” e dagli avvenimenti più salienti che hanno interessato il
cinema muto delle origini, come: il terremoto di Messina, le frequenti
eruzioni dell’Etna e le varie edizioni della Targa Florio, ripercorre i
primi anni del sonoro attraverso i cinegiornali Luce e le successive
Settimana Incom. E il periodo prebellico e postbellico con i
cortometraggi veri e propri che, sull’onda della scuola
documentaristica inglese, tentano di avviare la stagione neorealistica
italiana, per poi allontanarsene quasi immediatamente, lasciando spazio
all’orda del documentario turistico-folclorico dei primi anni
Cinquanta, sollecitato da astuti meccanismi legislativi. L’itinerario
prosegue lungo i decenni successivi fino ai nostri giorni, incontrando
importanti autori, siciliani e non, come: De Seta, Saitta, Alliata,
Mingozzi, Ferrara, Vancini, La Rosa, Antonioni e molti altri, alcuni
altrettanto famosi, altri meno conosciuti, dandone resoconto in una
puntigliosa ricostruzione filmografia, a oggi, la più completa
possibile. Ne viene fuori un affascinante ritratto a tutto tondo di un
mondo sconosciuto, ma di grande interesse per la cultura e la memoria
collettiva della Sicilia, la regione più cinematografata della nostra
nazione.

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