IngegniCulturaModica

Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Paolo Militello

La contea di Modica tra storia e cartografia.


Rappresentazione e pratiche di uno spazio feudale (XVI-XIX secolo)

Palermo, L'Epos Editore, 2001


Prefazione

La contea di Modica torna all'attenzione degli storici con un disegno originale e vigoroso: da sempre, e non solo per l'estensione e la durata delle sue istituzioni feudali, la contea gode di un interesse che ha persino fatto ostacolo alla lettura complessiva
delle vicende e della simbolica - ricchissime entrambi - della Sicilia moderna
di medio periodo. Il disegno di questo saggio consente di coglierne la specificità
e l'importanza nei secoli moderni della Sicilia: la contea è il cuore
di quella Sicilia di sud-est, che negli ultimi anni - fossero Noto o Terranova
chiamati a dilatarne i confini - ha rivelato il ruolo strategico di lungo periodo
che la sua geopolitica le affida.

E sono sopratutto la lunghezza delle coste, la natura 'aperta' degli approdi, la remota 'mediterraneità' che hanno imposto il carattere al territorio protetto della Contea, a ridosso dei confini di fiume o di monte - entro cui è cresciuta una specie particolare
di pianta-uomo: se dal Cinquecento all'Ottocento le speronare della Contea hanno
trasferito in porti di scambio del Mediterraneo occidentale e orientale, da
Malta alla Siria, eretici di tutte le religioni, cospiratori politici, sospetti
a governi e perdenti di faide municipali. A molti di loro fu peraltro concesso
rifare il cammino dell'esilio, e sbarcare sulle stesse spiagge che li avevan
visto partire: e le vie del traffico e del contrabbando sono state anche le
vie della libertà.


Terra di confine quindi, che i francescani e in genere gli ordini portatori dello spirito di crociata, vollero sgombra di ebrei e di 'turchi', ma che il contrabbando - fosse di grano o di sale, di uomini o di idee - addestrava ad
esser ponte più che frontiera. Quando della Sicilia-continente avremo
per ognuna delle sue storiche parti una compiuta ricostruzione, come quella
di cui ormai disponiamo per la Sicilia di sud-est e la Contea di Modica, potremo
allora definire volta a volta il ruolo della costa e degli abitanti dei vari
territori - se il mare vi si è eretto a barriera, ovvero se la costruzione
di reti che ne prolungano l'ordito terrestre ha consolidato la partecipazione
alla koiné culturale, e lo scambio remoto delle lingue franche che è
la storica mediterraneità dell'isola.

Non solo la Sicilia africana, ma anche la cuspide occidentale del Trapanese hanno gestito nel tempo un peculiare rapporto con sé e con l'altro - non facile certo a segnar di carattere, eppure certamente diverso dal profilo che Militello qui ci consegna. Ridisegnare
il territorio e la varia umanità della Sicilia, facendo con pietà
e dottrina emergere nel palinsesto della rete e la griglia e i nodi, a tratti
o sbiaditi o cancellati, è il compito che noi vecchi storici affidiamo
ai 'nuovi' - cui la familiarità con altri metodi e con civiltà
affini, spesso meglio esplorate, consente approcci e traguardi che a noi fu
lasciato solo di intravvedere.

Solo per questa via il percorso che avviammo decenni fa per promuovere la storia della Sicilia a capitolo della difficile, contrastata modernizzazione dell'Europa può sentir più vicino il traguardo: e quella promozione allargando il confronto, la sfida che
ha abbandonato da tempo l'arengo ideologico può positivamente trasferirsi
sul terreno proprio della ricerca storiografica, giovando alla Sicilia e alla
verità.

prof. Giuseppe Giarrizzo

Visualizzazioni: 3

© 2024   Creato da mario giovanni incatasciato.   Tecnologia

Badge  |  Segnala un problema  |  Termini del servizio