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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Il Cinema in Sicilia

il gattopardoLa Sicilia, con le sue tradizioni, la sua storia millenaria, i suoi paesaggi sconfinati in cui già si trovano le prime
contraddizioni isolane costituite dall'alternanza tra speroni
rocciosi e distese pianeggianti, i suoi abitanti che tendono
più che mai ad esser in simbiosi con la propria terra, è tutto
un mondo da scoprire.

Un buon metodo di lettura e di conoscenza dell'isola è senza ombra di dubbio il cinema. In effetti, la Sicilia è una fonte
inesauribile di storie nuove ed atmosfere sempre suggestive
e coinvolgenti che interessano non solo il cinema, ma anche
la letteratura, due forme espressive che spesso si uniscono,
pur mantenendo sempre la propria identità, nel tentativo di
offrire delle piacevoli rappresentazioni dell'isola stessa.

Parlare di cinematografia in relazione alla Sicilia vuol dire ricordare una serie di film spesso ineguagliabili, dei capolavori
realizzati grazie alla partecipazione di grandi interpreti
italiani e stranieri e che hanno trattato varie tematiche,
da quelle comiche a quelle d'amore, da quelle storiche a quelle
mafiose.

La cinematografia italiana e straniera si è molto interessata alla Sicilia ed i nomi ricorrenti e celebri che hanno rappresentato
l'isola sono Visconti, Germi, Rosi, Taviani, ai quali si aggiungono
quelli di artisti più "giovani" del calibro dei "Premi Oscar"
Tornatore e Benigni e di Gianni Amelio.

Affrontare il binomio Sicilia-Cinema vuol dire anche adottare criteri di scelta nel ricordare i numerosissimi film ed interpreti
che hanno contribuito a rendere molto ricco tale settore.

Le bellezze paesaggistiche siciliane hanno ospitato vari set cinematografici, a partire dalla cittadina di Aci Trezza -
Ct - che nel 1948 ospitò Luchino Visconti ed il suo gruppo
di lavoro per la realizzazione de "La terra trema". La città
dei faraglioni collaborò non solo come teatro della rappresentazione
con chiari contorni urbani e con le sue bellezze, ma anche
con alcuni dei suoi abitanti, circa una trentina, che furono
coinvolti nel film come attori, i cui nomi non furono però
citati nei titoli di coda ma che comunque restarono nella
memoria cittadina e che sognarono spesso un rifacimento del
film.

salvatore giulianoAnche il film di Francesco Rosi "Salvatore Giuliano", realizzato nel 1962 con gli attori Salvo Randone, Frank Wolff e Pietro
Cammarata, è completamente girato in Sicilia e precisamente
nei luoghi legati al famoso bandito (Montelepre - Pa -, dove
il bandito nacque, e l'ambiente circostante costituito in
prevalenza da montagne, a partire da Montedoro dove spesso
il bandito si rifugiava, e Castelvetrano - Tp - dove egli
visse l'ultimo periodo della sua vita e dove fu trovato morto).
La scelta dei luoghi fu determinata, come ammise lo stesso
regista, per ottenere un maggiore coinvolgimento emotivo alla
vicenda che si stava narrando.

Lo stesso tema è stato successivamente ripreso dal regista Michael Cimino nel 1987 per la realizzazione de "Il Siciliano".
In questo caso la storia del famoso bandito siciliano, qui
interpretato da Cristopher Lambert, ebbe una diversa ambientazione
cinematografica, cioè Sutera - Cl -. La città fu scelta perché
molto somigliante, per struttura, a quella originaria del
bandito e per mantenere un certo alone di riservatezza attorno
alla produzione.

Il regista genovese Pietro Germi (1914-1974) ha scelto di ambientare alcuni dei suoi film a Sciacca - Ag - e precisamente
per realizzare "In nome della legge" nel 1949 e "Sedotta ed
abbandonata" nel 1964. I vari luoghi della cittadina sono
stati ripresi nei due film per intrecciarsi meravigliosamente
con le vicende narrate tanto da confondersi con esse. Pensare
di rivedere oggi gli stessi luoghi è un'impresa ardua perché
il tempo e soprattutto l'azione dell'uomo li ha notevolmente
modificati.

nuovo cinema paradisoDa citare, ancora, "Nuovo Cinema Paradiso" realizzato nel 1988 da Giuseppe Tornatore, film premiato con l'Oscar. Il film
va ricordato come una testimonianza d'affetto nei confronti
del cinema. In questo film si hanno numerosi riferimenti a
film celebri, a partire da "La terra Trema", i cui titoli
di coda scorrono nel cinema colpendo gli analfabeti e curiosi
clienti, e "Catene". Il film va ricordato come uno squarcio
della storia del costume, cioè di come il cinema ha saputo
coinvolgere e far sognare chi vi si accostava e come un buon
strumento di aggregazione. Alcune scene del film furono girate
a Cefalù - Pa -, ed esattamente quelle riguardanti il porticciolo
e le distese di case abbandonate, riprese che riguardano alcune
fasi della crescita del protagonista del film.

avventuraIl film "L'avventura", realizzato da Michelangelo Antonioni nel 1960, fu girato nelle Isole Eolie, ed esattamente a Lisca
Bianca. Inizialmente l'isola è il teatro per l'incontro dei
protagonisti del film che la scelgono per raggiungere i loro
amici, ma ben presto essa si tramuta nel luogo della perdita.
In effetti, durante una sosta, "Anna" (Lea Massari) scompare
e "Sandro" (Gabriele Ferzertti) e "Claudia" (Monica Vitti)
iniziano a cercarla. Nel frattempo tra i due nasce un sentimento,
che però si rivelerà effimero quando, raggiunta Taormina,
Claudia scoprirà Sandro tra le braccia di una prostituta.

Molti film sono stati girati nella provincia di Ragusa. Un primo esempio è sicuramente "Marianna Ucria", film tratto
dall'omonimo romanzo scritto da Dacia Maraini e girato da
Roberto Faenza nel 1996 in buona parte a Villa Fegotto, nelle
vicinanze di Chiaramonte Gulfi.

il ladro di bambiniSempre nel 1996, lo stesso scenario fu scelto dal regista Nicola Simone per realizzare il suo film "Colpo di Luna" interpretato
da Nino Manfredi. Il regista Gianni Amelio realizzò nel 1993
il film "Ladro di bambini" per la Erre Produzioni e Alia Film
con gli interpreti Enrico Lo Verso, Valentina Scalisi e Giuseppe
Ieracitano. Le scene sulla spiaggia e col mare furono girate
sempre nella provincia di Ragusa.

Da ricordare, infine, il film "La stanza dello scirocco" tratto dal romanzo di Domenico Campana, realizzato dal regista Maurizio
Sciarra ed interpretato da Giancarlo Giannini e dalla catanese
Tiziana Lodato. Gli "interni" del film furono girati nel Castello
di Donnafugata ed altre scene sono state girate a Monterosso
Almo.

Un successivo aspetto della cinematografia isolana riguarda gli attori nati in Sicilia e che hanno contribuito ad accrescerne
la popolarità. Un primo esempio è l'attore comico d'origine
catanese Angelo Musco (1872-1937). L'attore lavorò molto come
canzonettiere e come "buffo" in numerose operette. Lavorò
molto anche per il teatro a tal punto da ricevere, da Pirandello
stesso, la possibilità di lavorare rappresentando "Liolà",
"La Giara" ed "Il berretto a sonagli".

Tra i suoi film occorre ricordare opere del calibro di "L'eredità dello zio buonanima" di Amleto Palermi - realizzato nel 1934
dalla Capitani Film -, "L'aria del continente" - film ispirato
dal lavoro di Nino Martoglio, realizzato per la regia di Gennaro
Righelli nel 1935 dalla Capitani Film -, "Fiat Volutas Dei"
- realizzato sempre nel 1935 per la regia di Amleto Palermi
e con la produzione di Artisti Associati - e "Pensaci Giacomino"
- dal famoso lavoro letterario di Pirandello, il film fu realizzato
nel 1936 per la regia di Gennaro Righelli e per la Capitani
Film -.

Un altro grande attore siciliano è Giovanni Grasso (1873-1930), discendente da una famiglia di marionettisti e ricordato soprattutto
per la sua recitazione estremamente dura e verista. Tra i
film da lui interpretati occorre decisamente ricordare "Sperduti
nel buio", un film muto del 1914 realizzato da Nino Martoglio
e tratto dal dramma di Bracco. Il film tratta di due derelitti,
il cieco Nunzio (interpretato da Grasso) e Paolina (interpretata
da Virginia Balistrieri), diseredata dal padre naturale, il
duca di Valenza, e sfruttata dalla malavita. "Nunzio" riesce
a liberare la ragazza dalla sua schiavitù ed i due conducono
insieme una vita misera mendicando.

Turi Ferro (1921) è un altro attore siciliano molto famoso. Il suo impegno lavorativo maggiore è rappresentato dal teatro,
ma ha lavorato spessissimo anche per il cinema. Si possono
citare, infatti, film come "Un uomo da bruciare" (realizzato
dai fratelli Taviani e da Valentino Orsini nel 1965), "Malizia"
(film del 1973 realizzato dal regista Salvatore Samperi),
"Il lumacone" (film del 1975 realizzato da Paolo Cavara e
con gli attori Agostina Belli e Ninetto Davoli), "Il Turno"
(realizzato da Tonino Cervi nel 1981 e con gli attori Laura
Antonelli, Vittorio Gassman e Paolo Villaggio) e "Novella
Siciliana" (opera realizzata da Wolf Gaudlitz nel 1988 per
la Salafilm & Duofilm Munchen e con gli attori Hilmar Thate
e Massimo Bonetti).

Indimenticabile è la coppia di attori comici palermitani Franco Franchi (all'anagrafe Francesco Benenato) e Ciccio Ingrassia
che realizzarono insieme più di cento film. Tra essi si può
citare "L'Onorata Società" di Riccardo Pazzaglia girato nel
1962 insieme ad attori del calibro di Vittorio De Sica, Domenico
Modugno e Rosanna Schiaffino.

Indimenticabili sono anche le trasposizioni di alcuni testi letterari in opere cinematografiche. Molto spesso sono gli
stessi scrittori siciliani che si accostano in prima persona
al cinema, come nel caso di Verga che nel 1909 cedette "Cavalleria
Rusticana" alla Association Cinèmatographique des Auteurs
Dramatiques di Parigi.

Verga collaborò spesso nella sceneggiatura di alcuni film, a partire da "Caccia alla volpe" e "Storie e leggende del
castello di Trezza". Tra le trasposizioni cinematografiche
delle sue opere si possono citare, ad esempio, quelle riguardanti
"Storia di una capinera" realizzata nel 1917 per la regia
di Giuseppe Sterni per la Silentium Film e quella del 1945
realizzata per la regia di Gennaro Righelli con gli attori
Marina Berti, Claudio Gora e Tina Lattanzi per la Titanius.

Indimenticabili sono, inoltre, le trasposizioni cinematografiche de "La cavalleria Rusticana". L'opera verghiana è ricordata
soprattutto per la sua drammaticità. Santuzza, compromessa
per la sua relazione con Turiddu Macca, scopre d'esser stata
tradita dal compagno che ha avuto un incontro amoroso con
Lola, la moglie di Alfio di Licodiano. Lo stesso Turiddu,
in realtà, era stato a sua volta tradito perché era innamorato
di Lola, ma, quando ritorna dal servizio militare, scopre
che la donna si era già sposata. Mentre tutta la cittadinanza
sta seguendo la messa della mattina di Pasqua, Santuzza rivela
tutto ad Alfio ed i due uomini si scontrano in un duello che
decreterà la morte di Turiddu. L'opera letteraria divenne
un film per ben due volte nel 1916, la prima per la regia
di Ubaldo Maria del Colle per la Flegrea Film e la seconda
per la regia di Ugo Falena per la Tespi Film. Ci furono altre
rappresentazioni di tale opera, a partire da quella realizzata
nel 1924 per la regia di Mario Gargiuolo per la Film d'Arte
Italiana/Lombardo Film e quella del 1939 per la regia di Amleto
Palermi, per la Scalera Film e con gli attori Isa Pola, Carlo
Ninchi, Doris Duranti e Leonardo Cortese.

la terra tremaImpossibile da dimenticare è l'incontro tra Verga ed il regista Luchino Visconti. Ciò si ha brillantemente nel film "La terra trema"
realizzato nel 1948. Il film è tratto dal celebre romanzo
verghiano "I Malavoglia" e parla della storia di 'Ntoni Valastro
e della sua famiglia di pescatori. Il ragazzo è amareggiato
dal fatto che il guadagno del suo duro lavoro finisca nelle
mani dei grossisti, fatto che non gli permette di coronare
i suoi sogni di matrimonio con Nedda e di sistemare il resto
della sua famiglia. I suoi sogni crollano del tutto quando
la rivolta dei pescatori fallisce, la salatura del pesce non
gli consente di ottenere i giusti guadagni e la barca di famiglia
cade vittima di una tempesta. Ciò decreta la dispersione della
famiglia e la sottomissione di 'Ntoni che va a mendicare un
lavoro ai grossisti. L'opera del regista milanese è degnamente
ricordata come un capolavoro dagli alti echi epici e lirici,
un esempio della forza della realtà popolare.

L'agrigentino Luigi Pirandello si interessò al cinema in maniera sempre crescente. L'autore collaborò attivamente dando spunti
originali per la realizzazione di vari film come "Acciaio"
del 1933 realizzato da Walter Ruttmann, con articoli e conferenze
aventi come soggetto sempre il cinema e con la messa in scena
di sue numerose opere e novelle.

kaosDa citare, in quest'ultimo caso, sono le trasposizioni cinematografiche
di "Liolà" - celebre commedia che narra delle alterne vicende
amorose dell'anziano Zio Simone Palumbo e del gaio Liolà rappresentato
nel 1964 per la regia di Alessandro Blasetti con gli attori
del calibro di Ugo Tognazzi, Pierre Brasseur e Giovanna Ralli
- e "Kaos" - realizzato nel 1984 per la regia di Paolo e Vittorio
Taviani con gli attori Margarita Lozano, Claudio Bigagli e
Massimo Bonetti -. Non si possono trascurare, inoltre, film
come "L'uomo, la bestia e la virtù" tratto dalla commedia
omonima di Pirandello e realizzato per la regia di Steno,
film che riunisce attori del calibro di Totò, Orson Welles,
Viviane Romance, Franca Faldini, Mario Castellani, Giancarlo
Nicotra e Clelia Matania, ed ancora le varie rappresentazioni
de "Il fu Mattia Pascal", come quella realizzata nel 1925
da Marcel L'Herbier e quella più recente realizzata da Mario
Monicelli dal titolo "Le due vite di Mattia Pascal".

Successivo esempio del felice connubio tra scrittori siciliani e cinema è rappresentato dalle trasposizioni cinematografiche
di alcune opere di Leonardo Sciascia, a partire da "A ciascuno
il suo" - realizzato nel 1967 per la regia di Elio Petri,
per la casa Cemo Film e con gli attori Gian Maria Volontè,
Irene Papas e Gabriele Ferzetti - e "Il giorno della civetta"
- realizzato nel 1968 per la regia di Damiano Damiani per
la Panda Cinematografica e con gli attori Franco Nero, Claudia
Cardinale e Lee J. Cobb -.

L'incontro tra Sciascia ed il cinema si ha anche con il film di Gianni Amelio "Porte Aperte" - realizzato nel 1990 per
l'Istituto Luce Ucrania Film e con gli attori Gian Maria Volontè,
Ennio Fantaschini e Vitalba Andrea - e con il film di Emidio
Greco "Una storia semplice" - realizzato nel 1991 per la BBE
Internatinal-Claudio Bonivento Production e con gli attori
Gian Maria Volontè, Ennio Fantaschini, Ricky Tognazzi e Massimo
Ghini -. Lo stesso Sciascia ammise di sentirsi molto debitore
nei confronti del cinema grazie al caratteristico modo di
raccontare che ha tale strumento di comunicazione, così come
il cinema, del resto, è debitore nei confronti di questo genio
letterario siciliano dal quale attinse molto quando si voleva
parlare di mafia, politica, giustizia, di intrighi dal chiaro
riferimento a tematiche civili e sociali. Vitaliano Brancati
può esser degnamente ricordato come un illustre figlio della
Sicilia e come un intellettuale che si distinse per le sue
attività di letterato, critico cinematografico, commediografo
e sceneggiatore. Come autore teatrale, soprattutto nella maturità,
si distinse per la trattazione di alcuni temi ricorrenti come
l'osservazione dei costumi e la trasposizione, spesso esagerata,
dei vizi della provincia.

Lo scrittore nativo di Pachino - Sr - aveva pubblicato il racconto "Il vecchio con gli stivali" da quale si ottenne
l'idea per la sceneggiatura del famoso film "Anni Difficili"
realizzato nel 1948 dal regista Luigi Zampa, girato a Modica
- Rg -ed interpretato dagli attori Ave Ninchi, Umberto Spadaro
e Massimo Girrotti.

Tale lavoro è l'esempio classico della massima fedeltà tra cinema ed opera letteraria, è la testimonianza di come il
protagonista Aldo Pisciatello è un antieroe, un uomo destinato
a sottostare alla mentalità della sua Modica per esser successivamente
e nuovamente sconfitto quando i tempi cambiano sotto il vento
del fascismo e della democrazia.

Il binomio Brancati-Zampa merita d'esser ricordato non solo per questo film, ma anche per "Anni Facili" del 1953 e "L'arte
di arrangiarsi" del 1955, film che costituiscono una chiara
testimonianza della forza della Sicilia e primi esempi di
satira sociale e politica. Da citare, inoltre, il film "Paolo
il caldo", sempre tratto da un romanzo di Vitaliano Brancati,
realizzato da Marco Vicario con gli attori Giancarlo Giannini,
Rossana Podestà, Gastone Moschin, Marianne Comtell, Ornella
Muti, Fermi Benussi, Neda Arneric, Riccardo Cucciolla, Adriana
Asti, Vittorio Caprioli e Lionel Stander.

il bell'antonioInfine, dal felice connubio Brancati cinema nacque uno splendido film, "Il bell'Antonio", interpretato dall'indimenticabile Marcello
Mastroianni insieme a Claudia Cardinale e Perre Brasseur e
realizzato nel 1960 dal regista Mauro Bolognini per l'Arco
Film. Il tema centrale del film è la difesa della virilità:
Antonio Magnano (M. Mastroianni) ritorna alla sua Catania
dove è costretto ad affrontare una situazione molto difficili,
la difficoltà della moglie ad avere rapporti sessuali. Per
difendere "l'onore" della famiglia, il padre di Antonio morirà
tra le braccia di una prostituta ed Antonio diffonde la notizia
di esser il padre del bimbo della serva di casa. Tale film
è una critica acuta e senza possibilità di riscatto alle convenzioni,
alle apparenze che spesso sono dure a morire. Tra le altre
trasposizioni cinematografiche di opere letterarie occorre
citare quella del romanzo di Luigi Capuana "Il Marchese di
Roccaverdina" realizzata da Fernardo M. Poggioli nel 1943;
il film è intitolato "Gelosia", ha come interpreti Luisa Ferida,
Ronaldo Lupi ed Elena Zareschi e fu prodotto da Cines-Universalcine.

il gattopardo"Il Gattopardo", film del regista milanese Luchino Visconti (1906 -1976), è tratto dal classico di Tommasi Di Lampedusa e fu
realizzato nel 1963 per la Titanius e con gli attori Burt
Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale. Il film va ricordato
come uno spaccato della società siciliana al tempo dell'impresa
dei garibaldini, dell'avvicinamento di due differenti classi
sociali attraverso una proposta di matrimonio (da una parte
c'è Tancredi-Alain Delon, esponente della vecchia classe nobiliare
siciliana che dalla sua parte ha solamente il buon nome ed
il rango e Angelica - Claudia Cardinale, esponente della nuova
classe media emergente che non possiede cultura ma che può
contare su un ingente patrimonio. Il film è un tipico specchio
dei travolgimenti sociali che riguardarono la Sicilia in quegli
anni ed il tutto è reso ancora più vivo dai discorsi disincantati
del Principe di Salina che denunciano, con il loro pessimismo,
la fine di un'epoca con la dissoluzione che il ceto nobiliare
si appresta a vivere. Infine, occorre citare "Diceria dell'untore",
opera realizzata nel 1990 da Beppe Cino e tratta da un romanzo
di Gesualdo Bufalino con gli attori Franco Nero, Lucrezia
Lante Della Rovere, Fernando Rey, Remo Girone, Salvatore Cascio,
Dalila Di Lazzaro, Gianluca Favilla, Nando Murolo, Egidio
Termine e Vanessa Redgrave. Il film va ricordato per l'estrema
fedeltà data allo spirito del testo letterario, per l'intensa
interpretazione degli attori e per l'attenta rappresentazione
della cruda ed estrema realtà del sanatorio.

divorzio all'italianaIl contatto tra la Sicilia ed il cinema si può vedere sotto una diversa angolazione, cioè quella che unisce i grandi registi
alle tematiche siciliane. Un primo esempio è dato dalla forte
presenza del regista genovese Pietro Germi (1914-1974). Sorvolando
sui già citati "In nome della legge" (film di mafia del 1949
per la Lux Film e con gli attori Massimo Girotti, Jone Salinas,
Charles Vanel e Saro Urzì tratto dal romanzo dell'ex magistrato
Giuseppe Lo Schiavo) e "Sedotta e abbandonata" (film realizzato
nel 1964 con gli attori Stefania Sandrelli, Saro Urzì e Aldo
Puglisi per la Ultra-Vides-Lux Film), il binomio Germi-Sicilia
si ricorda degnamente per lo splendido film "Divorzio all'italiana"
e "Il cammino della speranza". "Divorzio all'italiana" fu
girato nel 1962 con gli attori Marcello Mastroianni, Daniela
Rocca e Stefania Sandrelli. Ad Agramante, un paesino disperso
nella provincia siciliana, il barone Fefè Cefalù (Mastroianni)
ha per moglie una donna gelosa e trascurata, rappresentata
dalla Rocca, e nel contempo è innamorato, e ricambiato, dalla
cugina (rappresentata dalla Sandrelli). Il barone, per coronare
il suo sogno d'amore, ha come sola via d'uscita quella data
dal "delitto d'onore". Spinge la moglie nelle braccia dell'ex
spasimante per poterli così cogliere in flagranza di reato,
cosa che però non accade perché i due amanti riescono a fuggire
prima dell'arrivo del barone. Così egli diventa lo zimbello
del paese e la vendetta diventa quasi un obbligo: quando Fefè
trova ed uccide i due amanti ottiene un processo trionfale
che si chiude con la condanna al minimo della pena, tre anni
di reclusione. Quando Fefè torna ad esser un uomo libero,
può finalmente sposare l'amata cugina, non sapendo che la
donna incomincerà a tradirlo già dal viaggio di nozze.

"Il cammino della speranza" fu girato nel 1950 con gli attori Raf Vallone, Elena Varzi, Saro Urzì e Franco Navarra. La tematica
affrontata è sociale e riguarda le vicende di un gruppo di
minatori dopo la chiusura delle miniere e la loro conseguente
emigrazione.

Da non dimenticare è decisamente l'ingente produzione del regista napoletano Francesco Rosi. Il suo legame con la Sicilia
si vede già dall'esordio della sua carriera, quando lavorò
come aiuto-regista per Luchino Visconti per la realizzazione
de "La terra trema". I suoi primi film si ricordano come una
sorta di denuncia sociale e danno una chiara idea di come
il regista elaborò un suo codice linguistico-cinematografico
del neorealismo. Se il suo capolavoro eccellente è il già
ricordato "Salvatore Giuliano", indimenticabili restano altri
film, dalle chiare tematiche sociali.

Da citare, innanzitutto, è il film "Il caso Mattei" girato nel 1972 ed interpretato magistralmente da Gian Maria Volontè,
Franco Graziosi e Luigi Squarzina. Il film-inchiesta tratta
dell'attività di Enrico Mattei e del contesto storico in cui
essa si svolse ed anche della scomparsa del giornalista Mauro
De Mauro che lavorava per il quotidiano "L'Ora" di Palermo.

Un film dalla chiara tematica mafiosa realizzato da Rosi è "Lucky Luciano" realizzato nel 1973, prodotto da Franco Cristaldi
per la Titanius ed interpretato in maniera magistrale da Gian
Maria Volontè, Edmund ÒBrien, Vincent Gardenia, Silverio Blasi,
Charles Cioffi, Larry Gates e Rod Steiger. Il film è una sorta
di biografia del gangster che evitò l'ergastolo grazie all'aiuto
che diede agli Alleati durante lo sbarco in Sicilia e che,
ritornato in Italia, continuò le sue attività illegali di
controllo sulla mafia italo-americana finché non morì a causa
di un infarto.

Infine, occorre citare il film "Cadaveri eccellenti", opera tratta dal lavoro di Leonardo Sciascia "Il contesto" e realizzata
nel 1976 con gli attori Lino Ventura, Alain Cuny e Tino Carraro.
Il film ha una doppia ambientazione (Sicilia-Roma) e dimostra
ancora una volta che il connubio Sciascia-cinematografìa permette
di creare delle opere dagli intrighi sociali e politici davvero
corposi e dai chiari richiami sociali e politici. In questo
caso il protagonista è l'ispettore Rogas che indaga sulle
morti sospette di alcuni procuratori e giudici, cioè delle
personalità importanti, "eccellenti", finché non scopre un
contesto eversivo particolare, una sorta di potere negativo
che si è fortificato creandosi una discreta rete di interessi
economici ed intrecciando legami sociali. Il film non ha un
lieto fine poiché si conclude con la morte dell'ispettore.

roberto benigniDa citare, infine, il film "Johnny Stecchino" realizzato nel 1991 da Roberto Benigni, opera che ha come interpreti lo stesso
regista, sua moglie Nicoletta Braschi e Paolo Bonacelli. In
questo film la mafia ha un ruolo quasi di secondo piano visto
che il film punta soprattutto sulla comicità e sulla valorizzazione
del personaggio "buono", cioè Dante, il conducente dell'autobus
per ragazzi portatori di handicap e che ha una notevole somiglianza
con il mafioso pentito Johnny. Da ricordare è il binomio Lina
Werthmuller-Sicilia rappresentato, ad esempio, dal film "Mimì
metallurgico ferito nell'onore", opera realizzata nel 1972
ed interpretata magistralmente da Giancarlo Giannini, Mariangela
Melato ed Agostina Belli e con la partecipazione straordinaria
di Turi Ferro.

Il film va ricordato per l'evidente sapore caricaturale su numerosi pregiudizi siciliani ed ha per protagonista il siciliano
"Mardocheo Carmelo" (G. Giannini) che emigra a Torino dopo
che nella sua città natale si è scoperto per chi aveva votato
e che torna in Sicilia con un'amante ed un figlio per scoprire
che anche la moglie aveva trovato un amante ed ora attende
un figlio, onta che va cancellata da parte di Mimì trovandosi
una terza amante. La Werthmuller tornerà a trattare tematiche
siciliane, ad esempio nel 1978 con la realizzazione del film
"Fatti di sangue fra due uomini a causa di una vedova" interpretato
da Sofia Loren, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini.

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