Musica d'autore
Chiara Civello, solare, sensuale e mediterranea
L'intervista di Stefania Pilato
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A poco meno di tre anni da “The space between” torna sulla scena Chiara Civello, cantautrice siciliana giramondo, sempre più proiettata verso una carriera internazionale. Già divisa tra l’Italia e gli States, Chiara ha aggiunto al suo girovagare il Brasile ed ecco “7752” (EmArcy).
Un disco arioso e luminoso che contiene dieci brani - tre firmati da sola, gli altri in collaborazione - composti e registrati tra Rio e New York e dona un’immagine di Chiara solare, sensuale e mediterranea come fino ad ora non era mai stata. Dopo aver presentato il disco a Milano, Roma e Torino, più globetrotter che mai è volata a Rio de Janeiro dove è già molto conosciuta. Special guest di alcune esibizioni live della star di casa Ana Carolina, Chiara sta diventando una beniamina del pubblico carioca grazie a “Resta”, colonna sonora di una serie televisiva prodotta da Globo Tv, scritta per e con la cantante brasiliana e incisa in duetto nei dischi di entrambe. Artista cosmopolita, musicalmente lontana dalla tradizione siciliana, la Civello porta comunque nel cuore la Sicilia, inserita, insieme con la sua famiglia, tra i ringraziamenti speciali nel booklet del cd. E proprio in Sicilia, a Modica, a casa del padre, ha finito di comporre “One more thing”, iniziato a Roma: “non c’è un legame specifico tra il brano e la Sicilia – sottolinea Chiara, intercettata tra un volo e l’altro - però essere lì mi ha aiutata a chiuderlo. Uno dei doni dell’isola è darti la forza di attraversare il mare. È uno dei miei brani preferiti”.
“7752” è uscito da pochi giorni e sappiamo che questi sono i km che separano New York da Rio.
Quante volte hai percorso questa tratta negli ultimi anni?
Da febbraio 2008 almeno 8 volte.
Come nasce il disco?
Grazie ad una serie di incontri musicali fantastici, ad un produttore eclettico come Andres Levin e a dei musicisti fenomenali. Ero a Rio a trovare Daniel Jobim, nel febbraio del 2008 appunto, e sono stata portata ad una festa in uno studio in cui girava una chitarra. Ognuno cantava una canzone, quando è toccato a me ho cantato “Isola”. A quella festa c’era anche Ana Carolina che mi ha chiesto una melodia. Il giorno successivo ho cominciato a scrivere “Resta” che abbiamo terminato insieme poco dopo.
E oggi sei una star anche in Brasile. Nei tuoi lavori precedenti c’erano già atmosfere e tracce di ritmi sudamericani. Adesso il Brasile è entrato nella tua vita, eppure il disco non rappresenta una svolta in direzione bossa nova o samba. Cosa racchiude?
È un disco in cui mi sono presa la libertà di sentirmi italiana a tutti gli effetti, cantando più in italiano che in inglese e raccogliendo sonorità particolari che rimandano un po’a un’alchimia tra rock anni ‘60, R&B, soul e melodie trasparenti.
È rimasto poco dei tuoi inizi jazz…
Tutto si evolve, il jazz nella mia vita è stato l’ingresso nella musica. Una musica libera di modificarsi nel tempo, di trasformarsi insieme alla mia vita e alle mie esperienze. Nel disco ci sono delle tracce jazz qua e là, ma non sono mai preponderanti.
Ti dividi tra più continenti. Ma tu dove ti senti a casa? C’è un colore, un profumo, un sapore che ti fa sentire a casa, ovunque tu sia?
Io mi sento a casa dove sto bene.
Dal punto di vista strettamente personale, oggi Chiara che donna è? Serena, disincantata, appagata, in cerca o…?
Chiara è Chiara, a volte serena a volte meno. Come tutti. Ma adesso sorride di più.
Come impieghi il tuo tempo libero?
Vado a correre e ho imparato da poco a giocare a Burraco. Ma di solito leggo, guardo film e corro.
Una meta di viaggio ancora da raggiungere?
Mi piacerebbe conoscere la Cina, il Cile e l’Argentina.
L’ultimo concerto al quale hai partecipato da spettatrice?
Caetano Veloso a New York. Bellissimo.
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