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Firenze - Nell'era dei libri acquistati su internet e scaricabili su Ipod c'è chi costruisce, rilega ed edita libri fatti a mano.

E' il caso di Lino Bellia, architetto, docente all'Università di Firenze e collaboratore di questo sito.

L'ultimo libro dato alle stampe con tiratura centellinata e senso romantico del leggere si intitola "Gente del martedì".

Pubblichiamo la prefazione di Paola Scollo.



Gente del martedì, viaggio intorno all'anima


Il romanzo ha suscitato in me emozioni, sensazioni inattese e, talvolta, antitetiche. Credo che in ognuno di noi sia presente una dimensione più superficiale, epidermica, materialista, quale è quella su cui Mari ha impostato la propria esistenza prima del “ritrovamento” del suo professore universitario, e una dimensione più spirituale, profonda, eterea, quella di cui Lino si fa interprete e portavoce nel romanzo.

Si tratta del perenne dissidio, già teorizzato da Platone nel Fedro (246 a - 249d), in cui si origina e si sostanzia la drammaticità insita nelle nostre esistenze. Tutti quanti sperimentiamo quotidianamente la penosa condizione dell’auriga, tutto teso a indirizzare i suoi cavalli verso l’iperuranio, la sede dell’essere, cercando in tutti i modi di frenare, di contenere le spinte e gli slanci del cavallo nero verso il mondo sensibile, verso la materialità che corrompe la bellezza e l’armonia. D’altronde, è la nostra stessa componente mortale a spingerci, con il suo peso, verso il basso, per farci sperimentare la dimensione dell’essere in tutta la sua pesantezza.

Ho volutamente utilizzato il termine “ritrovamento”, in quanto il percorso che Mari compie verso il professore -a mio avviso- è metafora del viaggio di ogni anima alla ricerca della propria essenza o, meglio, di quell’ala che solleva verso l’alto ciò che si è dapprima aggrappato al solido, lasciandosene corrompere. Insomma, un itinerario spirituale verso una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda. Un viaggio certamente faticoso e arduo in partenza, ma in discesa poi se condiviso con le persone che amiamo e sostenuto da guide -come Lino, il professore- che, ad ogni bivio, ci indicano il sentiero giusto da imboccare. Un percorso che, dopo irta salita, lascia intravedere finalmente uno spiraglio di luce a riscaldare le nostre fragili esistenze, a dare un senso al nostro vissuto.

Mi sono accostata al testo con discrezione, con sensibilità ma, soprattutto, con orecchio teso ad ascoltare. Ho interrogato lo scritto e l’ho lasciato parlare. Ho fatto in modo che divenisse elemento vitale, in grado di vivere di vita propria, e che si manifestasse quale essere parlante, in grado di comunicarmi la Sua Verità. E a me ha suggerito questa Verità. Non sono in grado di stabilire se si tratti di una Verità coincidente con quella dell’autore, ma ciò che conta è che abbia sfiorato e fatto vibrare le corde dell’anima.

Paola Scollo

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