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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

ANGOLO DELLA MEMORIA N° 4
Il Sanatorio Chirurgico Cascino, un luogo che ha contribuito alla storia della sanità modicana, e che, a distanza di un secolo dalla sua edificazione, suscita un fascino particolare nell’animo del visitatore il quale, quasi magicamente, si trova avvolto da quell’aria di serenità e di salubrità che vi si respirava un tempo….

Costruito nei primi anni del Novecento sulla collina del quartiere Dente, il Sanatorio fu voluto dal prof. Rosario Cascino, chirurgo presso l'Ospedale modicano degli Onesti, divenuto dopo Ospedale Maggiore.

24-11-2014 di Redazione

  IL SANATORIO CASCINO

  Il viandante che percorre le ripide “vanedde” o le pianeggianti vie del centro cittadino scrutando lo splendore del panorama che gli si offre a spicchi, non può fare a meno di recuperare la memoria del passato volgendo il suo sguardo a quei luoghi, noti e meno noti, che hanno reso importante Modica per cultura, architettura, arte, operosità. Uno di questi luoghi della memoria è rappresentato dall’antico Sanatorio Cascino. Edificato negli ultimi anni del primo decennio del Novecento sulla collina del Quartiere Dente lungo la Strada Pietà, sopra l’antico Convento dei Padri Cappuccini, esso rappresentò per Modica la realizzazione di un’idea lungamente meditata e perseguita con pertinacia dal suo ideatore. Committente dell’opera fu il Prof. Rosario Cascino, nostro concittadino, che specializzatosi in Chirurgia a Napoli, prestò poi la sua opera nel piccolo ospedale modicano denominato anticamente Ospedale degli Onesti e a quei tempi Ospedale Maggiore. Nel 1904, infatti, presso la struttura di Piazza Campailla, non esisteva l’elementare distinzione tra reparto medico e chirurgico. Fu proprio l’esito favorevole di un cospicuo numero di casi di una certa entità chirurgica, che affliggeva i poveri infermi, a convincere gli amministratori dell’Ente ad assegnare la nomina a Chirurgo dell’Ospedale (odierno Primario) al Prof. Cascino, rendendo così permanente l’attuazione del progresso della chirurgia nel piccolo nosocomio. Nacque una sezione chirurgica con un reparto donne e un reparto uomini costituito da una sola stanza per ciascuno a quattro letti e da una sala adibita per le operazioni. Nonostante i mezzi ristrettissimi e un ambiente molto lontano dall’ideale igienico - chirurgico moderno, il Cascino lavorò con tenacia affiancato da pochi collaboratori. Fu cosi che a Modica, ove fino a quei tempi si parlava della laparotomia come di un mito, e l’apertura delle grandi cavità era qualcosa di riferito da chi con sacrificio si recava nelle cliniche universitarie, cominciarono ad attuarsi e a migliorare le pratiche chirurgiche. Sostenuto dall’entusiasmo, il Prof. Cascino, volle rendere concreta l’idea anzidetta facendo realizzare una clinica, moderna per quei tempi, dove svolgere autonomamente la sua professione medica e dove poter nello stesso tempo abitare. Nacque il progetto per la costruzione della Villa-Sanatorio, che fu affidato al valente architetto catanese Filadelfo Fichera allievo del palermitano Ernesto Basile. L’edificio, disposto su vari livelli, a seguire il declivio della collina, esprime all’attento viandante gli orientamenti stilistici tipici dell’Art Noveau: decorazioni a mattonelle bianche e nere riunite sotto forma di un’ampia fascia cingono il perimetro del piano superiore dell’ immobile collegandone le finestre, pannellature in pietra demarcano le aperture e bordi a mattoni rossi i muri di cinta del giardino degradante a gradoni , parafulmini in ferro battuto, di pregevole fattura, sormontano lo spiovente dei tetti. Il corpo principale della clinica, che ha subito ampliamenti nel corso degli anni, è collegato con un cavalcavia coperto e con finestre vetrate su entrambi i lati, con il giardino retrostante dove, nella parte più alta, insiste un’ampia loggia adornata da trifore separate da esili colonne tortili; da qui è possibile godere una bella vista panoramica della città. Proprio questo ultimo elemento ci fa comprendere come la località scelta ai tempi dal committente non fu casuale: era necessario, infatti, che aria, luce e sole entrassero dalle finestre nelle sale di cura risvegliando nei pazienti un senso di benessere, di quiete, di riposo, di allegria. Fu dunque qui che, prima il Prof. Cascino per lunghi anni, e poi i suoi allievi e successori misero in pratica le loro conoscenze operatorie a vantaggio dell’umanità che soffre, offrendo a essa tutti i vantaggi di una dimora salubre e di un’assistenza completa vigilando costantemente sull’andamento clinico di ogni degente. Nell’autunno del 1947, la villa, ai tempi inutilizzata, ospitò per alcuni mesi la troupe cinematografica del film Anni Difficili con i bravi attori Massimo Girotti e Delia Scala e con a capo il regista Luigi Zampa e il produttore Briguglio che volle fare di Modica la location ideale del racconto di Vitaliano Brancati. Negli anni a seguire varie destinazioni d’uso hanno interessato l’immobile e il giardino annesso. Ancor oggi, la vista del grande complesso architettonico, seppur incastonato tra moderni edifici e bisognevole d’importanti opere di restauro e di riqualificazione, suscita un fascino particolare nell’animo del visitatore il quale, quasi magicamente, si trova avvolto da quell’aria di serenità e di salubrità che si respirava un tempo e che sembra, per questo luogo, non avere fine.

(Testo e Collezione F.lli A & G. Di Raimondo)

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