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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Un utilizzo trasparente delle risorse
per la riqualificazione dei beni di interesse collettivo ha consentito
allo storico Palazzo Garofalo sito in corso Italia, di essere restituito
alla città dopo il restauro iniziato nel 2008, e realizzato grazie ai
fondi regionali del capitolo relativo ad interventi per il recupero, la
ristrutturazione, l’adeguamento, l’allestimento di musei, archivi e
biblioteche diocesani ed organi.
Tempi piuttosto contenuti che dimostrano dunque come sia possibile
progettare e realizzare con ragionevole velocità interventi di restauro a
beneficio delle città e dei centri storici, senza restare invischiati
in ragnatele di burocrazia e più spesso d’inadeguatezze procedurali.
Una sinergia tra enti locali, Sovrintendenza e tecnici che, con
equilibrio e reciprocità, hanno saputo portare a termine il recupero
della pavimentazione in pietra pece, il restauro della volta decorata in
una delle sale del piano nobile, la revisione dei tetti, e infine la 
realizzazione dei servizi igienici, la sostituzione degli  infissi
esterni e delle porte interne con quelle tagliafuoco. In questa fase di
lavori sono stati realizzati inoltre gli impianti di climatizzazione,
antincendio, allarme e videosorveglianza ed è stato installato un
ascensore per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Palazzo Garofalo, che è destinato a diventare sede del Museo della
Cattedrale, ospita in questi giorni la mostra “Elmi per gli uomini, per
gli dei” appena inaugurata dalla sovrintendente ai beni culturali di
Ragusa Vera Greco.
La mostra in programma fino al 28 giugno è organizzata dalla
Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Ragusa insieme con il
Pergamon Museum di Berlino (Staatliche Museen zu Berlin –
Antikensammlung) e la Proloco grazie al contributo dell’Assessorato
Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e in
collaborazione con il Museo della Cattedrale, la Provincia, il Comune e
la Camera di Commercio di Ragusa.
L’edificio vincolato nel 1987 e acquistato dalla Fondazione S. Giovanni,
ha impianto settecentesco, testimonianza della volontà del proprietario
Felice Garofalo di dare vita ad una fabbrica che fosse dimora grande ed
imponente. E nel corso dei secoli XIX e XX ha subito numerose
evoluzioni trasformandosi da sede della borghesia iblea di retaggio
classico, a testimonianza di architettura manifestazione dell’eclettismo
novecentesco.
La facciata si impone per il piano nobile, sui cui si aprono tre grandi
balconi, e per il portale d’ingresso che presenta in alto una lunetta di
ferro decorata con motivo a raggiera con due piccoli rosoni intagliati
ai lati. Articolati anche i numerosi ambienti che si sviluppano attorno
al vano scala, un tempo destinati alla servitù e al magazzino per le
merci, e che oggi offrono interessanti soluzioni di utilizzo.
Al suo interno il palazzo offre alla vista scenari decorativi singolari
quali i medaglioni della volta del salotto, eseguita dal netino
Santocono, così come le tracce del passato più recente quali nel
saloncino a piano terra le colonnine dell’antico “Cafè Orientale”,
storico punto d’incontro della buona borghesia e degli intellettuali
della città e, fino a qualche anno fa, sede della Libreria Moderna. Il
restauro conservativo ha anche eliminato le superfetazioni degli Anni
’50.
Fonte:
http://www.sciclinews.com

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