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Correva il 1836, ecco l’inventario dei beni dei Conti

E del Castello

Correva il 1836, ecco l’inventario dei beni dei Conti



Modica - Vorrei dare un contributo integrativo che ci restituisce alcuni aspetti del Castello alla data 1836 ed altri momenti significativi tra Seicento e primo Settecento.

Nel 1836 era morto Don Carlo Michele Stuart, il conte di Modica, nel comune di Sion in Svizzera, mentre viaggiava per andare da Madrid a Napoli, lasciando tre figli minori, cioè Don Giacomo, Don Enrico, Don Luigi e la moglie, madre e tutrice, la contessa Donna Rosalia Ventimiglia Stuart, la quale, dopo la morte del marito procederà ad un inventario dei beni appartenenti alla sua eredità, dando incarico al barone Don Francesco Ventura di Palermo. Tra i beni sono da inventariare anche quelli della contea di Modica e nello specifico del Castello. A tal proposito il barone Ventura incarica il dottor in diritto don Gioacchino Papa, quale suo procuratore, che viene collaborato dal capo contabile del Castello, il canonico don Giuseppe Ruta.
Ai fini della stima dei beni da inventariare sono chiamati il maestro falegname Saverio Cataudella, il sarto Don Giovanni Moncada e l'argentiere don Giuseppe Poidomani, figlio di Don Emanuele. Data la chiarezza del documento che descrive il sopralluogo penso opportuno citarlo in modo integrale: "Nella sala del quarto di detto Palazzo comiziale che ha il prospetto alla parte d'oriente, abbiamo ritrovato due boffettoni grandi con due cassuoli per ognuno di legname d'abbeto pittate color verde, stimati dal Cataudella per onza una e tarì dieci; più due cantoniere con suoi cristalli di sopra ed al di sotto stipe di legname di noce apprezzate dal detto di Cataudella per onze due; nell'anticucina si sono ritrovate due casse grandi d'abbeto usate, stimate dal Cataudella per tarì venti; più un tavolino piccolo di detta legname senza cassuolo stimato per tarì sei; nella cucina due boffette vecchie, una delle quali con due cassuoli di legname sopradetta, stimata per tarì cinque; nella camera contigua all'anticucina una boffetta di legname di abbeto pittata di color celeste, stimata in tarì otto; più un piccolo tavolino di noce con suo cassuolo vecchio, stimato per tarì cinque; più un cantarano di noce usato, stimato per onza una e tarì sei; un tavolino di noce con cinque cassuoli e scrivania usato, stimato per onza una. Indi siamo entrati in un altro quarto di detto palazzo laterale al primo e che da il prospetto alla parte di occidente e si sono ritrovati li seguenti oggetti cioè: nella sala due cassabanco di tavola di abbeto pittate color celeste, valutate dal Cataudella per onze quattro; nell'anticamera un casserizzo di legname di noce attaccato al muro con sue serrature, prezzato per onze otto; nella camera di rimpetto al camerone uno stipo di tavola di abbeto pittato color verde, stimato per onze tre; più numero dieci sedie di Napoli prezzate tutte per tarì venticinque; più un cantarano di legname di noce con suoi cassuoli con arnesi di rame e serrature, stimato onza una e tarì sei; più un tavolino con suoi cassuoli e scrivania di tavola d'abbeto, apprezzato per tarì venti; più un altro tavolino piccolo con suo cassuolo di detta legname di abbeto, stimato per tarì dieci; una cassa grande di abbeto, stimata per tarì sei; un capezzale d'albicocco, stimato per tarì ventiquattro.
In un'altra camera collaterale con apparato pittato di diversi colori, che ha il finestrone alla parte di ponente, una boffetta di legname di abbeto con piccola scanzia di filoferro, stimata per tarì dodici. Nella camera collaterale pittata alla chinesa una scanzia di legname di abbeto, stimata per tarì dodici; altra scanzia di detta legname con portina di filo di ferro, stimato per tarì quattro; altra pittata verde, stimata per tarì diciotto; una boffetta piccola di tavola di abbeto, stimata per tarì sei; un boffettino a cinque cassuoli di tavola di abbeto pittato color marrone, stimato per onza una; un discolo di legname di abbeto, valutato per tarì due; più una cassa di noce con due serrature, stimata per tarì dieci. Indi ci siamo conferiti nella chiesa di esso Palazzo ove si sono ritrovati: due banchi vecchi di legname di abbeto stimati per tarì dodici; un genuflessorio di detto legname vecchio stimato per tarì tre; un cosiddetto treppiedi di detta legname vecchio, stimato per tarì uno e grana dieci; una sedia a due bracci vecchia con scanno di sotto di legname di noce, apprezzata per tarì sei; più un cantarano antico di legname di abbeto con due cassuoli ove si conservano l'infrascritti giugali per uso della chiesa, stimato dal Cataudella per tarì quattordici. Li giugali che esistono in detti cassuoli del canterano sono: una pianeta di drappo di seta color verde con sua stola e manipolo, stimata dal Moncada per tarì diciotto; più un'altra pianeta di drappo fiorito col fondo bianco, con sua stola e manipolo, stimata da esso Moncada per tarì diciotto, ed un camice vecchio del quale non se ne è data perizia per essere tutto logoro ed inutile. Sommano in tutto…Compito suddetto notamento ed apprezzamento dei mobili sopra descritti, siamo entrati nella stanza dell'archivio o sia antica cancelleria per descrivere tutti gli altri oggetti mobiliari, libri, volumi e scritture nello stesso esistenti, ma atteso il rilevante numero dei libri antichi ed in maggior parte di nessun interesse dei quali altrove esiste una giuliana, il di cui particolare e distinto notamento porterebbe un lungo lavoro e volumosa scrittura, ci siamo ristretti qui notare provvisoriamente il numero di detti libri e volumi riserbandoci in appresso procedere alla loro distinta e circostanziata descrizione ai termini della legge, con altro atto suppletorio al presente. In conseguenza di che dichiariamo che detto archivio è diviso in numero di tre stanze. Nella prima che serve d'entrata si contengono numero ventiquattro volumi di contabilità, ligati in pergamena, delli quali numero quattro appartengono allo Stato di Modica, che han principio dall'anno 1816 sino all'anno 1835, relativi ai cenzi in frumento e ai cenzi al minuto, e lo resto in numero di venti attinenti ai cenzi in frumento ed ai cenzi in minuto degli altri stati della Contea, che han principio dal detto anno 1816 a tutto l'anno 1823; più numero due boffettoni grandi con due cassuoli per ogn'uno di tavola di abbeto, stimati dal perito falegname per tarì ventiquattro; più altro boffettone più grande con due cassuoli d'anzidetta legname per uso di scrivere, stimato dal perito per tarì diciotto; numero sei sedie di legno stimate tutte per tarì nove; un ritratto del defunto Signor conte di Modica con sua cornice; un altro ritratto antico dei primi Conti di Modica; un quadro dell'Immacolata Concezione e finalmente numero quattro stiponi grandi pittati di diversi colori di tavola di abbeto, stimati tutti dal sopradetto perito falegname per onze quattro.
Nella seconda stanza a man sinistra nulla si è trovato d'inventariare. Nella terza stanza si contengono l'infrascritti oggetti libri e volumi, cioè: un boffettone di noce con due cassuoli per uso scrivania, stimato per onza una e tarì diciotto, numero quattro sedie vecchie di Regno (?) stimati per tarì quattro; un quadro grande di San Cataldo; una cassa di legname d'abbeto vecchia ove si conservano i postergali, valutata per tarì tre; più una cassa di legname di abbeto vecchia per uso della cassa di San Cataldo prezzata tarì tre; altra cassa di detta legname pittata ove si conservano tre paraltari, stimata per tarì dodici; un postergale vecchio di velluto di seta cremisi con ricamo in argento nell'estremità ed uno scudo di lamina d'argento nel centro, con piccoli riccami in oro di basso rilievo denotante le armi gentilizie della Casa dell'Eccellentissimi Conti di Modica, foderato sotto e sopra di tela bianca, stimato dal sartore Moncada per onze dodici; altro postergale vecchio di velluto di seta colore verde apprezzato dal detto perito per onze due e tarì ventiquattro; tre paraltari di drappo fiorito con suo tilaro e fodera di tela bianca stimati tutti dal menzionato perito per onze quattro; un'arca di Santo Cataldo coll' ossatura di legno foderata alla sola prospettiva di piancia d'argento faticata a cisello, la quale giusta il parere del perito Poidomani non arriva a rotoli tre di peso, che ragionato ad onze dieci a rotolo importa onze trenta.
Sommano in tutto…. Più numero mille e 57 volumi, volumetti e registri legati in pergamena e con cartone, d'epoche diverse, che principiano dal 1500 e terminano nell'anno 1815 comprendenti volumi di registri, di mandati, di polizze, lettere di giustizia, salariati (?), registri d'ordini o sia incarichi di segreteria di giustizia, volumi di cautele dello Stato e cautele diverse, volumi di lettere, volumi di lettere alfabetiche semplici e lettere alfabetiche doppie, volume di lettere dei segreti della Contea, volumi di cenzi, minute, volumi di ricevute per le terze parti, volumi dell'ufficio del Maestro Portulano, volumi di registri di lettere, di deposito, volume di elezione di notari, d'introito ed esito, di sicades e sodes, di diverse tesorerie, di diversi notari, di conti di diversi amministratori, di giuliana di ratizzi, del Maestro Notaro dell'abbolito Tribunale del Patrimonio, di banni per diverse gabelle, di memoriali civili, di relazioni, di plegerie, d'incorporazioni, di lettere patenti, di dispacci vicereggi, di lettere vicereggie di diverse Plane, di cautele, di effetti straordinari di spedizioni e licenze, di consulte risolute in materia giurisdizionale, raziocini diversi e numero otto fascicoli di carte diverse volanti; e finalmente un tumino di rame antico per uso di campione della misura grossa, al quale non se ne è dato valore. In ultimo nell'atrio del porticale del detto Castello vi esistono due campane di bronzo, una grande e l'altra piccola, di peso ambidue a quintali tre circa, delle quali non se ne è potuto fare perizia".

 

La Sicilia

Paolo Nifosì




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