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Noto: PALEOWORKING, o Archeologo per un giorno.

Un nuovo connubio Scuola-Territorio-Enti Locali fa nascere una nuova didattica formativa. La Soprintendenza dei BB CC AA di Siracusa, in collaborazione con la dott.ssa Laura Falesi, Archeologa Sperimentale, promuove infatti a Noto una nuova didattica sperimentale per gli alunni: il PALEOWORKING, ossia “Archeologo per un giorno”.

Noto, cittadina conosciuta per la sua ricca architettura barocca, patrimonio dell’umanità UNESCO, incentiva la conoscenza dei siti archeologici proponendo fattorie didattiche e simulazioni di scavi archeologici per tutti i giovani non solo del suo territorio.

La Villa Romana del Tellaro di Noto, risalente al IV secolo d.C. è un’eccellente testimonianza di dimora tardo imperiale romana, essa presenta dei mosaici di valore inestimabile che rappresentano motivi narrativi: la scena del riscatto del corpo di Ettore, scene di danza di Satiri e Menadi, scene di caccia e, nell’androne un meraviglioso tappeto di festoni di alloro e motivi geometrici policromi. Questi mosaici, dalla plasticità inedita, rinvenuti nel 1971 solo dal 2007 solo dopo un certosino restauro sono stati resi visitabili nel 2007, allo scopo di incrementare tale fruibilità si è pensato di farli divenire anche sede di attività laboratori ali per studenti, anche grazie all’uso di tecnologie multimediali che sono state in grado di ricostruire virtualmente gli ambienti originali della Villa del Tellaro che in parte erano andati perduti,e riproducendo anche fasi di attività manuali ed artigianali come la produzione di vasi di argilla, e mosaici.

Ma l’innovazione più importante resta l’adozione di questa nuova didattica sperimentale, il Paleoworking, che porta l’alunno fuori dalle mura scolastiche per catapultarlo a pieno contatto con la natura, immerso nella Storia, attore principale del suo sapere.

Il percorso formativo parte dalla simulazione dello scavo archeologico, con una breve introduzione sull’archeologia del territorio per conoscere i più importanti siti per poi seguire con la spiegazione delle varie tecniche di ricerca (sorvey, scavo stratigrafico) e con la conoscenza degli attrezzi tipici dell’archeologo.

Seguendo il metodo scientifico di indagine, si crea artificialmente un paramento murario con diversi strati di terreni e sabbie diverse dove si nascondono i reperti che gli alunni dovranno trovare, i reperti verranno portati alla luce per mezzo della setacciatura per poi essere “interpretati” solo dopo una ricognizione topografica e dopo una accurata documentazione fotografica del sito e del reperto. I dati raccolti saranno riportati graficamente su una scheda di rilevazione, misurando la quota del ritrovamento e stabilendo le coordinate cartesiane. Un Kit in dotazione conterrà una fedele riproduzione di tutti gli attrezzi in uso agli archeologi che conducono scavi stratigrafici. L’ultima fase riguarda la catalogazione con etichette che contengono vari dati e datazione.

Questo progetto formativo, non solo permette di conoscere manufatti e oggetti antichi, ma mette in risalto anche il tipo di economia e le produzioni del tempo, così da avere una visione integrata coerente. La didattica del paleoworking, attraverso stimoli continui diretti alla “risoluzione del problema”, permette all’alunno un continuo interagire tra natura, territorio e docente, quest’ultimo si limita ad essere di supporto senza predisporre percorsi predefiniti, senza racconti astratti, ma utilizza una ricostruzione virtuale attiva dove l’alunno si muove in perfetta autonomia e libertà di scelta, soddisfacendo le suo curiosità e seguendo le sue inclinazioni naturali, con i suoi tempi e con le sue tecniche di problem solving, si tratta di una didattica “aperta”, volta all’arricchimento culturale ed alla valorizzazione dei Beni Archeologici. Questo percorso prevede inoltre, la “Spettacolarizzazione” dell’Archeologia, ossia la replicazione di oggetti in argilla o manufatti realizzati con intrecci di fibre naturali, e la realizzazione di piccoli mosaici seguendo le antiche tecniche di produzione della cultura del passato.

Questo tuffo nella Storia permette di migliorare anche la capacità di osservazione e di comprensione dei contesti culturali complessi tipici del proprio territorio, e prima di tutto permette una proficua socializzazione ed educazione al rispetto della natura e dei siti archeologici.

Non dobbiamo mai dimenticare che la cultura non si apprende solo dai libri, ma – almeno in questo caso – un giorno di divertimento può riuscire ad arricchire culturalmente più di una statica lezione frontale.

Fonte: gaianews.it

          http://www.rivistasitiunesco.it

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