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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Siamo a Modica, città tra le più pittoresche della provincia di Ragusa e di tutta la Sicilia. Come altri centri storici del Val di Noto deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio combinata ai vari fenomeni di antropizzazione dell’area. Le abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l’estensione delle antiche grotte abitate già dai Siculi. Il tessuto urbano, adagiato sui fianchi di due vallate e di una collina è un intrico di casette, viuzze e lunghe scale.Le chiese solitamente non si affacciano su piazze ma su imponenti e scenografiche scalinate. Lo stile prevalente dei monumenti è quello comunemente identificato come Tardo Barocco.Un barocco completamente autonomo ed originale rispetto al continente caratterizzato dai campanili delle chiese inseriti nelle facciate, maschere, putti e grottesche che reggono balconi con balaustre in ferro battuto a petto d’oca, grandi scalinate esterne agli edifici sacri e civili, bugnato usato nei pilastri.

Elemento caratterizzante il territorio, in particolare la campagna, è la fitta rete di “muri a secco”, che delimita gli appezzamenti di terreno con la presenza di maestosi alberi di carrubo. La ragione della fitta maglia di muri a secco va ricercata nella precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri che dalla prima metà del ‘500 frazionarono un immenso Feudo “ La Contea di Modica”. ... Altro elemento che caratterizza la campagna modicana è la tipica “masseria” che si trova spesso a poca distanza dalla città, in zone collinari con ampie viste sul mare. L’opera di restauro ha trasformato i vecchi magazzini di queste costruzioni rurali, in ampie ed ariose stanze, particolarmente fresche che si affacciano quasi sempre in spaziosi cortili.Gli ambienti sono dotati di soppalchi e di stalle che vengono trasformati in accoglienti saloni. Tipico prodotto della città è la famosa cioccolata, prodotto di un’antica ricetta azteca, importata a Modica dal primo decennio del ‘600 quando la Sicilia dipendeva amministrativamente dal regno di Spagna.

Modica dal “200 e fino agli anni 30 del novecento, quarta città della Sicilia, è sempre stata culturalmente ed economicamente vivace ed attiva anche grazie alla ricca dotazione di Enti di istruzione ecclesiastici e laici. Fino alla metà del secolo scorso per la sua particolarità topografica Modica, posta nella vallata dove confluivano due torrenti, era ricca di ponti e ponticelli che univano i quartieri della parte bassa della città tanto da farle guadagnare la denominazione di”Venezia del sud”(vedi Enciclopedia Treccani).

Modica è considerata la perla del barocco siciliano e dal 2002 con le città di Ragusa, Scicli, Noto, Palazzolo Acreide, Militello, Caltagirone e Catania è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità.

A Modica si viaggia nella storia: dai siti preistorici e paleocristiani (Cava d’Ispica), alle tracce medioevali (chiese rupestri), dal barocco delle cento chiese al neoclassico e al liberty dei tanti palazzi nobiliari.

In particolare è da vedere Cava d’Ispica. Houel ne fu incantato e vi riconobbe la “meraviglia del paese”. Holm la chiamò “Città delle Caverne”.
Là è racchiusa la storia della Sicilia Orientale, dai Sicani , ai Siculi, ai Greci,ai Romani, ai Bizantini, agli Arabi, ai Normanni, ai Francesi, agli Spagnoli, ai Viceré, ai Conti, fino agli ultimi abitatori contadini del Castello (1950). Il tutto in una sorprendente scoperta di odori e sapori della tradizione.

Modica ha dato i natali al filosofo,poeta e medico Tommaso Campailla, a Salvatore Quasimodo premio Nobel per la letteratura, a Pietro Floridia musicista, compositore e direttore d’orchestra, a Carmelo Ottaviano filosofo, ad Aurelio Grimaldi regista e sceneggiatore, a Sergio Campailla critico e saggista a Raffaele Poidomani romanziere e storico, ad Andrea Tidona attore.

Inserita nel circuito del Val di Noto Modica attrae turisti di tutto il mondo sia per la splendida simbiosi uomo territorio che per le innumerevoli viuzze pedonali distribuite sulle quattro colline che la racchiudono. Il tutto senza dimenticare il patrimonio artistico e architettonico rappresentato dalle splendide chiese e dai palazzi storici della città e quell’enorme serbatoio culturale che personaggi del calibro di Tommaso Campailla e del premio Nobel Salvatore Quasimodo (a lui è dedicato un Parco letterario) hanno contribuito a riempire.

Tantissimi forestieri, pionieri del turismo di qualità, sono arrivati qui, un po’ per l’incanto della Sicilia più sconosciuta, un po’ per quei prezzi così invitanti.Dalle rive del Tamigi, dalla Germania, da Milano chiedono ruderi da restaurare in mezzo alle cave, masserie da adibire a nuovi usi, cercano tre stanze e un balcone con vista su duomi settecenteschi, sono a caccia di sontuose tenute o anche solo di piccole costruzioni nascoste tra i borghi marinari. Molti si sono insediati nel quartiere ebraico di “Cartellone” dal quale si gode una delle viste più belle sul barocco siciliano. Il “Daily Telegraf” ha dedicato,in uno dei suoi numeri, la copertina di “Property” alla provincia di Ragusa e alle opportunità del suo mercato immobiliare mentre su “Repubblica” del 13 marzo 2005 Attilio Bolzoni ha occupato due pagine intere sotto il titolo “Ragusa, la nuova Inghilterra”.

Qui il passato è cultura; è artigianato nei campi; è artigianato in città; è artigianato in cucina; è il trionfo terreno delle rocce, delle cave, dei siti calcarei esposti al sole dell’Oriente e al mare d’Africa. Qui da sempre l’uomo ha costruito il suo futuro prevedibile.Qui è circoscritta una identità culturale specifica dove è sedimentata una enorme concentrazione di beni culturali: risorsa incomparabile del mondo post- industriale. Tutto questo ha fatto da scenario alla famosa serie televisiva del Commissario Montalbano tratta dai romanzi di Andrea Camilleri e interpretata da Luca Zingaretti. Le location della serie televisiva appartengono ad un’area geografica ed architettonica omogenea che abbraccia principalmente il Ragusano ed il Val di Noto.

Moltissimi esterni sono stati girati a Modica, Scicli, Ragusa Ibla, Santa Croce Camerina ed il loro fascino viene dal forte impatto scenografico di chiese, strade, balconi, scalinate, palazzi, realizzati con blocchi di tufo che cambiano colore con la luce del sole e dall’impianto urbanistico con le cosiddette “quinte scenografiche”, pianificazione a griglie delle costruzioni, realizzato quasi ovunque dopo il catastrofico terremoto del 1693 che toccò gran parte della Sicilia Sud-Orientale.

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