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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

La stanza dove sono conservate le botti si rivela tetro, triste, da dannati danteschi. L’alta volta annerita dal fumo, il pavimento dissestato fatto di piastrelle quadrate ora rosse ora avana, le pareti crepate in più punti, l’umido, il lungo ovattato silenzio, l’odore del tempo, riportano decisamente indietro, al 1600. Lì dentro, dove la coltre del tempo si è fatta assai spessa, dove come in un rito pagano i luetici bruciavano cinabro ed incenso per curare i loro mali, si innalzano le tre sfingi, le tre stufe, intatte dopo trecento anni, crudeli, inviolate e misteriose delle quali si sa solo che rimontano al 1698 e che don Tommaso Campailla le costruì.

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