MODICA e tu, né picciola nel Regno, Né minima sarai nel savio Mondo. Avrai fra eccelsi ingegni umile ingegno Che il nostro canterà saper profondo. Concederatti il Ciel per merto degno, Nobiltà, popol vasto e suol fecondo. Pari al Capo del Regno i propri Regi Preminenze daranti e privilegi.
In tutela il tuo popolo frequente Diva otterrà da la suprema sfera; Dei beni del tuo figlio Onnipotente Plenipotenziaria e dispensiera. Ne le tue avversità l’occhio clemente A voti volgerà di Alma sincera; E manderà di patrocinio in segno A te di un suo Palladio il sacro pegno. Sempre a Cristo fedel, Diodata pia Nascer da te vegg’io, città famosa, Che con casto imeneo, di Fanzio siam, Nobil Siracusano, amata sposa. Del Padre Eterno al figlio, e di Maria, Martire, parlerà l’Alma vogliosa; E il quart’anno sarà del Cielo acquisto Dopo il terzo dei secoli di Cristo. (Tommaso Campailla, L’Adamo, Canto VIII, Ottave 111, 112, 113)
L'amore di Campailla per la sua città
da Carla Vivirito
14 Ott 2010
MODICA e tu, né picciola nel Regno,
Né minima sarai nel savio Mondo.
Avrai fra eccelsi ingegni umile ingegno
Che il nostro canterà saper profondo.
Concederatti il Ciel per merto degno,
Nobiltà, popol vasto e suol fecondo.
Pari al Capo del Regno i propri Regi
Preminenze daranti e privilegi.
In tutela il tuo popolo frequente
Diva otterrà da la suprema sfera;
Dei beni del tuo figlio Onnipotente
Plenipotenziaria e dispensiera.
Ne le tue avversità l’occhio clemente
A voti volgerà di Alma sincera;
E manderà di patrocinio in segno
A te di un suo Palladio il sacro pegno.
Sempre a Cristo fedel, Diodata pia
Nascer da te vegg’io, città famosa,
Che con casto imeneo, di Fanzio siam,
Nobil Siracusano, amata sposa.
Del Padre Eterno al figlio, e di Maria,
Martire, parlerà l’Alma vogliosa;
E il quart’anno sarà del Cielo acquisto
Dopo il terzo dei secoli di Cristo.
(Tommaso Campailla, L’Adamo,
Canto VIII, Ottave 111, 112, 113)