Forum Storia, cultura, folclore - Promozione del territorio - IngegniCulturaModica2024-03-29T15:49:13Zhttp://ingegniculturamodica.ning.com/group/storiaculturafolclorepromozionedelterritorio/forum?feed=yes&xn_auth=noVenerdì 20 settembre, di scena la "Modica Antica" di Salvatore Minardotag:ingegniculturamodica.ning.com,2013-09-17:3900264:Topic:579842013-09-17T20:48:53.583Zmario giovanni incatasciatohttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/mariogiovanniincatasciato
<p><a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614858?profile=original" target="_self"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614858?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"></img></a></p>
<p><b> Modica Antica</b></p>
<p>Nuova tappa della rassegna “Sulle tracce della Modica Antica, uomini e storie ,segni e parole” di IngegniCulturaModica.</p>
<p>Venerdì 20 settembre alle ore 19,00, nei locali storici della Società Operaia “Carlo Papa” di Piazza Santa Teresa a Modica Alta, l’archeologa Anna Maria Sammito, funzionaria alla Soprintendenza ai Beni Culturali di…</p>
<p><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614858?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614858?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a></p>
<p><b> Modica Antica</b></p>
<p>Nuova tappa della rassegna “Sulle tracce della Modica Antica, uomini e storie ,segni e parole” di IngegniCulturaModica.</p>
<p>Venerdì 20 settembre alle ore 19,00, nei locali storici della Società Operaia “Carlo Papa” di Piazza Santa Teresa a Modica Alta, l’archeologa Anna Maria Sammito, funzionaria alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa ed in atto utilizzata al <i>Servizio Parco Archeologico di Cava Ispica e delle aree archeologiche di Modica, Ispica e dei comuni limitrofi,</i> tratterà il tema “La città di Modica dall’antichità ai nostri giorni” presentando il libro di Salvatore Minardo (1878-1914), “Modica Antica, ricerche Topografiche, Archeologiche e Storiche”.</p>
<p>Coordinerà i lavori Mario Incatasciato, presidente di IngegniCultura, che illustrerà ai presenti i prossimi appuntamenti della rassegna che come nei programmi degli organizzatori proseguirà fino a dicembre, esaltando luoghi e personaggi “simbolo” della Modica Antica.</p>
<p>Sarà presente ai lavori il nipote dell’autore del libro Giorgio Minardo che nel 1998 ha curato in collaborazione con l’associazione culturale “Dialogo” di Modica la nuova edizione del volume, rivista e corretta dal compianto prof. G. Raniolo, dopo che si erano esaurite sia la prima del 1952 che la successiva del 1982.</p>
<p>L’opera “Modica antica” di Salvatore Minardo fu pubblicata postuma (1952) per la morte prematura dell’autore avvenuta nel 1914, ma anche per impedimenti politici da parte del regime fascista.</p>
<p>L’autore, primo di otto figli, nacque a Modica il 17 gennaio 1878 e vi morì il 17 febbraio 1914. Conseguito il diploma di maturità nel locale Liceo classico “Tommaso Campailla”, si laureò agli inizi del novecento in lettere classiche e si dedicò oltre che all’insegnamento anche agli studi di paletnologia e di archeologia, come alla letteratura. Si interessò, con grande zelo, di ricerche archeologiche collaborando attivamente con l’archeologo Paolo Orsi all’esplorazione del territorio trogloditico di Modica e dei suoi dintorni, compresa Cava d’Ispica.</p>
<p>Tra le sue opere si annoverano la monografia di “Cava d’Ispica, studi storici ed archeologici”, 1905 ed il Carme “De Vitiis huius aetatis” 152 versi latini in esametri dattilici , carme che lo rivela provetto latinista.</p>
<p>La monografia di “Modica antica” del Minardo rappresenta nell’ambito della storia degli studi su Modica, un felice momento della storiografia locale.</p>
<p>L’autore oltre alla raccolta oculata di notizie storiche e alla preziosa registrazione di rinvenimenti archeologici entro il tessuto urbano non disdegna il collegamento con la grande cultura scientifica.</p>
<p>Le sue puntuali descrizioni topografiche, analitiche , basate sull'esperienza diretta dei luoghi e degli oggetti ne fanno una fonte primaria ed attendibile, importante soprattutto per la ricostruzione di contesti archeologici che oggi sono andati quasi totalmente perduti.</p>
<p>Nella premessa Minardo rivela la commovente predilezione per la città natia, di cui egli desidera soprattutto celebrarne le antiche origini, poiché, come affermò “la storia civile ed economica di un popolo si fonda prima di tutto sulla questione delle origini”, conosciute le quali “si può facilmente seguire l’evoluzione e l’elaborazione della sua civiltà”.</p>
<p>Il programma di Minardo che lo stesso con esemplare modestia disse che non sarebbe stato “un quadro completo e perfetto” in tutte le sue parti” è stato degnamente continuato da studiosi quali Giovanni Modica Scala, Giovanni Di Stefano e la stessa Anna Maria Sammito, relatore della serata, che con felici risultati sono pervenuti ad ulteriori ritrovamenti trogloditici, con scoperte di sepolcri e cimiteri attorno alla città di Modica.</p>
<p>La serata sarà allietata dalla presenza del chitarrista modicano Enzo Alfano che intratterrà i presenti con brani musicali tratti dal suo vasto repertorio personale.</p>
<p>E a conclusione della serata la consueta nota di carattere enogastronomico riconducibile ai tradizionali prodotti tipici locali, curata dal pastificio artigianale modicano di Giorgio Minardo.</p>
<p>Ingresso libero.</p>
<p>Per ulteriori informazioni rivolgersi a:</p>
<p> </p>
<p>IngegniCultura,gestione beni culturali e organizzazione servizi turistici. Ente gestore Museo della Medicina “Tommaso Campailla” e socio fondatore Consorzio Operatori Turistici di Modica</p>
<p><a href="mailto:cultura@ingegnicultura.it">cultura@ingegnicultura.it</a></p>
<p>tel/fax 0932 763990 cell.338 4873360 333 3301656</p>
<p></p> Auguri di una Santa Pasquatag:ingegniculturamodica.ning.com,2013-03-30:3900264:Topic:555282013-03-30T21:20:15.166Zmario giovanni incatasciatohttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/mariogiovanniincatasciato
<p>IngegniCultura augura una Santa Pasqua a soci e simpatizzanti.</p>
<p><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061610518?profile=original"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061610518?profile=original" width="400"/></a></p>
<p>IngegniCultura augura una Santa Pasqua a soci e simpatizzanti.</p>
<p><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061610518?profile=original"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061610518?profile=original" width="400"/></a></p> Le donne viaggiatrici: I siciliani? Di bell’aspetto e cortesi Il racconto di Emily Lowetag:ingegniculturamodica.ning.com,2013-03-06:3900264:Topic:548022013-03-06T10:32:58.525ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><h2 id="mstr_news"><a href="http://www.ragusanews.com/cultura" title="Vai alla categoria Cultura"> </a></h2>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><h2 id="mstr_news"><a href="http://www.ragusanews.com/cultura" title="Vai alla categoria Cultura"> </a></h2>
</div>
<h1 id="titolo">Le donne viaggiatrici: I siciliani? Di bell’aspetto e cortesi</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Il racconto di Emily Lowe…</h2>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><h2 id="mstr_news"><a href="http://www.ragusanews.com/cultura" title="Vai alla categoria Cultura"> </a></h2>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><h2 id="mstr_news"><a href="http://www.ragusanews.com/cultura" title="Vai alla categoria Cultura"> </a></h2>
</div>
<h1 id="titolo">Le donne viaggiatrici: I siciliani? Di bell’aspetto e cortesi</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Il racconto di Emily Lowe</h2>
<a class="imagegallery" title="Cultura | Goethe al femminile | Le donne viaggiatrici: I siciliani? Di bell’aspetto e cortesi" rel="foto" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1362562895_laics010052320130301ct.jpeg"><img src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1362562895_laics010052320130301ct.jpeg&size=212x182c50" alt="Le donne viaggiatrici: I siciliani? Di bell’aspetto e cortesi" width="212" height="182"/></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags</p>
<a href="http://www.ragusanews.com/all_news.php?nome_pagina=Ricerca&campo_ricerca=Le%20donne%20viaggiatrici" title="Cerca altro su: Le donne viaggiatrici"><br/></a></div>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><br/><div id="leggi_news"><div class="fullnews"><p>«In Sicilia, come in Norvegia, potevano viaggiare tranquillamente donne sole senza accompagnatori». Lo affermava nel 1857 orgogliosamente e con grande soddisfazione, da vera pioniera, la viaggiatrice inglese, Emily Lowe, che la percorse per ben due mesi. Da quel momento altre viaggiatrici di varie nazionalità la seguirono.<br/>La Sicilia offriva alle donne viaggiatrici un'interessante combinazione di avventura, arte e paesaggi, ma i loro sguardi si posero anche sul maschio siciliano, a cui ispiravano certamente - scrive nel 2007 Maria Carla Martini - una galante cortesia e una cavalleresca ospitalità. «I siciliani - affermava nel 1799 Ellis Cornelia Knight, figlia di un capitano della marina inglese - mi sembrano un popolo attivo e intelligente; vi era qualcosa nella forma e nel colore dei loro occhi, nella regolarità dei tratti e nell'espressività dei volti, che indicava l'origine greca; si potevano anche osservare tracce della conquista normanna nella loro carnagione chiara e nei capelli biondi che, così rari nel sud Italia, qui non erano affatto infrequenti». La razza normanna si conservava ancora e le viaggiatrici incontravano per le strade giovanottoni con gli occhi azzurri, i capelli castano chiari, la barba bionda, con stivali, speroni, calzoni di velluto nero, tabarro nero, mentre in altri i capelli neri e crespi, gli occhi brillanti, la carnagione bruna, le membra sottili e nervose, rivelavano invece il sangue arabo.<br/>Condividevano con i colleghi viaggiatori maschi l'idea di una popolazione dolce e affabile, con un'apertura di spirito e di cuore che le lasciava sorprese e ammirate. Il siciliano si presentava ai loro occhi con una cortesia naturale, abbastanza raffinata; ne lodavano le qualità intellettuali, in particolare la finezza, la penetrazione, la prontezza e il dono poetico: atutto il popolo si diletta di poesia e perfino i contadini compongono versi, ed un uomo fa male la corte alla sua amata quando non è capace di celebrarne le doti».<br/>Li descrivevano alti, vigorosi, con un bell'aspetto, un'aria pacifica e contenta. Osservavano i contadini che tornavano dal mercato e i pescatori che correvano con un carico di polipi sulla testa. aErano adatti a fare da modelli per uno scultore - scriveva la naturalista e pittrice inglese Marianne North - e sarebbe difficile trovare corpi più belli in qualsiasi posto; erano persone simpatiche, intelligenti e civili con cui conversare, nonostante la vita dura». Erano belli da vedere «quei pastori dall'aspetto nobile, con lunghi capelli che scorrevano sulle spalle, cappellini appesi in bianco e nero, camicie bianche di lana e pantaloni neri, pieni alla cintura, ghette nere e sandali».<br/>I siciliani si mettevano completamente a disposizione delle illustri ospiti, oltre ogni ragionevole immaginazione. «E' sorprendente, se delle signore appaiono incapaci e innocenti - affermava Lowe - come la gente cada nel tranello, e si sforzi di servirle; le viaggiatrici non possono far di meglio che attenersi alla vecchia combinazione delle qualità della serpe e della colomba».<br/>Anche il dialetto conservava qualcosa del linguaggio degli arabi e dei normanni. La gente lo conserva nella sua purezza, nelle sue costruzioni sottili, nelle sue finezze e sostiene che la sua pronunzia sia più dolce dell'italiano e che essa sia adatta straordinariamente alla conversazione intima e si presti perfettamente alla musica. «E finché le vostre orecchie non hanno sentito un siciliano che grida - sottolineava agli inizi del novecento la scrittrice e giornalista Norma Lorimer - non vi renderete conto pienamente di ciò che la lingua latina possa fare; egli inizia il suo grido con grande chiarezza ed eloquenza teatrale, per apprezzarne la cadenza e ammirarne la voce».<br/>Orientale era l'isolamento in cui venivano tenute le donne dai mariti il cui atteggiamento era «di ossessività gelosa e protettiva mista ad un cavalleresco rispetto» e permanevano in Sicilia - secondo la giornalista americana Isabel Emerson - le mentalità saracene e normanne. «Noi del nord diciamo che i focosi siciliani mancano di costanza: invece quando sono toccati nel cuore, nessuno più di loro è capace di sacrificarsi con tanta determinazione; dopo averli conosciuti in questo lungo viaggio - concludeva Emily Lowe - pur pieni di difetti come sono, possiamo senza esitazione ripetere ciò che si dice, cioè che i siciliani sono più sinceri dei francesi, più cortesi degli inglesi e più raffinati dei tedeschi».</p>
<p> </p>
<p>La Sicilia</p>
<p class="firma">Giuseppe La Barbera</p>
</div>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"></div>
</div> Questa poesia ,in dialetto, è stata scritta dal mio amico Mauro Cavallo (u pueta malarittu) nel 2001, in occasione dell'arrivo dell'Euro, ed è rimasta inedita.tag:ingegniculturamodica.ning.com,2013-01-13:3900264:Topic:541082013-01-13T19:04:18.426ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<p><br></br> <br></br>Euru</p>
<p>Euru! <br></br>Si ciama sta munita, <br></br>Sta palanca <br></br>ri st’Italia è scanusciuta.. <br></br>La lira <br></br>cciù la persi la partita.. <br></br>ma rresta ancora amata <br></br>e bon vuluta.</p>
<p>Li taschi i l’italiani <br></br>sù ‘mprugghiati.. <br></br>su ccini ri sordi spicci <br></br>e rari li sordi sani.. <br></br>lu ciantesimu <br></br>è attonna pieri pieri.. <br></br>è ncuocciu ri linticcia <br></br>ma si fa baliri. <br></br> <br></br> <br></br>Povuru! <br></br>Cu arriturnari a nnarrieri.. <br></br>Attonna cu li ciantesimi…</p>
<p><br/> <br/>Euru</p>
<p>Euru! <br/>Si ciama sta munita, <br/>Sta palanca <br/>ri st’Italia è scanusciuta.. <br/>La lira <br/>cciù la persi la partita.. <br/>ma rresta ancora amata <br/>e bon vuluta.</p>
<p>Li taschi i l’italiani <br/>sù ‘mprugghiati.. <br/>su ccini ri sordi spicci <br/>e rari li sordi sani.. <br/>lu ciantesimu <br/>è attonna pieri pieri.. <br/>è ncuocciu ri linticcia <br/>ma si fa baliri. <br/> <br/> <br/>Povuru! <br/>Cu arriturnari a nnarrieri.. <br/>Attonna cu li ciantesimi <br/>Ci tocca r’arricchiri.. <br/>Finiu lu tiempu ri li miliuna! <br/>E taliati ancora <br/>Comu a gghiri a finiri..</p>
<p>Tutta!<br/>ma vuogghiu virri<br/>ccu li massari..<br/>ccu sti quattro scuzzari <br/>ca sù pieri pieri..<br/>sa quantu rrisati <br/>ca na ma ffari..<br/>poveri li prufani!<br/>E li banchieri!</p>
<p><br/>Ri li cummircianti<br/>a ppuoi nu nna ma parrari..<br/>sa quantu mpruogghi<br/>e futti futti <br/>ca ccià ssiri..<br/>e primi tiempi n’futtisteriu ginirali..<br/>mischinu cu avi ri spenniri<br/>e ccu avi liri !!!!<br/>nMiliuni <br/>addiventa milli liri..<br/>e milli liri<br/>nveci cciui lu puoi strazzari…<br/>nzumma<br/>sugnu u primu e nun capiri…<br/>ma tantu nn’agghiu n’evira<br/>E mancu liri!!</p>
<p>Cu veni sa spila<br/>sta bedda ficumora!<br/>e cu si punci<br/>nesci fora.<br/>Chista è a zita!! <br/>vuliri o vulari….<br/>intra sti tiempi pazzi<br/>ni tocca a tutti r’amprugghiari!!!..<br/> <br/> <br/>li ricchi p’arricchiri <br/>e li poveri ppi campari!!!</p> Giuseppe Pitrè, l'uomo che raccontò la fiaba sicilianatag:ingegniculturamodica.ning.com,2013-01-02:3900264:Topic:536952013-01-02T17:41:12.589ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<h1 id="titolo">Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Un modello per l’Europa e gli Usa</h2>
<a class="imagegallery" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1357125265_giuseppe_pitre.jpg" rel="foto" title="Cultura | | Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana"><img alt="Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana" height="182" src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1357125265_giuseppe_pitre.jpg&size=212x182c50" width="212"></img></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags…</p>
</div>
</div>
</div>
<h1 id="titolo">Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Un modello per l’Europa e gli Usa</h2>
<a class="imagegallery" title="Cultura | | Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana" rel="foto" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1357125265_giuseppe_pitre.jpg"><img src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1357125265_giuseppe_pitre.jpg&size=212x182c50" alt="Giuseppe Pitrè, l’uomo che raccontò la fiaba siciliana" width="212" height="182"/></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags</p>
<a href="http://www.ragusanews.com/all_news.php?nome_pagina=Ricerca&campo_ricerca=giuseppe%20pitr%E8" title="Cerca altro su: giuseppe pitrè">giuseppe pitrè</a></div>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><br/><div id="leggi_news"><div class="fullnews"><p>Nessun genere letterario ha affascinato il genere umano come la fiaba. Tuttavia agli sforzi di spiegarne le origini storiche, l'evoluzione e la diffusione continuano ad opporsi grandi difficoltà. Gli studiosi di folklore e i critici letterari concordano sulla sua derivazione dalle tradizioni orali e sul fatto che essa sorse da un universo di micro-storie che - diffuse migliaia di anni fa in tutto il mondo - sono tuttora vive e vitali in mutati contesti storici.<br/>Su questo tema indaga Jack Zipes, professore emerito di Germanistica e Letterature comparate all'Università del Minnesota, nel saggio "La fiaba irresistibile. Storia culturale e sociale di un genere" (Donzelli, pp. 269, € 30).<br/>Per motivare l'irrefrenabile seduzione esercitata dalla fiaba, lo studioso, una delle massime autorità viventi in materia, ha cercato di illuminarne le correlazioni con le scienze sociali e naturali, allargando l'analisi socio-politica ai racconti popolari; e ciò sulla base dei nuovi sviluppi della psicologia evolutiva, dell'antropologia culturale, della biologia, della scienza cognitiva e della linguistica. Il suo assunto è «tentare di dimostrare che lo sviluppo storico della pratica della narrazione riflette l'impegno che gli esseri umani di tutto il mondo mettono in campo per adattarsi al loro ambiente naturale».<br/>Professor Zipes, quale è stato, in estrema sintesi, il significato della fiaba all'interno dell'evoluzione culturale?<br/>«Come tutti i racconti brevi - la favola, il mito, la leggenda - la fiaba è un legame che unisce la comunità. Il suo ruolo specifico è portare speranza e mostrare un mondo migliore del nostro, nel quale si possa vivere, perché nel mondo della fiaba c'è sempre la giustizia: essa rivela e smaschera le contraddizioni del nostro mondo».<br/>Lei scrive che l'evoluzione culturale della fiaba è connessa ai processi di civilizzazione che hanno portato alla formazione degli Stati nazionali. Può spiegare il nesso?<br/>«Ogni nazione ha creato un certo modo di vivere e determinate forme di comportamento; in altri termini, dei valori, che potremmo definire dominanti. Storicamente essi cambiano ed allora cambia il nostro modo da raccontare le fiabe. Solo le fiabe stupide, come quelle di Disney, si connettono a valori fortemente conservatori, mentre le vere fiabe sfidano l'establishment».<br/>Lei afferma che le narrazioni orali furono imitate e replicate come "memi nell'antichità". Può spiegare il concetto?<br/>«Il concetto fu inizialmente sviluppato da Richard Dawks nel libro "The Selfish Gene" (1976). Ho adottato il suo concetto di meme come informazione culturale che ‘aderisce' alla mente e lì rimane, assumendo grande rilievo nel nostro adattamento all'ambiente culturale e naturale. Credo che certe fiabe siano divenute memi poiché - meglio degli altri generi - contengono e cristallizzano informazioni sullo stupro, sull'abuso e l'abbandono dei bambini, sulla rivalità tra fratelli, sullo sfruttamento degli altri, sul serial killing, e su altri problemi individuali e sociali. Le fiabe ci aiutano a comprendere la nostra realtà divenendo essenziali per la nostra sopravvivenza. Inoltre sono facili da ricordare anche nelle forme più varie. Quando le fiabe sono prive di significato, non le riteniamo nella mente. Ne cerchiamo altre.<br/><br/>Gli scrittori non hanno mai usato il termine "fiaba» o «racconto di fate" finché Madame Marie-Catherine d'Aulnoy non lo coniò nel 1697, pubblicando la sua prima raccolta di storie. A questa scrittrice lei dedica molte pagine. Perché è importante?<br/>Madame d'Aulnoy e gli altri scrittori di fiabe vissuti durante l'"ancien regime" sono importanti perché, dopo Straparola e Giovan Battista Basile, hanno sviluppato la fiaba letteraria, fondata sulla tradizione orale come elemento indicativo del processo di civilizzazione. Grazie alla d'Aulnoy la fiaba fu accettata da esponenti della classe sociale dominante, anche se a ispirare l'autrice furono pulsioni sovversive».<br/>Perché attribuisce grande importanza a "Le piacevoli notti" di Francesco Straparola, novellista cinquecentesco?<br/>«Straparola fu il primo autore in Europa a pubblicare fiabe; 17 in tutto. Egli è divenuto un modello per alcuni autori francesi. Ancor più importante, a mio avviso, è Basile, il meraviglioso scrittore napoletano, più originale e profondo di Straparola».<br/>Quale è l'importanza di Giuseppe Pitrè, come raccoglitore e studioso di fiabe?<br/>«Sarebbe lungo spiegare il significato storico dell'opera di Pitrè, perché pubblicò tante cose, e non solo la raccolta di fiabe e racconti siciliani. Quest'uomo minuscolo di statura, medico e senatore del Regno, fu un grande, geniale studioso d'ogni forma di folclore. Il suo lavoro merita grande considerazione: ciò che egli fatto più per lo studio del folclore vale non solo per Europa, ma anche per Stati Uniti. Il suo metodo interdisciplinare nel raccogliere le fiabe fu un modello per tutti studiosi del folclore nel periodo fra 1875 e il 1914. Inoltre egli incoraggiò molti studiosi a produrre importanti raccolte di racconti e di fiabe».</p>
<p> </p>
<p>La Sicilia<br/><br/><br/> </p>
<p class="firma">Sergio Caroli</p>
</div>
<div class="addthis_toolbox addthis_default_style"><a class="addthis_button_facebook_like at300b" title="Facebook_like" href="http://www.ragusanews.com/articolo/29562/giuseppe-pitre-l-uomo-che-racconto-la-fiaba-siciliana#"></a></div>
</div>
</div> Il forno siciliano: "tannura"tag:ingegniculturamodica.ning.com,2012-12-14:3900264:Topic:535202012-12-14T16:33:49.983ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<h1 id="titolo">Il forno siciliano: tannur, tannura</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>A legna o a carbone</h2>
<a class="imagegallery" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1355416126_tannura.jpg" rel="foto" title="Cultura | Scicli | Il forno siciliano: tannur, tannura"><img alt="Il forno siciliano: tannur, tannura" height="182" src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1355416126_tannura.jpg&size=212x182c50" width="212"></img></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags…</p>
</div>
</div>
</div>
<h1 id="titolo">Il forno siciliano: tannur, tannura</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>A legna o a carbone</h2>
<a class="imagegallery" title="Cultura | Scicli | Il forno siciliano: tannur, tannura" rel="foto" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1355416126_tannura.jpg"><img src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1355416126_tannura.jpg&size=212x182c50" alt="Il forno siciliano: tannur, tannura" width="212" height="182"/></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags</p>
<a href="http://www.ragusanews.com/all_news.php?nome_pagina=Ricerca&campo_ricerca=forno%20siciliano" title="Cerca altro su: forno siciliano">forno siciliano</a> <a href="http://www.ragusanews.com/all_news.php?nome_pagina=Ricerca&campo_ricerca=tannur" title="Cerca altro su: tannur">tannur</a> <a href="http://www.ragusanews.com/all_news.php?nome_pagina=Ricerca&campo_ricerca=tannura" title="Cerca altro su: tannura">tannura</a></div>
<br/>
<div class="banner-sx"></div>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><br/><div id="leggi_news"><div class="fullnews"><p>Scicli - “Al di là e a dispetto delle differenze tra cristiani e arabo-berberi il mar Mediterraneo è stato un mare nel quale le cose e le parole hanno attraversato le culture: la parola araba “Tannur”, in siciliano “tannura”, termine con cui si designa il forno in cui si cuoce il pane, è simbolo di questa multiculturalità”.</p>
<p>Così il professore D’Onofrio, docente di antropologia storica del mondo antico presso l’università di Palermo e associato al laboratorio di antropologia sociale del College de France, di Parigi.</p>
<p>“La tradizionale “tannura” siciliana è un forno a legna o a carbone realizzato in metallo o in terracotta ma può anche trovarsi in pietra o muratura. In certi casi presenta la camera di combustione che viene separata dal vano sottostante, entro cui cade la cenere, tramite una griglia. La tannura può essere fissa o mobile. E’ sistemata vicino ai forni usati per cuocere il pane di casa ma può anche essere mobile oppure trovarsi entro uno spazio ricavato nel forno in pietra tra lo sportello semicircolare che chiude la bocca del forno e lo sportellino anteriore del forno stesso” –ha spiegato D’Onofrio. Nel modicano e a Scicli le pareti della tannura possono essere due o tre, rialzate rispetto al piano del forno e realizzate anche in pietra tufacea. Il fornello siciliano ha mantenuto, soprattutto tra le persone più anziane, la denominazione di “tannura” sulla base linguistica del forno introdotto dagli arabo-berberi negli anni della loro colonizzazione. Questo è un segno tangibile delle vicende accadute lungo le sponde del mar Mediterraneo che hanno marcato la storia, non solo a livello politico e istituzionale, ma soprattutto linguistico e culturale. La storia della Sicilia è una storia cumulativa, legata principalmente alla sua posizione geografica che la vede emergere al centro del Mar Mediterraneo. I processi di colonizzazione hanno avviato dei trasferimenti di culture, forme lessicali e oggetti che ancora oggi, a distanza di tempo, testimoniano la presenza e la continuità di culture del passato. Si può parlare di onde culturali e linguistiche dove le parole e le cose sono l’esito di conflitti, scelte, rinunce, accettazioni e rifiuti in funzione di fatti sociali ed economici. Un caso significativo di questa dialettica tra le parole e le cose è costituito proprio dal “Tannur”, un forno da pane in terracotta conosciuto fin dall’antica Mesopotamia e attualmente diffuso in alcune zone del mondo musulmano. In Sicilia questo forno è portato dagli arabo-berberi durante gli anni della colonizzazione ma la sua diffusione a livello mondiale va dal Marocco all’India e dal Caucaso all’Oriente. Si tratta di un forno domestico che può essere annoverato come il più antico forno del mondo.</p>
<p class="firma">Giuseppe Savà</p>
</div>
</div>
</div> L'eccidio di Giarratana del 1902tag:ingegniculturamodica.ning.com,2012-12-11:3900264:Topic:535182012-12-11T17:26:42.354ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<h1 id="titolo">Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Ci affidiamo all’inchiostro del “Corriere illustrato della Domenica”</h2>
<a class="imagegallery" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1355136598_pozzo-becca-2.jpg" rel="foto" title="Cultura | Giarratana | Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana"><img alt="Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana" height="182" src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1355136598_pozzo-becca-2.jpg&size=212x182c50" width="212"></img></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags…</p>
</div>
</div>
</div>
<h1 id="titolo">Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana</h1>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-2"><div id="dettagli_news"><h2>Ci affidiamo all’inchiostro del “Corriere illustrato della Domenica”</h2>
<a class="imagegallery" title="Cultura | Giarratana | Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana" rel="foto" href="http://www.sciclinews.com/immagini_articoli/1355136598_pozzo-becca-2.jpg"><img src="http://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=http%3A%2F%2Fwww.sciclinews.com%2Fimmagini_articoli%2F1355136598_pozzo-becca-2.jpg&size=212x182c50" alt="Centodieci anni fa l’eccidio di Giarratana" width="212" height="182"/></a><br />
<div class="tagsection"><p>Tags</p>
</div>
</div>
</div>
<div class="templatemo_leftcol_subcol-1"><br/><div id="leggi_news"><div class="fullnews"><p>Giarratana - Centodieci anni fa i fatti poi passati alla storia come “l’eccidio di Giarratana”. Fatti tragici, dei quali molti hanno scritto e analizzato cause, protagonisti, effetti.</p>
<p>Per fornire il nostro contributo, e non riferire quanto altre – molte - volte e sempre più professionalmente di quanto potremmo fare noi, ricordiamo quei drammatici eventi riportando la notizia di uno dei tanti omicidi di quei giorni. In questo caso l’uccisione, da parte della folla giarratanese scesa in piazza, di un carabiniere. Ci affidiamo all’inchiostro del “Corriere illustrato della Domenica”, datato 26 ottobre 1902.</p>
<p>“A Giarratana era stato proclamato lo sciopero. Ma non tutti i lavoratori erano d’accordo, molti erano i dissidenti. Per evitare che commettessero violenze, essendo gli animi molto eccitati, intervennero i Carabinieri, e siccome volavano sassi, e si minacciavano serie colluttazioni, i Carabinieri, che erano armati di sole rivoltelle, spararono in aria. Quello fu il segnale dell’eccidio. I carabinieri furono circondati dalla folla, che, come invasa da follia di distruzione, li investì a colpi di sassi e di mazze. I militi, piegando sotto l’urto veemente, tentarono di difendersi. Ma, sopraffatti dal numero, esplosero altri colpi di rivoltella. Poi si videro i pennacchi rossi dei militi come sommersi dalle ondate della folla, sulla quale agitavansi furiosamente i bastoni. La mischia si fece spaventevole, tra urli di ferocia e di terrore, i Carabinieri furono stretti da ogni parte. Il carabiniere Antonino Giancastro fu dalla folla isolato dai compagni, tentò di difendersi colla rivoltella, ma dovette cercare scampo in una casa vicina. La folla, inferocita, lo inseguì nel rifugio, ebbra di furore e di sangue. Vedendo un grande agitarsi presso la casa ove erasi rifugiato i Carabinieri vi accorsero. Ma troppo tardi: egli era stato già finito dai suoi assalitori.”</p>
<p class="firma">Saro Distefano</p>
</div>
</div>
</div> La celebrazione dei defunti tra storia e tradizioni popolaritag:ingegniculturamodica.ning.com,2012-11-16:3900264:Topic:531072012-11-16T10:51:28.889ZSilvana Di Rosahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/SilvanaDiRosa
<p><a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611155?profile=original" target="_self"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611155?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"></img></a> <a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611237?profile=original" target="_self"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611237?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"></img></a> <a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611408?profile=original" target="_self"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611408?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"></img></a> <a href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614516?profile=original" target="_self"><img class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614516?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"></img></a></p>
<p><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611155?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611155?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611237?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611237?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611408?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061611408?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a><a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614516?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061614516?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a></p> La città de "Il Cairo" fu fondata da un ibleo.tag:ingegniculturamodica.ning.com,2012-10-23:3900264:Topic:527212012-10-23T17:19:42.775ZGino Salinahttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/GinoSalina
<p>E Il Cairo fu fondato da un ibleo<br></br>Storia di Jawhar al-Siqilli</p>
<p><br></br>Tags<br></br>Jawhar al-Siqilli<br></br>fondatore<br></br>il cairo</p>
<p></p>
<p></p>
<p>Ragusa - Jawhar al-Siqilli è passato alla storia per essere stato il riconosciuto fondatore della città egiziana del Cairo, oggi una delle più importanti del mondo, non solo quello islamico.<br></br>Al-Siqilli, come si comprende anche dal nome, era un siciliano. Era un generale, nato non si sa esattamente dove, ma secondo molti la sua terra…</p>
<p>E Il Cairo fu fondato da un ibleo<br/>Storia di Jawhar al-Siqilli</p>
<p><br/>Tags<br/>Jawhar al-Siqilli<br/>fondatore<br/>il cairo</p>
<p></p>
<p></p>
<p>Ragusa - Jawhar al-Siqilli è passato alla storia per essere stato il riconosciuto fondatore della città egiziana del Cairo, oggi una delle più importanti del mondo, non solo quello islamico.<br/>Al-Siqilli, come si comprende anche dal nome, era un siciliano. Era un generale, nato non si sa esattamente dove, ma secondo molti la sua terra d’origine era quell’altopiano ibleo che corre da Monte Lauro verso il Canale di Sicilia. Ragusano, chiaramontano, giarratanese che fosse, Jawhar – nato nel 911 dopo Cristo, morì nella città da lui fondata nel 992. Ricorre quindi quest’anno l’anniversario, il 1020esimo, della sua morte.<br/>Ma il generale “Dalla Sicilia” (come potremmo letteralmente tradurre dall’arabo il suo cognome) non si limitò alla fondazione di quella al-Qahira che sarebbe poi diventata una megalopoli cin decine di milioni di abitanti, perché il suo nome è legato alla creazione del più grande impero fatimide della storia, con la conquista di tutto il Nordafrica, dell’Egitto e della Siria. A me piace pensare a questo nostro conterraneo non tanto per le sue imprese guerresche (e chi lo avrebbe mai immaginato, un “babbo” così feroce e militarmente valido, non ci avevano detto che eravamo diversi dagli altri siciliani?), quanto per una sua altra medaglia che la storia gli riconosce da sempre. Una medaglia d’oro al valore culturale, se è vero (come parrebbe vero) che il nostro è stato anche il fondatore della grande moschea di al-Azhar, che è anche una delle più antiche università del mondo.<br/>Della sua vita si conosce pochissimo, solo il nome del padre, Abd-Allah, e l’appartenenza al grupop di “mawali”, cioè i siciliani “non arabi” che erano stati ridotti in schiavitù e deportati dall’Emirato di Sicilia nella città di Qayrawan – nella odierna Tunisia – che all’epoca era la capitale del Imanato fatimide dell’Africa del nord. Sappiamo anche che gli antenati del generale erano dei cristiani bizantini. Jawhar venne liberato dalla schiavitù intorno al 953 dll’Imam Al-Mu’izz li-Din allah che gli consentì – avendo percepito le grandi qualità del giovane siciliano – si scalare le posizioni di maggiore importanza nell’esercito dei Berberi, fino a raggiungere il grado di visir comandante in capo dell’intero esercito.<br/>La vicenda della conquista dell’Egitto e la fondazione del Cairo è di suo una molto affascinante, per la quale rimando eventuali interessati all’ampia letteratura – specialistica o meno – che si trova in abbondanza anche sulla Rete.<br/>Jawhar al-Siqilli morì il 28 gennaio 992, ottantenne. La sua tomba è stata collocata all’interno della università di al-Azhar da lui fondata.<br/>Saro Distefano</p> Modica."Arte e Cultura tra Museo & Territorio" Programmatag:ingegniculturamodica.ning.com,2012-09-26:3900264:Topic:479262012-09-26T13:48:29.104Zmario giovanni incatasciatohttp://ingegniculturamodica.ning.com/profile/mariogiovanniincatasciato
<p>Programma completo della rassegna culturale "Arte e Cultura tra Museo & Territorio" di IngegniCulturaModica, ente gestore del Museo della Medicina "Tommaso Campailla".</p>
<p>La rassegna sostenuta dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa , con il patrocinio del Comune di Modica, assessorato alla Cultura,supporter Istos (soluzioni web) e IngegniCultura, laboratorio di progettazione e servizi per l’ingegneria e i beni culturali, ha preso avvio venerdì 14 settembre 2012 per concludersi il…</p>
<p>Programma completo della rassegna culturale "Arte e Cultura tra Museo & Territorio" di IngegniCulturaModica, ente gestore del Museo della Medicina "Tommaso Campailla".</p>
<p>La rassegna sostenuta dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa , con il patrocinio del Comune di Modica, assessorato alla Cultura,supporter Istos (soluzioni web) e IngegniCultura, laboratorio di progettazione e servizi per l’ingegneria e i beni culturali, ha preso avvio venerdì 14 settembre 2012 per concludersi il 15 dicembre con Karibo Africa, racconti e testimonianze di volontari ed operatori impegnati in iniziative umanitarie in Africa che <strong>comunicano con forza, poesia e fantasia, la voglia di vivere e la dignità di un popolo in perenne guerra contro le malattie, la sete e la mancanza di strutture essenziali.</strong> <a target="_self" href="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061608546?profile=original"><img width="750" class="align-full" src="http://storage.ning.com/topology/rest/1.0/file/get/2061608546?profile=RESIZE_1024x1024" width="750"/></a></p>