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Cultura | LibroUn'antologia racconta GuccioneEdita dal Rossitto

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Centro Studi Feliciano Rossitto

Ragusa - Nelle parole di Piero Guccione la tensione perenne dell'animo a quanto sia sciolto da limite viene pacificata dall'esistenza, secondo il maestro, di una possibilità. Che l'arte respiri d'infinito. E sono di fatto numerose le epifanie con cui il magistero guccioniano ha sospeso sulla tela l'illimitato, visualizzato tante volte nel cielo, che è la fissità assoluta, continua il maestro, dunque in relazione ossimorica col mare,fissità mobile. Una splendida rassegna delle stagioni creative dell'artista, per come le ha lette la critica internazionale dal 1990 al 2010, offre il recente volume Piero Guccione, curato da Paolo Nifosì e Giorgio Sparacino, raffinatissima operazione editoriale del Centro Studi Feliciano Rossitto. Il libro, presentato nella sede del Centro, è una avvincente silloge di trentuno testi vergati da Piero Guccione, scrive nella prefazione il presidente Giorgio Chessari, articoli, saggi, pagine scientifiche ed elegiache, che hanno illustrato la pittura di Guccione e raccontato sue memorabili mostre mondiali. Del resto la sua produzione ha da sempre dialogato con la grande letteratura internazionale, come comprovano i contributi critici che Guccione guadagna da nomi del valore di Susan Sontag, o, per riportarci al cosmo di matrice isolana, di Gesualdo Bufalino, dal cui immaginifico scrittoio il libro riporta in particolare due lettere a Guccione. Il volume, che comprende venticinque aforismi dello stesso maestro, prezioso inserto estetico e umano, arrecante la valenza di manifesto, si avvale di un apparato d'immagini che assecondano tappe salienti della produzione guccioniana: effigi che percepiamo oramai come archetipiche del paesaggio ibleo, geograficamente riconoscibile eppure colloquiante con la regione del noumeno, cosicché la tela respiri dello spirito della madre Isola, mai del transeunte, se non quando l'artista decide di interrompere l'assoluto, emblematizzato nel cielo, di spezzarlo con un segno di contingenza, per esempio con la corporeità d'un volo nero d'uccelli. Allora il cielo si sporca di natura, riceve e si anima di quella realtà mobile, che altrimenti non assoceremmo, esteticamente ed emozionalmente, al sublime che parla pur commosso il paesaggio guccioniano. Il libro rende conto anche dell'engagement dell'artista, come osserva Giuseppe Pitrolo, uno dei relatori alla presentazione del testo, e come attesta la straordinaria collezione dei carrubi guccioniani, dilaniati da un vento pure metaforico, che chiude la simbologia complessa dell'avanzamento tecnologico, troppo spesso rispondente a logiche fredde di mercato, insensibili alle esigenze di tutela di un ecosistema magnifico quale è quello ibleo. E se la seduzione prima delle creazioni di Guccione risiede forse nella struggente invenzione d'un credibilissimo infinito, in una eternità contemplata, metodicamente eppure grandiosamente dal maestro, nelle originali soluzioni estetiche, sincretiche di figurativo ed espressionistico, sfiorate da un informale che vuole dire il vago romantico, uno spazio il volume concede ai d'après di Guccione. Infatti il libro, le cui linee guida sono state chiarite nel corso della presentazione da Giorgio Sparacino, che ha pure raccontato la storia del Tondo del teatro Garibaldi di Modica, e da Paolo Nifosì, che si è intrattenuto su una lucida riflessione intorno al paesaggio guccioniano, al suo azzurro, alle antitesi armonicamente compresenti nell'arte del maestro, il libro abbraccia anche una rassegna del dialogo meraviglioso intessuto da Guccione coi maestri antichi: linee, cromìe, accenti divaganti dai nuclei riconoscibili nelle ascendenze direttamente appellate; opere centripete e centrifughe dalla modernità evocata, ove Guccione, attingendo appassionatamente ad un prestigioso sostrato morfologico, perviene alla configurazione di un contenuto proprio. Dello spirito del libro tratta invece Giorgio Flaccavento: Leggendolo si ha come l'impressione di entrare in una cerchia di amici che si scambiano emozioni sull'arte di Piero.Amici tutti presenti, a dire grazie a chi riesce a prenderci cuore e mente.

Elisa Mandarà

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