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Modica, "Nel segno del cancro". Un tumore al seno, la gravidanza, e la guarigione
Cinzia Spadola si racconta

Modica - “Può sembrare un paradosso, ma debbo dire grazie al mio tumore al seno se ho riscoperto il valore della vita e se mi sono riappropriata di me stessa”: sono le parole forti della testimonianza di Cinzia Spadola che hanno risuonato nella Sala conferenze del Palazzo della cultura , ove è stato presentato sabato scorso il suo libro “Nel segno del cancro” per iniziativa del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, e in collaborazione con le associazioni Fidapa, Associazione mogli medici Italiana e la Inner Wheel Club Ragusa-Contea di Modica.
A presentare il volume è stato Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo, che ha illustrato i quattro livelli su cui si dispiega il testo: quello narrativo, quello psico-antropologico, quello letterario e testimoniale.

Partendo dal rapporto letteratura-malattia con riferimenti a Kafka, Proust e Pablo Neruda, e attraverso brani del libro letti da Teresa Floridia, Pisana ha messo a fuoco la storia di Cinzia Spadola, la quale, colpita da un tumore al seno, subisce un intervento prima che il cancro potesse estendersi in altre parti del corpo, e dopo l’intervento, inizia una fase chemioterapica.

All’interno di questa storia di malattia, si inserisce un’altra storia: la protagonista diventa un “caso unico”, sconfessando ciò che da sempre è stato un dato acquisito dalla letteratura scientifica: e cioè che in fase di chemioterapia non è assolutamente possibile una gravidanza. Cosa che invece accade all’autrice del racconto. Sorge un ulteriore problema: la possibilità di una malformazione del feto…l’autrice si consulta…alla fine è lei a decidere di andare avanti, vuole il suo bambino, e così nasce Marta, una bella bambina sana e senza alcun problema, che anche ha il piacere di allattare.
Il finale è eccezionale ed ha dell’impossibile e dell’incredibile: la protagonista del racconto oggi è ufficialmente e totalmente guarita, fuori da ogni rischio di ricaduta, con due figli e ha ripreso la sua vita nella piena normalità.

“E’ stata certamente – ha affermato Pisana – la forza d’animo, accompagnata dalla fede in Dio, l’elemento motivante di questa vicenda, forza che ha permesso alla Spadola di dare corpo ad una storia che tocca il cuore e che porta alla luce una malattia vissuta con compostezza e interpretata nella prospettiva della speranza. Il racconto della Spadola non è la semplice cronaca di una malattia a lieto fine, ma è finalizzato a dare una testimonianza umana in una società che tende a smarrire il senso della vita e nella quale il dolore e la malattia spesso fanno perdere alla persona ogni forza per andare avanti. La Spadola – ha concluso Pisana – ha voluto condividere ad alta voce una storia di coraggio e di amore, ha voluto testimoniare come una donna può riscoprire in sé la forza per affrontare il dramma della sua malattia, e come la presenza di un figlio che arriva sconvolgendo le regole della scienza, abbia avuto quasi il sapore di un dono che ha compensato la sua sofferenza e il suo sforzo di amore alla vita.
Nella conversazione con l’autrice è intervenuto anche il dott. Paolo Tralongo, Direttore dell’Unità Ospedaliera di Oncologia Medica dell’Ospedale “Di Maria” di Avola, che ha evidenziato gli aspetti medici del racconto e il rapporto tra scienza medica ed etica.
La serata è stata arricchita di intervalli musicali alla chitarra a cura del M° Enzo Alfano, mentre il ricavato della vendita del libro è stato devoluto in beneficenza alla Fondazione GSTU per il progetto sui lungodegenti.

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