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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Alcune classi del Liceo scientifico di Modica protagonisti del progetto "Incontro con l'autore" hanno incontrato il prof Sebastiano Vecchio, docente di Filosofia all'Università di Catania, e padre del giovane Lorenzo Vecchio, autore del libro "Mia madre non chiude mai"

Lorenzo Vecchio è nato a Catania nel 1981 e ha studiato cinema al Dams di Roma Tre. Socio fondatore dell'Associazione culturale Scarti e direttore artistico di Magma - mostra di cinema breve, mostrò subito il suo talento letterario e cinematografico, girando vari cortometraggi e il mediometraggio Ballata di un uomo sottile (2001). Ha vinto il premio Vittorini per l'opera

prima nel 2005 con Mia madre non chiude mai, suo primo romanzo; postumi, sono
stati pubblicati Un metro lungo cinque, Cinque racconti più uno, Vent'anni a
Barcellona, Il regalo più bello - scritti di cinema -e Quando Lorenzo visse a Barcellona.


Di ritorno dal suo Erasmus a Barcellona, nel 2002, ha scoperto di essere ammalato di cancro. È morto nel maggio 2005.

Dopo la sua morte, il premio per il miglior cortometraggio di Magma  -mostra di cinema breve- ha preso il suo nome.


Il suo è un romanzo delizioso che racconta la storia di amore ed
amicizia di Vinicio, nome da kolossal, ma mestiere da nottambulo conduttore
radiofonico; Micol, cieca visionaria di professione enologa e Martino, autore
di un solo fortunatissimo romanzo che lo ha reso ricco ed impotente. A
contorno, con la forza decisiva di satelliti impattanti, alcuni personaggi di
straordinaria efficacia: una bambina cieca dalla nascita, con cui Micol scambia
lezioni ed insegnamenti, il vecchio Don Saro da cui Vinicio eredita una casa in
montagna che sarà decisiva per lo scioglimento dell'intreccio, Giaime un cane
saggio e strafottente, Alice l'amore perduto di Vinicio. Come è stato detto e
non si può fare a meno di notare, Lorenzo Vecchio è anni luce lontano da tanta
giovane letteratura cannibale e pulp: la parola narrativa viene qui utilizzata
per una piccola indagine sulla crisi e su come uscirne nei diversi tempi di
sviluppo delle storie dei protagonisti.
All'autore non interessa produrre una critica di questa società, ma piuttosto
costruire qualcosa di nuovo, in un continuo combattimento tra possibile realtà
ed artificio, ma con un’istintiva propensione per la prima.
La collocazione degli avvenimenti avviene secondo un meccanismo ad orologeria
che accosta alcune azioni tra loro, mentre altre le allontana lasciando che si
richiamino a distanza di alcune pagine, ricevendo un’evidenza esplosiva che le
fa somigliare a piccole epifanie. E questo procedimento non sfugge mai di mano
all'autore, soprattutto nell'ultima parte del racconto, dedicata allo scrittore
in crisi Martino e al suo romanzo che ha un ottimo spunto di partenza di
matrice cinematografica, ma non riesce a trovare gli sbocchi adeguati.(da una recensione di Vincenzo La Monica)


Gli studenti preparati all'incontro con il padre di Lorenzo dalla prof. Trimarchi gli hanno rivolto

mille domande e il prof. Vecchio per rispettare il volere e l'essenza di Lorenzo,  non si spinge nel ricordo al di là delle qualità creative e narrative del figlio. Perché non si associ la sua memoria a quella di un "ragazzo
sfortunato", dalla storia tragica. Piuttosto lo si rammenti come una mente
creativa e impegnata “per un’Italia più bella e morale”.



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