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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Sicilia, l'Isola del ViaggioGringeri Pantano: «La scoperta dell'America coincide con il testo sull'Etna di Bembo» Tags Sicilia l'Isola del Viaggio Francesca Gringeri Pantano Ragusa - "Dicono gli atlanti che la Sicilia è un'isola e sarà vero, gli atlanti sono libri d'onore. Si avrebbe voglia di dubitarne, quando si pensa che al concetto d'isola corrisponde solitamente un grumo compatto di razza e costumi, mentre qui tutto è dispari, cangiante, come nel più ibrido dei continenti. Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle". Con la consueta sagacia Gesualdo Bufalino apriva, nel 1993, la suggestiva silloge "Cento Sicilie", titolo emblematicamente riferito ai percorsi da sempre battuti dai cultori delle cose di Sicilia, al fine di rintracciarne l'identità. Bufalino alludeva certamente alla fisionomia specifica dell'Isola, consistente nella pluralità, nella mescidanza di tratti, legata a un passato di dominazioni, di apporti oltreché di soprusi, come alla peculiare geografia della Sicilia, cuore del Mediterraneo, convegno di occidente ed oriente, luogo deputato al conflitto tra ragione e magia, tra le istanze del progresso e le seduzioni misteriose portate dal caldo vento africano. È in questo universo caleidoscopico, mobile di ascendenze ed evoluzioni, che tenta di mettere ordine lo splendido volume di Francesca Gringeri Pantano, "L'Isola del viaggio" (Catania, Domenico Sanfilippo Editore, 2009), recentemente presentato presso il teatro Donnafugata di Ibla, entro un incontro promosso dalla Banca Agricola Popolare di Ragusa, che ha contribuito pure alla realizzazione dell'opera. Storica dell'arte lucidissima, nella ricognizione dello specifico culturale siciliano, l'autrice ha assecondato l'affascinante fil rouge dei viaggi in Sicilia compiuti in era moderna da poeti, eruditi e soprattutto da architetti e pittori. Da stranieri, cioè, il cui ingegno o la cui fantasia creativa, la personale Weltanschauung, ha interagito col cosmo isolano, restituendone sulla tela o sulla pagina, ancora sulla pietra, un'immagine che nei secoli è andata evolvendosi, fino a giungere alla Sicilia che i secoli hanno consegnato alla contemporaneità. Decisamente ampio l'arco temporale abbracciato dalla studiosa, che dispiega il suo itinerario secondo uno svolgimento diacronico, ricercando, con finezza investigativa e certezza di gusto, le più significative esperienze di viaggio comprese tra la fine del XV secolo e il primo Ottocento. "La data epocale della scoperta dell'America coincide con il viaggio in Sicilia di Pietro Bembo, autore di un testo sull'Etna", spiega l'autrice, che nel volume ha pure realizzato un significativo interscambio tra le facce variegate dell'arte, attingendo a regesti molteplici, alla storia, alla letteratura, perfino alla numismatica, tra gli altri, e alla botanica. Articolato in vari spaccati tematici, corrispondenti ai principali topoi ricorrenti nella produzione odeporica nel '4/500, nel Seicento, quindi nel Settecento, secolo del Grand Tour, il volume arreca una sezione importante, inquadrabile quale catalogo del nuovo Museo dei Viaggiatori in Sicilia, che verrà inaugurato il 19 dicembre a Palazzolo Acreide. Sottende evidentemente al libro il disegno di comporre un universo armonico, di conferire ordine e fruibilità a una materia tanto seducente quanto magmatica. Perché è sterminata la serie di presenze notevoli attestate in Sicilia, fin dalla classicità grecoromana, di Lucrezio, per esempio, il cui "De rerum natura" costituisce il primo luogo letterario della latinità in cui si accampa imponente l'Etna. Il poeta, nel consegnare del vulcano il prototipo di locus horrendus, mutuava dalla tradizione poetica greca l'istanza descrittiva, significativa soprattutto in Pindaro e negli alessandrini, avvantaggiandola alla valenza mitologica, valorizzata invece dalla tragedia, specie da quella eschilea. E un minuzioso descrittivismo, unito a una volontà primariamente documentaria, serba la Gringeri Pantano nell'intero percorso del suo libro, corredato pertanto di una nutrita rassegna di immagini, incisioni, dipinti, acqueforti, spesso affiancate ad un'altrettanto suggestiva fotografia, che offre l'attualizzazione dell'effigie antica: l'autrice accosta passato e presente, inventio a verità, mostrando, con una ricca esemplificazione, il valore del confronto con l'Isola esercitato nel passato da grandi quali Goethe, per citare uno dei più celebri esempi. Il suo viaggio in Sicilia fu un fatto cruciale della sua esistenza, vissuto dal poeta tedesco quale occasione di prodigiosa liberazione dei sensi, come contatto con la concretezza umana e terrestre, come scoperta dello spirito classico. Dei percorsi trascelti e idealmente collazionati, Francesca Gringeri Pantano indaga non solo ragioni e intenti, ma anche esiti, pervenendo a considerevoli tesi. Elisa Mandarà

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