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Home > Attualità > "Cu nesci arrinesci", libro denuncia del giornalista di Avvenire, Matarazzo L'analisi sull"emigrazione dei giovani siciliani verso il nord
"Cu nesci arrinesci", libro denuncia
del giornalista di Avvenire, Matarazzo
 - "Cu nesci arrinesci". Quello di Giuseppe Matarazzo, giovane giornalista economico dell'Avvenire, sortinese, emigrato a Milano dove lavora appunta nella redazione del quotidiano dei vescovi, è un libro, ma soprattutto, un titolo, che certamente trarre in inganno. Sarebbe come dire: "Basta uscire dalla Sicilia per avere fortuna". Invece, il suo, è un libro provocatorio, testimoniale, di stimolo, senza dubbio di denuncia, ma non di rassegnazione.

«Non è un invito all’abbandono o alla fuga. No. E’ una denuncia dell’immobilismo delle classi politiche e dirigenti siciliane, dell’incapacità di creare libere opportunità di crescita per i nostri giovani. E’ la spinta ad avere uno scatto d’orgoglio, a uscire dal torpore, a ribellarsi a un sistema clientelare e assistenziale che come una cappa impedisce a questa magnifica terra di spiccare il volo e essere motore positivo della rinascita del Sud. E’ un atto d’amore per Sicilia».

Così, infatti, il giornalista sortinese ha tenuto a presentare venerdì sera il suo “Cu nesci arrinesci. Sicilia, speranze tradite e nuova emigrazione” (Di Girolamo Editore), nel primo appuntamento dei Caffè letterari promossi a Carlentini dall’Associazione Culturale “La Meta”, con la Pro Loco e con il sostegno della libreria “Edicolè e l’Eden Bar di Puglisiche si è svolto venerdì sera, all’interno dello spazio eventi della libreria Edicolè.

Una conversazione, quella con il giornalista di Avvenire, originario di Sortino, con il redattore del settimanale cattolico “Cammino”, Luca Marino, e con il presidente de “La Meta” Maurizio Di Salvo, della Pro Loco, Enzo Giuliano, e con il consigliere provinciale Francesco Saggio.

Attraverso una analisi della ripresa del movimento migratorio verso il Nord, che interessa circa 30 mila giovani all’anno che per motivi di studio o di lavoro lasciano la Sicilia, e una carrellata di interviste a personaggi del mondo culturale, artistico e cinematografico, Giuseppe Matarazzo evidenzia come: «ci troviamo di fronte a un bivio: la rassegnazione, arrendendoci a questo lento e inesorabile declino. O il riscatto, che parte dal basso – afferma il giornalista - dalla società civile che non si accontenta, non si piega al malcostume, che pretende dai governanti non la gestione del presente e la garanzia di privilegi, non promesse che non saranno mantenute, ma l’opportunità reale di una prospettiva migliore. Non a parole, non sprecando i milioni e milioni di euro di fondi europei che sono piovuti sull’isola e poi dispersi in mille inutili rivoli senza nessuna concreta ricaduta in termini di servizi, di occupazione e di opportunità per i cittadini e il territorio. Il compito di una classe dirigente è di preparare il terreno per la semina di idee, di progetti, di imprese, e dare sfogo all’entusiasmo e alla creatività del nostro capitale umano. Restare o no, in Sicilia – conclude Matarazzo – deve essere una scelta libera in un mondo globale, non una necessità. E chi resta e vuole investire nella propria terra non deve necessariamente essere martire o eroe».

È seguito un intenso dibattito al quale sono interventi professionisti, giovani, studenti e insegnanti.

«Abbiamo lanciato l’idea dei caffè letterari –ha detto il presidente della “La Meta” Maurizio Di Salvo – per incontraci e confrontarci, incontrando uno scrittore, un artista o un uomo di cultura e costruire una società migliore”. Per il consigliere provinciale Francesco Saggio “in questo territorio c’è speranza per poter costruire e confrontarci sui diversi temi che coinvolgono adulti e giovani. Noi dobbiamo sostenere queste iniziative».

Nella foto da sinistra, Luca Marino e Giuseppe Matarazzo

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