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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Sembra che il motto del Carnevale sia di mangiare a crepapelle, prima
delle privazioni del periodo di astinenza della Quaresima. Si
moltiplicano ovunque i banchetti specialmente nei giorni del giovedi'
grasso, della domenica e del martedi' di carnevale, seguendo l'antico
uso che vuole che il consumo di alimenti in grande quantità serva a
propiziare l'abboddanza futura. Si fa quindi largo uso di pietanze
anche elaborate, e si prevedono dei piatti tipici come: i "maccheroni
al ragù" preparato con cotenna di maiale e spezie o il "Minestrone del
giovedì grasso" preparato a Modica  con verdure, patate, fave
secche sgusciate, una cipolla, prezzemolo, sale e pepe, ma anche il
lardo di maiale privato di cotenna.
La carne "capoliata", si utilizza
per condire la pasta, ma il piatto tradizionale per eccellenza del
Carnevale è la salsiccia (detta in dialetto siciliano sasizza),
prevalemntemente offerta in piazza arrostita alla brace. Il pimato
spetta comunque ai dolci: si tratta di dolci molto ricchi come le
"Teste di Turco" (delle frittelle dolci ripiene di crema ed uva passa
prodotti a Modica - Rg -) ma anche di dolci semplici come la
"Pignoccata" (così chiamata perchè presenta la forma di pigna) che è un
dolce preparato con farina, tuorli, zucchero ed un pizzico di sale;
l'impasto così preparato è tagliato in tocchetti successivamente fritti
in sugna bollente, sgocciolati e decorati con miele allentato con acqua
d'arance e spolverati di cannella spellata. Il dolce più “gettonato” è
comunque il cannolo, il cui nome proviene forse da canna o cannolo che
vuol dire rubinetto.

il composto della scorza, viene spianato in una superficie piana e successivamente si ricavano dei quadrati; quindi, per ricavare la sagoma della buccia, diagonalmente vengono avvolte intorno alla "canna" o ad un cilindretto di legno o metallico in acciaio, anticamente erano di latta, pressando le estremità per chiuderle. Dopo la frittura le scorze dorate vengono fatte asciugare e freddare, prima di staccarle
dai tubi.

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