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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

maccu




Il macco o maccucome si dice in dialetto, è un piatto prelibatissimo anche se semplice, è una crema che si ottiene dalla cottura di fave secche.


Ingredienti: 500 gr fave secche già sgusciate, 2 mazzetti di finocchietti,1cipolla, pasta gr. 300, olio, sale, pepe nero

Preparazione: Mettete a bagno le fave secche per una notte intera. In un tegame mettete le fave scolate, acqua abbondante, la cipolla affettata, un po'di sale e pepe. A metà cottura, dopo circa un'ora aggiungere i finocchietti
tagliati a pezzetti




Cucinate sino a quando le fave non formano una crema, devono essere un po' a pezzetti e parte di esse scotte. Rimestate spesso affinché non si attacchino al fondo del tegame che in origine era di coccio, aggiustate di sale. A
parte cucinate la pasta che può essere le "casereccie" o meglio le
bavette fatte in casa e tagliuzzate a tocchi da 2 cm prima di
cucinarle. A metà cottura scolate ma non tutta l'acqua e lasciatene un
po', aggiungete le fave e continuate a cucinare rimestando sempre.
Quando la pasta è cotta mettete l'olio










Origini e tradizioni

Il nome Maccu deriva dal tardo latino maccare, che vuol dire schiacciare, ridurre in poltiglia. Il suo
nome si ricollega a Maccus, personaggio delle favole romane,
progenitore di Pulcinella.
Maccus era anche uno dei più importanti protagonisti delle farse atellane, attore che anticipa, sotto certi
punti di vista, i servi sciocchi del settecento, i mangiatori ingordi e
sempre insoddisfatti: è con il macco di fave che Macco-pagliaccio si
rimpinza, felice di potersi togliere la fame con quello che può
apparire un alimento grossolano a chi la fame se le già tolta in altro
modo.Il macco è il simbolo della scorpacciata del popolano, del povero
che non può permettersi altro. La ricetta del macco subisce diverse
varianti a seconda delle provincie: si passa dal maccu con la pasta a
quello autentico contadino che utilizza le fave e niente altro;
A Catania si usano gli spaghettini sminuzzati,, e poi il tutto è condito con olio crudo: e: il modo di dire
"cògghiri l'ògghiu sopra 'u maccu" si usa come riferimento a chi è terribilmente spilorcio, al punto di
risparmiare anche la lira); a Siracusa si tratta di una zuppa di legumi
vari e verdura aromatica e viene preparato in onore di San Giuseppe ed
è offerto in voto alle ragazze sfortunate, povere ed orfane. Nel
palermitano invece, per portarsi il maccu sul lavoro, i paesani lo
lasciano raffreddare nel piatto, lo tagliano a fette e lo friggono: il
risultato è una specie di panella di fave


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