Un piccolo museo che custodisce i segreti della medicina. Un tesoro poco conosciuto da turisti e visitatori. E’ il Museo Tommaso Campailla, a Modica, in provincia di Ragusa. Nell’ex ospedale di Santa Maria della Pietà sono conservate le famose botti o stufe mercuriali per la cura della sifilide, conosciuto allora come ‘morbo della vergogna’.

Inventore fu il medico, filosofo e poeta Tommaso Campailla. Nel 1700 fu proprio lui ad aprire nell’ospedale la stanza delle botti per la cura dei malati ricoverati da ogni parte d’Italia. Questa zona è quella più antica del museo che testimonia il metodo utilizzato per la cura della sifilide. Dotata di bracieri ardenti dove si gettavano cinabro e incenso e dove i pazienti venivano rinchiusi e isolati. Alle pareti sono ancora appesi le foto dei volti e dei corpi tumefatti. In archivio anche la cartelle cliniche. Il reparto dell’ospedale è rimasto in funzione fino al 1940, quando con la scoperta della penicillina venne abbandonato.

Oggi il museo è stato inserito nel Rei, il registro delle eredità immateriali grazie alla ricostruzione storica di Valentino Guccione. Grazie al professore modicano ultraottantenne e al suo interesse, Modica può vantare uno dei pochi musei di medicina presenti in Italia ed uno dei tre teatri anatomici ancora ben conservati. La ricerca storica sulla Scuola medica modicana di Guccione ha portato anche alla scoperta del Teatro anatomico (dove si sezionavano i cadaveri) e all’allestimento di uno spazio con una  collezione di strumenti chirurgici.

Il Museo Campailla è gestito dall’associazione “IngegniCulturaModica”, presieduto da Mario Incatasciato.