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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca




Nella parte sud-orientale della Sicilia, su un territorio di circa 1600 chilometri quadrati, si estende la provincia di Ragusa, una terra dalle caratteristiche uniche, capace di stupire il visitatore e ammaliarlo, un autentico paradiso che contiene diversi gioielli artistici. Ragusa è infatti la Provincia del Barocco, degli altopiani Iblei, delle spiagge dorate e molto probabilmente nessuna definizione può dare un'idea ben precisa dell'eccezionale patrimonio artistico e naturalistico che qui si può scoprire e apprezzare.
Tra le località che l'Unesco ha inserito nel sito denominato 'Le città barocche della Val di Noto' proclamato Patrimonio dell'Umanità ci sono appunto Ragusa, Scicli, Noto e Modica. Ognuno di questi centri è un autentico scrigno a cielo aperto che vale la pena di essere visitato.



Proprio in questi splendidi luoghi il regista Gianni Amelio nel 1992 ha girato il film 'Il ladro di bambini', con Enrico Lo Verso, Valentina Scalici, Giuseppe Ieracitano, Marina Golovine, Florence Darrel.



Si tratta della toccante storia di un carabiniere, Antonio, costretto a portare via due bambini di 9 e 11 anni (fratello e sorella) ad una madre incapace di crescerli. La donna, una divorziata di origini siciliane ed emigrata a Milano, vive di lavori saltuari e quindi non riesce a mantenere i due figli (Luciano, di nove anni, e Rosetta, undicenne). Per sbarcare il lunario la donna indirizza Rosetta alla prostituzione e per questo motivo viene arrestata. A due carabinieri viene assegnato il compito di accompagnare i piccoli in un istituto di Civitavecchia, ma quando uno dei due militari si rifiuta l'altro, Antonio sostituisce il collega e intraprende, da solo e senza permesso, un viaggio di tre giorni che lo porterà ad affrontare una marea di difficoltà tra l'indifferenza generale di persone e strutture che si rifiutano di prestare soccorso ai due piccoli. Luciano infatti, soffre d'asma e questo rende il viaggio ancora più complicato e inoltre l'istituto di Civitavecchia si rifiuta di ammettere i due bambini con la scusa della mancanza del certificato medico della ragazzina. I tre si dirigono quindi in Calabria. Antonio si ritrova completamente solo, mentre i bambini dormono una volta in pensione, una volta a casa della sorella del carabiniere. Qui la bambina viene esposta ad ulteriori umiliazioni perchè dei vicini scoprono che si tratta di una ex prostituta. L'esperienza costituisce un'amarissima delusione per Antonio ed un vero e proprio trauma per Rosetta; d'altro canto, tra i bambini ed il carabiniere inizia ad instaurarsi una certa intesa solidale. Dopo aver attraversato lo stretto di Messina, Antonio assiste al furto di una macchina fotografica, insegue il ladro e lo arresta, conducendolo in commissariato. Qua però deve anche rendere conto dell'esperienza del lungo viaggio di tre giorni intrapreso con i piccoli senza avvertire il comando e che potrebbe essere considerato un vero e proprio sequestro di persona. Antonio, duramente colpito, deve però riprendere il viaggio coi ragazzi. Il film si conclude con una scena ripresa alla luce dell'alba: i due fratelli si svegliano per primi e, seduti sul ciglio della strada di fronte all'istituto che dovrebbe accoglierli, restano in attesa del loro destino.



Inizialmente separati dalle rispettive esperienze, i personaggi si ritrovano accomunati nella stessa condizione di umiliati ed offesi fino a quando anche Antonio, finalmente solidale con i due diseredati, dovrà fare i conti con i meccanismi di un sistema che scambia la sua solidarietà per un colpo di testa e lo costringe a rientrare nei ranghi, a diventare come gli altri, indifferente e duro, pena la messa a rischio del posto di lavoro. Un film dall'intreccio volutamente esile è fatto apposta per evidenziare, senza dare la sensazione di farlo, i rami secchi di una società in decadenza: dal quartiere dormitorio che dà l'avvio alla vicenda, simbolo di un nord dove l'immigrazione non si è mai integrata, ai palazzi della capitale in perenne decadenza, e poi con le case abusive del paesaggio calabrese, il regista sembra voler concretizzare in maniera precisa lo sradicamento esistenziale che attanaglia i protagonisti.
La pellicola ha collezionato diversi premi tra cui l'European Film Awards 1992 come miglior film, il Gran Premio Speciale della Giuria al 45° Festival di Cannes, il Gran Prix Speciale della Giuria, Premio della giuria ecumenica, 5 david di Donatello 1992 come miglior film, miglior regista, miglior produttore, miglior musicista e miglior montatore, il Ciak d'oro 1993 come miglior film.



I luoghi del set - Come abbiamo già detto molte scene di questa intensa pellicola hanno potuto trovare un set ideale nella provincia di Ragusa, con il suo paesaggio ricco di verde e acqua, e di numerose attrattive, che trovano un punto di forza nel barocco di alcuni comuni come Modica e Noto. La maggior parte delle scene girate in Sicilia però sono state realizzate a Marina di Ragusa, piccolo centro a circa 16 km da Ragusa che si affaccia sul mare africano. Si tratta della più apprezzata e rinomata località turistico-balneare della Sicilia Sud- Orientale.



Marina di Ragusa è storicamente nota come un borgo di pescatori, ma oggi con i suoi due splendidi lungomari (Andrea Doria e Mediterraneo) ha fatto del turismo balneare il suo punto di forza, con numerose attività di ristorazione e alberghiere che ospitano turisti italiani e stranieri che sempre più apprezzano i suoi lidi di sabbia dorata e finissima. La sua riviera inoltre è popolata di locali notturni, pub, ristoranti e negozi che offrono il meglio della ristorazione e dello shopping. Già nel 2009 è stata assegnata a Marina di Ragusa la Bandiera Blu dalla Fondazione per l'Educazione Ambientale, insieme alla vicina Pozzallo, inserendo nella mappa del mare doc italiano la ridente frazione balneare ragusana. Inoltre nel giugno 2009 è stata attribuita alla piccola frazione marinara 'La Palma d'oro' fra i litorali più amati del Belpaese per la sabbia dorata e finissima delle sue spiagge. Il 10 luglio 2009 inoltre, è stato inaugurato il Porto Turistico, una struttura moderna e funzionale, con oltre 800 posti barca.



L'antico nome del paese era Mazzarelli, che deriva dall'arabo Marsa A'Rillah, che significa 'piccola approdo'. Durante il XVI secolo per volontà dei Vicerè di Spagna, titolari della Contea di Modica, accanto al porto fu costruita la Torre Cabrera a scopi difensivi. Il vero sviluppo giunse però a cominciare dal 1870, quando a Ragusa si aprirono le prime miniere di asfalto che veniva trasportato da centinaia di carrettieri al caricatoio e da lì esportato in tutto il mondo. Nel 1928, per volontà del gerarca fascista Filippo Pennavaria, il nome si trasformò nell'attuale Marina di Ragusa. L'espansione e la ripresa economica ricominciò fiorente a partire dagli anni '60 quando Marina di Ragusa divenne un luogo di villeggiatura.

 

Fonte: http://www.guidasicilia.it

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