Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca
A circa 20 km dalla città di Ragusa sorge il Castello di Donnafugata, fatto edificare nell'800 sulla vecchia struttura di una torre del 200 dal Senatore del Regno e Barone Corrado Arezzo. Il nome sembra derivare da una vecchia leggenda che narra della fuga della regina Bianca di Navarra, rinchiusa nel castello dal perfido Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica. Il palazzo occupa una superficie di circa 2500 metri quadri e si snoda per circa 122 stanze. Particolare la facciata gotica orlata di merli al di sotto dei quali si trova un'elegante galleria con coppie di colonnine ricche di capitelli. Nella parte sottostante alla galleria si ammirano otto finestroni bifori.
L'interno è stato utilizzato più volte da numerosi registi come set cinematografico. Quello che vogliamo ricordare è Luchino Visconti che vi ha girato 'Il Gattopardo'. Splendido il piano nobile che ospita il Salone degli Stemmi, il Salone degli specchi, le Sale del Biliardo e della Musica. Da vedere il parco con i maestosi ficus, le piante esotiche, le statue, i sedili in pietra e il 'Pirdituri' cioè il labirinto in pietra.
A circa 28 Km da Ragusa sorge invece, Monterosso Almo, il paese più alto e più a nord dell'intero Ragusano. Le origini sono molto remote e risalgono al periodo Siculo come dimostrano le necropoli di Calaforno e l'abitato di monte Casasia. Nelle vicinanze si possono visitare inoltre, le cosiddette 'Grotte dei Santi', che custodiscono affreschi bizantini. Nel 1508, il paese fu comprato dagli eredi di Bernardo Cabrera che vi costruirono due castelli. Nel 1649 ebbe inizio la costruzione del nuovo convento di S. Anna mentre l'11 gennaio del 1693 anche Monterosso fu colpito dal tremendo terremoto che distrusse la Sicilia orientale lasciando in piedi solo pochi ruderi quali la cappella di Sant'Antonio e il Mulino Vecchio. Da allora il paese è stato ricostruito sempre più in cima al monte, assumendo l'attuale topografia. Da vedere la chiesa Madre, ricostruita dopo il 1693 in stile neogotico, la chiesa di S. Antonio Abate del sec. XVIII, la chiesa di S. Giovanni Battista, attribuita a Vincenzo Sinatra, e il nuovo osservatorio astronomico.
Gli amanti del trekking possono organizzare escursioni nella zona di Calaforno, interamente rimboschita, e del Monte Lauro, il più alto degli Iblei.
In questi splendidi luoghi, nel 1998, il regista Maurizio Sciarra ha girato il suo film 'La stanza dello scirocco', liberamente tratto dall'omonimo romanzo del giornalista e critico cinematografico calabrese Domenico Campana. Il film trova la sua ragion d'essere soltanto in se stesso e nella voglia di raccontare una storia con bei personaggi, recitata da bravi attori, ambientata in luoghi che trasmettono fascino e magia.
Il cast è molto ricco e tra i protagonisti spicca l'interpretazione di Giancarlo Giannini, nei panni del Marchese di Acquafurata, accanto a quella di Tiziana Lodato, nei panni di Rosalia, di Paolo De Vita in quelli del notaio Spatafora, di Francesco Benigno in quelli di Vincenzo Labate e di Antonello Puglisi in quelli del maresciallo solo per citarne alcuni. Il film ha vinto diversi premi tra cui il 'Festival du film Italienne Annecy 1998' come miglior film, i Nastri d'argento 1998 a Giancarlo Giannini come migliore attore e a Eugenio Bennato come migliore colonna sonora, il 'Festival internazionale di Valencia 1998 Palmera de Plata' e migliore fotografia Arnaldo Catinari.
La trama - Il film narra le vicende dell'anziano marchese di Acquafurata, perseguitato dal regime fascista che torna in patria sperando di vendere la sua proprietà. Nell'incendio del suo palazzo però muore il suo maggiordomo e il marchese decide di sostituirsi a lui per sfuggire alle persecuzioni. Per sottrarre il suo palazzo al regime che vorrebbe impadronirsene fa ritrovare un falso testamento in cui lo regala alla coppia di sposi più povera del paese, Vincenzo Labate e sua moglie Rosalia. Il marchese si innamora della donna le confessa il suo amore incontrandola in segreto in una stanza dello scirocco, nascosta sotto il palazzo. La stanza, costruita da architetti arabi, nasconde una leggenda: gridando tre volte al suo interno l'intero palazzo crollerà non lasciando scampo ai nemici. Quando però, i genitori di Rosalia scoprono la relazione la allontanano dal palazzo mentre il marchese disperato la aspetta nella stanza dello scirocco invano. Infine costretto a fuggire per mare con un motoscafo, incontrerà Rosalia e con lei fuggirà verso la libertà.
Fonte: http://www.guidasicilia.it
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