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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca



Adagiata in cima ad una collina che sovrasta una vallata ricoperta di una rigogliosa vegetazione, a circa 400 metri sul livello del mare, sorge Ragusa Ibla, rara perla incastonata nella magnifica Val di  Noto. 'Iusu', come la chiamano i suoi abitanti in contrapposizione alla città moderna che sta 'supra', costituisce l'anima barocca di Ragusa, il cui fascino e la cui storia l'Unesco ha voluto immortalare proclamandola Patrimonio dell'Umanità. Sorta sull'impianto medioevale della preesistente città, Ibla oggi è splendida con le sue tante chiese i numerosi palazzi in stile tardo barocco e rappresenta uno degli esempi meglio conservati dell'architettura settecentesca in Sicilia.



A circa 30 Km da Ragusa, posta al limite più orientale della sua provincia, sorge Ispica, graziosa cittadina che si specchia, dall'alto di una deliziosa collina, nel mare azzurro poco distante. Ispica può essere considerato uno dei luoghi più belli della Sicilia per le sue splendide opere tardo barocche e Liberty e per i 10 Km di spiaggia. Nei suoi dintorni, gli appassionati di archeologia ed escursioni  all'aria aperta, possono visitare la spettacolare Area Archeologica di Cava d'Ispica con le sue pareti interamente butterate da cavità naturali nel corso dei secoli e trasformate in necropoli (Sicule, Bizantine e catacombe Cristiane). Qui il panorama è eccezionale, con la cava solcata da un ruscello che  scorre lento tra scenari naturalistici di affascinante suggestione.



In questi luoghi e nel catanese, nel 1961, il regista Pietro Germi girò uno dei suoi più celebri film, 'Divorzio  all'italiana' la commedia tratta liberamente dal romanzo di Giovanni Arpino intitolato 'Un delitto  d'onore'. 'Divorzio all'italiana' è il film con il quale Germi passa dal genere drammatico alla commedia e alla satira. Con un classico schema da commedia all'italiana, Germi trasforma il romanzo drammatico di Arpino in un ironico ritratto della mentalità e delle pulsioni di una certa Sicilia di provincia. Il regista prende di mira due situazioni di arretratezza legislativa dell'Italia dell'epoca: la mancanza di una legge sul divorzio e, soprattutto, l'anacronistico articolo 587 del codice penale che regolava il delitto d'onore.



Ne scaturisce una commedia graffiante, retta magistralmente da un insuperabile Marcello Mastroianni nel ruolo del protagonista Ferdinando Cefalù (Fefè), da Leopoldo Trieste nei panni dell'amante Carmelo Patanè e da Daniela Rocca in quello della moglie del barone, Rosalia. Nel cast anche una giovanissima Stefania Sandrelli nei panni di Angela, che grazie a questa pellicola sarà conosciuta dal grande pubblico. Il film ha ottenuto un grande successo e diversi premi  tra cui l'Oscar 1963 come miglior sceneggiatura originale; due Golden Globe 1963: Samuel Goldwyn International Award, miglior attore in un film commedia (Marcello Mastroianni); il premio per la miglior commedia al Festival di Cannes 1962; i Nastri d’Argento 1962 come miglior soggetto originale, miglior attore protagonista a Marcello Mastroianni, il premio BAFTA: come miglior attore internazionale sempre a Marcello Mastroianni.



La trama - Ci troviamo ad Agramonte, cittadina siciliana che in realtà non esiste ma nella finzione cinematografica è Ispica. Qui vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè, sposato da 12 anni con  l’assillante Rosalia, ardente d’amore per lui. Fefè però, è innmorato della propria cugina, la sedicenne Angela e cerca quindi, di liberarsi della moglie spingendola a trovarsi un amante per poi poterla sorprendere tra le sue braccia e uccidere.



La legge italiana infatti, non ammette ancora il divorzio, mentre per il delitto d'onore è previsto uno sconto significativo di pena. Dopo una serie di tentativi fallimentari, in seguito a un litigio con il marito, Rosalia, cerca conforto in Carmelo Patanè, una vecchia fiamma tornata in città. In occasione della proiezione del film 'La dolce vita', che richiama tutto il paese, il barone va al cinema, ma nel mezzo della proiezione rincasa allo scopo di sorprendere gli amanti. (Le scene del cinematografo sono state girate nel teatro Bellini di Adrano).



Questi, però, anziché consumare il tradimento scappano insieme, quindi a Fefè non rimane che fingersi malato e incapace di reagire, così da incrementare il disprezzo dei suoi concittadini e giustificare il delitto. Nel frattempo lo zio Calogero (Ugo Torrente), padre di Angela, muore d’infarto scoprendo  casualmente la tresca della figlia con il nipote. Al funerale Immacolata, moglie di Patanè, umilia pubblicamente Ferdinando. Grazie a don Ciccio Matara, boss locale, il barone scopre il luogo dove sono  nascosti gli amanti. Arrivato sul posto trova Immacolata, che ha già vendicato il suo onore uccidendo il marito. Non gli resta allora che fare altrettanto con Rosalia. Condannato a tre anni di carcere, sconta una pena inferiore beneficiando di un'amnistia, e torna infine in paese dove finalmente sposa la bella Angela. Il film si chiude con la scena in cui, Angela, in viaggio di nozze, è sdraiata sul ponte di una barca mentre bacia il neo marito Fefè e con un piede carezza quello del giovane timoniere.



Minitour per Ispica - La cittadina comprende un'area settecentesca con strade a scacchiera e un'area medioevale vicina ad una rupe che ospita i ruderi di una fortezza. In seguito al sisma del 1963 alcuni quartieri furono ricostruiti attorno alla chiese di Sant'Antonio, del Carmine e dei Minori Osservanti che pur fortemente danneggiate erano rimaste in piedi, mentre gli altri furono ricostruiti totalmente sul colle Calandra, con vie larghe e diritte. Ispica è caratterizzata dalla presenza diffusa del  Liberty. In città molti edifici della prima metà del '900 sono arricchiti da dettagli scultorei come altorilievi con volti di fanciulle o con motivi floreali, opere dei migliori capimastri e scalpellini della zona.



Vale la pena fare un giro per la città e ammirare il palazzetto Modica (via Foscolo) disegnato dal Lanzerotti, casa Montalbano (via Ceconato), casa Passarello (Corso Umberto), casa Agnello (via Procida) e casa Lauretta (via Statale). In Corso Umberto si affaccia poi, Palazzo Bruno di Belmonte, progettato da Ernesto Basile, la sede municipale che è anche l'edificio Liberty più importante della provincia di Ragusa. Ispica ospita anche tantissime chiese. Cominciando da Piazza Regina Margherita sorge la Chiesa Madre dedicata a San Bartolomeo, costruita nel 1750. Vicino Piazza Regina Margherita sorge invece, la Chiesa di Santa Maria Maggiore costruita durante il '700, anche se la facciata fu realizzata solo il  secolo successivo. Imboccando corso Garibaldi, si può ammirare la Chiesa dell'Annunziata, al centro del quartiere omonimo, costruita durante la prima metà del '700 con un impianto planimetrico basilicale, a tre navate, divise da robusti pilastri. Da non perdere la Chiesa e l'ex Convento del Carmine, nel quartiere omonimo. Il convento fu fondato nel 1534 e riedificato dopo il terremoto del 1693 insieme alla Chiesa annessa. Nella parte bassa della città si trovano invece il Convento e la Chiesa di S. Maria del Gesù dei Minori Osservanti che dominano tutta la pianura sottostante fino al Mar Mediterraneo. Edificato nel XVI  secolo, la facciata esterna non presenta caratteristiche particolari, mentre l'interno è ad unica navata con decorazioni in stucco.



Minitour per Ragusa Ibla - Il nostro viaggio per Ragusa Ibla ha inizio dalla parte bassa di Corso Italia che conduce direttamente a Piazza delle Poste dove si possono ammirare il Palazzo del Comune (del 1880) con i suoi ampi saloni riccamente affrescati e, dall'altro lato della piazza, il maestoso Palazzo delle Poste (del 1930), con le sue colonne culminanti con particolari complessi statuari. Scendendo per Corso Italia troviamo lo splendido Palazzo Zacco, il mastodontico Ponte Giovanni XXIII, inaugurato nel 1964, e Palazzo Bertini, con i suoi tre caratteristici mascheroni sulle finestre. Qui finisce Corso Italia e iniziano Via XXIV Maggio e Via Mazzini che conducono direttamente a Ragusa Ibla, conosciuta anche come Ragusa Vecchia. All'inizio di Via Mazzini si nota un'edicola sacra, dedicata alla Madonna del Rosario, scolpita in occasione dell'epidemia di colera che colpì la zona nel 1837 e fece molte vittime. Si apre ora uno scenario artistico di rara bellezza che comincia con la visione della cupola del Duomo di San Giorgio e continua con la Chiesa di Santa Maria delle Scale, ricostruita dopo il terremoto. Proseguendo per Piazza della Repubblica ci imbattiamo nella chiesetta di Santa Maria dell'Idria o Itria, edificata nel 1639 per l'ordine dei cavalieri di Malta, il cui interno è riccamente decorato.



Tra i più bei monumenti del centro storico, quasi fiabesco, spicca Palazzo Cosentini, edificato nel 700  anch'esso in stile barocco, caratterizzato dagli eleganti balconi decorati con allegorie e mascheroni. Sempre in Piazza della Repubblica si trova la Chiesa del Purgatorio che si erge su una ripida scalinata e conserva quadri di notevole interesse. Splendido pure il Giardino Ibleo che si caratterizza per l'interessante coesistenza di un patrimonio botanico di un certo rilievo scientifico, di un museo e resti di mura e pavimentazioni antecedenti al terremoto del 1693.



All'interno del giardino troviamo inoltre, ben tre chiese: la prima di San Domenico, eretta nel 1569, la Chiesa di San Giacomo (XIV sec.) e la Chiesa dei Cappuccini assieme al convento, che custodisce un prezioso trittico di Pietro Novelli con l'Assunta, Sant'Agata e Sant'Agnese, certamente il dipinto più prezioso di tutta la provincia. Uscendo dal giardino e salendo da Via XXV Aprile si arriva in Piazza Pola che ospita la Chiesa di San  Giuseppe e infine in Piazza Duomo che ospita lo splendido Duomo di San Giorgio, edificato tra il 1744 e  il 1775, li dove un tempo sorgeva la Chiesa di San Nicola.


Fonte: http://www.guidasicilia.it

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