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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Nel cuore del quartiere “Francavilla”, lungo il corso Regina Margherita che alcuni hanno indicato come “i cento metri più belli di Modica”, per la concentrazione delle belle architetture civili e religiose (Albergo dei Poveri e degli Onesti, Palazzo De Naro Papa, Palazzo San Martino, Chiesa San Martino, Chiesa S. Ciro, Palazzo Floridia, ecc.) che vi insistono, si trova la Chiesa dei Ss. Nicolò ed Erasmo la cui prima edificazione, come ci riferisce lo storico modicano Placido Carrafa, si deve fare risalire al XVII secolo.Chiusa al culto nel 1960 qualche anno fa è stata oggetto di un intervento di restauro finalizzato alla rifunzionalizzazione: l’edificio viene infatti ormai utilizzato come auditorium per iniziative culturali. L’area contigua alla chiesa, in cui oggi sono visibili delle abitazioni private, è stata occupata per molti anni da un monastero annesso alla chiesa. Questo, edificato intorno al 1636, fu dedicato inizialmente a S. Caterina da Siena; poi venne intitolato a S. Nicolò ed infine a S. Erasmo. In seguito al terremoto del 1693 che colpì il Val di Noto, intorno agli ’30 del Settecento  si procedette alla ricostruzione del convento; quest’ultimo venne ampliato secondo il progetto di Rosario Gagliardi ma successivamente venne demolito. Gli unici elementi della struttura che furono risparmiati, quindi ancora oggi visibili, sono due aperture che si scorgono sul lato sinistro dell’elegante prospetto neoclassico della chiesa. Dal punto di vista architettonico la facciata presenta elementi tipici dello stile rinascimentale quali la superficie lineare, le alte lesene su plinti, l’essenzialità delle decorazioni del portale di ingresso, le aperture rigorosamente rettangolari ed il timpano arricchito da un motivo ad ovuli e rosette. Planimetricamente si configura come una chiesa a navata unica preceduta da un endonartece ovvero un atrio che assolve alla funzione di collegamento tra l’aula vera e propria e l’esterno. Esso sorregge una cantoria cioè un apposito spazio sopraelevato in cui prendevano posto le monache per assistere alla liturgia. Nella parte terminale della navata è possibile scorgere un’abside semicircolare affiancata da colonne con capitelli in stile corinzio che sono sormontati da un timpano triangolare decorato. Internamente sono altresì visibili cappelle in cui un tempo erano collocate opere di scultura e di pittura. Fino alla metà del secolo scorso sul terzo altare a destra era conservata una pregevole tela del  grande artista ottocentista palermitano Salvatore Lo Forte, raffigurante S. Giuseppe col Bambino. Tale artista è annoverato fra i maestri più eccellenti in Sicilia del Realismo ottocentesco. Pare che il dipinto fosse stato donato alla chiesa dalle due Benedettine Castagna, una delle quali Abbadessa dell’attiguo monastero. Oggi l’opera è purtroppo illeggibile perché nel 1983, a causa di uno scoppio causato da una bombola a gas in un locale attiguo, la tela è caduta a terra e poi ha subito un forte degrado provocato dall’ingresso dell’acqua piovana dalle finestre rotte della chiesa.

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