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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Un incontro-dibattito, sul tema: “Tutela
e valorizzazione di Camarina e del suo territorio: presente e futuro”,
quello che ha caratterizzato la sessione mattutina di mercoledì 21
aprile, al Museo Archeologico Ragionale di Camarina. Un avvio dei
lavori, al quanto blando, dedicato alla presentazione dei vari relatori,
da parte del padrone di casa, il direttore del Museo di Camarina
Umberto Spigo, tra l’altro, si è dovuto costatare l’assenza di tutti i
quattro Sindaci dei Comuni, interessati all’argomento del giorno e del
Presidente della Provincia Regionale di Ragusa, qualcuno ha pensato bene
di mandare un sostituto, qualcun altro completamente irreperibile,
presente è molto determinata invece la soprintendente BB.CC.AA. di
Ragusa Vera Greco. Si è dovuto aspettare che prendesse la parola
Salvatore Migliore, del Comitato “TuttiperCamarina”, per mettere un po’
di pepe al dibattito ed entrare nel vivo dell’argomento.



Prima dell’intervento, il gruppo “TuttiperCamarina”, ha proiettato un breve, ma molto incisivo, filmato denuncia, che ha mostrato a tutti i presenti, lo stato in cui versa
l’intera area archeologica di Camarina, ma soprattutto l’abbandono
totale delle due necropoli di Rifriscolaro e di Passo Marinaro. Un
filmato, che ha lasciato molti dei presenti allibiti, perché ha fatto
capire quanto stiamo perdendo in termini di storia, di cultura ma
soprattutto d’identità territoriale.

L’intervento di Salvatore Migliore è stato diretto, ma soprattutto chiaro nel voler ribadire, quanto il comitato “TuttiperCamarina”, sia composto di cittadini posti tutti sullo
stesso piano, senza capi né leader perché nato sotto gli auspici
dell’orizzontalità e della pluralità e senza nessun colore politico.
Dopo aver ripercorso tutte le vicende e le battaglie iniziate nel
gennaio 2009, fino ad arrivare all’occupazione simbolica del promontorio
di Camarina con la manifestazione “FermalaFrana”, 48 ore no-stop per
salvare la storia di quest’antica colonia Greca, Salvatore Migliore è
passato alla fase propositiva, d’intervento prioritario per salvare
Camarina.

I punti esposti sono stati tre: 1) Quello urgente relativo agli smottamenti; 2) Quello che riqualifica il museo e l’intero parco archeologico; 3) Quello che riqualifica il
territorio dei tre comuni confinanti, Vittoria, Ragusa e Santa Croce
Camerina. Si è voluto affermare a gran voce, di volere, che Camarina
possa diventare una risorsa per tutti e non un malato da curare. Lo
scempio, fatto attraverso gli anni da amministratori ciechi, e
istituzioni completamente assenti, non dovrà più ripetersi. Bisogna
trovare il coraggio di regolare e interrompere l’abusivismo edilizio,
quello dei mega resotrs e villaggi turistici, a cui non si fanno
rispettare i vincoli paesaggistici e archeologici, quindi bisogna far
affermare la legalità e il rispetto del territorio entro le regole.

“Con amarezza, termina il suo intervento il rappresentante cittadino di TuttiperCamarina, costatiamo, quanto siano state, solo promesse quelle avute nei mesi scorsi da parte di quei
Sindaci pronti a intervenire con somme urgenti e di chi voleva
abbracciare la nostra causa che è essenzialmente culturale, mirante alle
nuove sensibilità e a ritrovate priorità. Ci si auspica che da
quest’incontro possa nascere un gruppo reale d’intervento magari con la
regia della Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa e la Provincia Regionale
di Ragusa, poiché organo preposto a intervenire sul territorio”.

La soprintendente BB.CC.AA. di Ragusa Vera Greco, invece ha suggerito ancora una volta, che bisogna agire al più presto, con un intervento possibilmente veloce, ma purtroppo dettato
dai tempi burocratici, per mettere almeno in sicurezza la parte di
promontorio a rischio frana. Un primo stanziamento era stato fatto,
recentemente, per recuperare i blocchi caduti in basso al promontorio,
ma la sovraintendente è stata chiara a rimarcare, che, comunque sarà un
intervento non risolutivo del problema. La difficoltà nel trovare i
fondi e la mancanza di un coordinamento unitario, e di un’unica regia
insieme con un piano d’intervento condiviso, purtroppo non fa altro che
allungare i tempi e vederci sfuggire di mano una situazione comunque
difficile da poter risolvere.

Un problema con tante complessità, ha rilevato l’oceanografo Giovanni Randazzo dell’università di Messina, intervenuto come tecnico al convegno, complessità legate alla morfologia
e geologia del terreno, perché da analisi e studi fatti si è potuto
capire con molta certezza, che la strada carrozzabile che taglia nel
senso longitudinale tutto il parco archeologico di Camarina, e che porta
fino a Scoglitti, funziona come un letto fluviale, infatti, durante le
piogge, l’acqua defluisce proprio dalla parte del promontorio. Il
promontorio per sua natura è costituito da “marna”, una roccia
sedimentaria, di tipo terrigeno, composta da una frazione argillosa e da
una frazione carbonatica, quindi, molto friabile.

Il lento processo, attraverso i millenni dello smottamento del terreno dovuto a questi due fattori importanti, ha dovuto fare i conti con le recenti mareggiate, ma anche all’influenza
del porto di Scoglitti che dopo il prolungamento del braccio di
ponente, ha sicuramente dato il colpo di grazia al promontorio
riducendolo ormai a uno stato pressoché pietoso, trascinando con sé gli
ultimi pezzi di blocchi che dovevano costituire la base della torre di
Camarina. Giovanni Randazzo, inoltre, ha lancia la proposta, di un
primo, ma sicuramente efficace intervento da realizzare subito, e cioè
quello di porre alla base del promontorio grossi massi di pietre
costituite dello stesso materiale di cui è costituita la parte superiore
del promontorio. Tale stratagemma, intanto, bloccherebbe le mareggiate
di continuare a corrodere la base del promontorio e di conseguenza i
prossimi crolli già annunciati.

A conclusione della sessione mattutina del convegno, ha preso parola in rappresentanza del Comune di Vittoria, l’Assessore ai Lavori Pubblici, Salvatore Avola. Il suo intervento è
stato più volte interrotto dai membri del comitato, “TuttiperCamarina”, i
quali in segno di dissenso si sono messe delle mascherine bianche sui
volti. La contestazione, è nata soprattutto quando l’assessore ha
spostato il suo intervento al depuratore di Vittoria e alla
riqualificazione di tutta l’area che cade nella riserva orientata del
Pino d’Aleppo.

L’Assessore Avola, dopo aver elencando numeri di delibere, stanziamenti mai usufruiti, ma soprattutto dopo l’affermazione, che la responsabilità di tutto questo disastro è da
attribuire agli amministratori del passato che sono stati ciechi e sordi
a quanto stava accadendo nel territorio, pur avendo l’occasione nel ’91
di una legge regionale che derogava ai Comuni di poter eseguire lavori
di messa in sicurezza anche senza un piano regolatore.

Il padrone di casa, il Direttore del
Museo di Camarina Umberto Spigo, è dovuto intervenire, moderando la
discussione con la chiusura dei lavori mattutini, e ricordando a tutti i
presenti, che i lavori proseguivano nel pomeriggio con altre sessioni e
argomentazioni legati alla tutela del territorio e del parco
archeologico di Camarina. Sono intervenuti, sempre durante la mattinata e
proseguivano i lavori nel pomeriggio, Giulia Miloro, Presidente
FAI-Sicilia, Giorgio Chessari, Presidente Centro Studi Feliciano
Rossitto, Amedeo Tullio, Presidente Italia Nostra-Sicilia e Marco
Marangio responsabile sezione di Vittoria della Legambiente.

Fonte: http://www.ilgiornalediragusa.it

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