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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

La Fornace Penna, il sito di archeologia industriale che fa sognare i
turisti, che ha ispirato registi cinematografici e pittori, fra qualche
anno, o molto meno, potrebbe avere un nuovo vicino: una trivella
petrolifera. Potrebbe anche venire il tempo in cui, affacciandosi dal
promontorio di Kamarina, se prima non crollerà del tutto a causa
dell'erosione, sul mare si vedrà una piattaforma. Lungo la costa iblea,
da Punta Regilione a Kamarina, potranno nascere in mare tanti funghi di
acciaio, che muteranno l'aspetto degli 87 chilometri di costa che i
sindaci locali decantano per vantare le ricchezze del territorio che
gestiscono (o che non gestiscono, è una questione di punti di vista).
Non sono visioni avveniristiche ma ipotesi realistiche che confermano
quanto sta accadendo negli ultimi anni, nel quasi completo silenzio da
parte delle istituzioni. A parte Legambiente, che alla notizia
dell'autorizzazione data nel 2009 alle ricerche che sta conducendo una
società che vuole estrarre il petrolio a pochi metri dalle nostre coste,
ha scritto delle osservazioni negative e le ha inviate al ministero ai
Beni culturali, a parte il no della Provincia, che ricalcando fedelmente
le osservazioni di Legambiente, a sua volta ha bocciato il piano di
valutazione ambientale presentato dalla Società suddetta, e fatta
eccezione per il no del sindaco di Scicli che in ritardo (ma meglio
tardi che mai, come nel caso dei sindaci di Ragusa, Santa Croce Camerina
e Vittoria) ha bocciato, a sua volta, l'ipotesi di estrazioni
petrolifere nel mare adiacente al territorio sciclitano, c'è un silenzio
assoluto. Dopo il disastro nel Golfo del Messico e la reazione di Obama
che ha imposto il blocco delle trivellazioni petrolifere in mare,
improvvisamente in Sicilia ci si accorge che qui si vogliono impiantare
nuove piattaforme petrolifere marine. Non c'è solo la questione
ambientale che tiene banco, la paura che avvengano incidenti e che la
coltre nera invada il mare e tutte le sue ricchezze. Nelle osservazioni
di Legambiente, che la Provincia ha fatto sue, viene anche rilevato
l'interesse storico, naturalistico e archeologico delle aree marine, la
presenza di tanti relitti nei fondali dei nostri mari. Il miraggio
dell'oro nero è ancora intatto.

Fonte: http://www.telenovaragusa.com

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