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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca


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Roma - A casa di Andrea Camilleri, a Roma, per raccogliere la testimonianza dello scrittore di
Vigata.

E’ stato affidato alla modicana Alessia Scarso il backstage del film "La scomparsa di Patò". Il film, tratto dall'omonimo libro di Andrea Camilleri, è la prima trasposizione cinematografica di un romanzo di quest'ultimo. Il cast è composto da Nino Frassica, Neri Marcorè (nel ruolo di Patò), Gilberto Idonea, Flavio Bucci, Simona Marchini, e vanta la partecipazione di Roberto Herlitzka.

Il backstage del film "La scomparsa di Patò" non è un backstage convenzionale. Assomiglia più a un documentario. E' un progetto di formazione, innanzitutto. Durante le 6 settimane di ripresa del film si sono successi sul set sei aspiranti registi, che hanno documentato a turno il set. Gianluca Tela, Antonella Pulvirenti, Ermanno Di Rosa, modicani, Luciano Accomando, di Prizzi, Marco Pirrello e Leandro Perrotta, di Catania.

“Abbiamo con loro intervistato i principali protagonisti della produzione del film, dagli attori alle comparse, dalle maestranze ai rappresentanti locali –racconta la responsabile del backstage, Alessia Scarso-.

Infine, siamo andati a girare l'ultima intervista che ci mancava, forse la più suggestiva, quella ad Andrea Camilleri.

Ci ha ricevuti a casa sua, a Roma, ed è stata un'esperienza emozionante.

Già leggere le pagine di Camilleri è un'esperienza unica, per la sua capacità di raccontare la Sicilia rendendola leggibile anche a chi non ne conosce le contraddizioni.

Ascoltarlo parlare della Sicilia e del film è stata un'esperienza meravigliosa.

Mentre lo ascoltavo mi veniva in mente l'isolitudine di cui scriveva Bufalino, quella sorta di oscillazione tra claustrofobia e claustrofilia dei siciliani, il "trasporto di complice sudditanza che avvince al suo scoglio ogni naufrago".



 L'esperienza sul set de "La scomparsa di Patò" è stata importante, per me, siciliana.

Sono abituata a sentire la mia città, Modica, a tratti la mia provincia, "babba". Attraverso questo film, attraverso questa sceneggiatura meravigliosa e la trasposizione cinematografica di Rocco Mortelliti ho potuto invece sentire la mia sicilianità in un respiro molto più ampio: la terra, le antiche architetture, il cielo, le
condizioni atmosferiche, le enormi distese e le morbide colline, l'accoglienza degli abitanti, il profumo dei tempi passati e dei popoli che ci hanno attraversati e arricchiti”.



 Il film


 La storia e' ambientata nella Sicilia di fine Ottocento, a Vigata. Siamo nel giorno del Venerdì Santo 1890 e nella piazza del paese viene messo in scena il "Mortorio" ossia la Passione di Cristo, nella quale l'integerrimo e irreprensibile ragioniere di banca Antonio Pato', interpreta la parte di Giuda. La rappresentazione giunge all'acme con l'impiccagione di Giuda-Pato' che, accompagnato dagli improperi degli spettatori, cade in una apposita botola.

Ma alla fine della spettacolo Pato' sembra scomparso. Nel suo camerino non si trovano ne' i suoi abiti ne' il costume di scena. Su un muro di Vigata qualche giorno dopo compare una scritta "Muri' Pato' o s'ammuccio' (si nascose)?". La Pubblica Sicurezza nella figura del delegato Ernesto Bellavia e i Reali Carabinieri nella figura del maresciallo Paolo Giummaro entrano in competizione e si ostacolono nelle indagini. Si insinuano ipotesi: una qualche irregolarita' nella
conduzione della banca? Una perdita di memoria dovuta alla caduta nella
botola? Un qualche complotto mafioso? Attraverso le indagini, gli interrogatori e una serie di flashback che danno vita a un caleidoscopo di personaggi, costumi e malcostumi estremamente attuali, esce fuori un quadro sorprendente e inaspettato della Sicilia e dell'Italia tutta.

 

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