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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

L’Hotel Failla, situato nella parte alta di Modica, è una struttura ricettiva a 4 stelle che si distingue per la sua indiscussa raffinatezza ed
eleganza. Esso è stato realizzato all’interno dell’omonimo palazzo, risalente
alla fine del Settecento inizi dell'Ottocento, che è stato rifunzionalizzato per volontà della famiglia Failla
che ha deciso così di investire nel
settore alberghiero.



La ristrutturazione, che ha coinvolto le maestranze locali, i maestri scalpellini e gli artigiani restauratori, ha esaltato l'eleganza
delle linee architettoniche originali mantenendo intatta l’atmosfera di
un autentico palazzo
nobiliare siciliano
: dall'uso dei materiali come le maioliche
il ferro battuto e la ceramica decorata, alle volte affrescate fino alla scelta
dei mobili d'epoca. Lo charme dell’antico si coniuga poi perfettamente con il
confort del moderno tant’è che tutte le camere sono dotate di tutte le più
diffuse tecnologie (tv satellitare, telefono, connessione
internet, aria condizionata, minibar).



Nella home page del sito dell’associazione ho inserito un video dell’hotel in cui è possibile apprezzare qualche dettaglio dell’intervento di ristrutturazione.



Ho ritenuto significativo iniziare da questo caso (che è uno fra tanti in provincia) perché costituisce a mio parere un esempio rappresentativo di una delle modalità da applicare per mettere in valore le
strutture architettoniche storiche. Nel caso specifico, rilevante è stata anche
l’intuizione avuta dalla famiglia Failla che ha scommesso sulla trasformazione
del palazzo e sul suo cambio di destinazione ai fini della ricettività
turistica.


Simona Incatasciato

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Risposte a questa discussione

Mi inserisco in questa tua discussione con un altro, secondo me, molto bello ed articolato progetto di rifunzionalizzazione di un edificio storico.
Siamo nel cuore del centro storico del nostro capoluogo siciliano (nonchè mia città natale), Palermo.
Sabato scorso si è inaugurato Grand Hotel Piazza Borsa, nell'omonima piazza.
Il nucleo centrale era stato il convento e la grande chiesa dei Padri della Mercede.
Di quel tempo rimane oggi pressoché immutato, il chiostro con gli arditi verticalismi del portico (oggi hall della struttura ricettiva) e la porta del vecchio convento. Sormontata quest’ultima, dall’effige che i padri della Mercede scelsero come simbolo della loro missione: il Pellicano che imbocca il suo piccolo.
Nella prima metà del ‘700, l’accresciuto prestigio dei Monaci portò loro in dote l’attiguo palazzo dei principi Cattolica Briuccia. La distanza fra i due edifici, fu colmata mediante tre ponti in pietra lunghi una ventina di metri e sorretti ognuno, da eleganti colonne di grigio marmo “Billiemi”. I ponticelli sono ancora oggi famosi a Palermo, come i “Passetti” di palazzo Briuccia.
Al posto della chiesa, l’architetto Ernesto Basile eresse, inglobando pure parte della piazza antistante, le strutture di rappresentanza della “Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele”. Il palazzo fu inaugurato nel 1912.
La “nuova” sede monumentale è giunta ai nostri giorni pressoché intatta; un gioiello dell’Art Noveau europeo.

L'intervento è a mio parere molto ben riuscito: sono state sfruttate senza grossi sconvolgimenti le potenzialità spaziali della struttura, mantenendo inalterate le caratteristiche architettoniche che la rendono identificabile in un periodo storico.
Le finiture e gli arredi non coccano con quanto permane della vecchia sede della cassa di risparmio (pavimentazioni, carte da parati e arredi vari).
Tutto ciò che non è più leggibile dell'evoluzione storica è frutto degli interventi passati: un esempio è la così detta "Sala Borremans" chiamata così perchè un tempo la volta era affrescata con dipinti del famoso pittore. Parlando con uno dei progettisti, mi ha spiegato che la volta è stata riscoperta sotto strati di controsoffittature sovrapposte durante il tempo, ma che purtroppo i famosi dipinti non sono stati trovati, probabilmente trafugati decenni fa.
Il merito è stato sena dubbio quello di avere saputo comiugare le esigenze di una struttura alberghiera di alto livello con quanto a noi progettisti viene "imposto" dalle nostre Soprintendenze a tutela del patrimonio storico architettonico.
E' indubbio che uno dei modi per potere tutelare i nostri monumenti è quello di renderli "vivi" e di conseguenza di tornare a vivere i nostri bellissimi centri storici.
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