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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Un tratto peculiare del paesaggio ibleo oltre ai muri a secco, ai
carrubi e agli olivi, sono le numerose ville patrizie, disseminate in
particolare in territorio modicano; grandi case più o meno antiche in
pietra ingrigita dal tempo, dallo stile ora sobrio ed austero, ora
eclettico o liberty, con alte palme all’ingresso e grandi cancelli in
ferro battuto con sopra inciso lo stemma padronale. Eleganti dimore che
hanno sempre colpito la fantasia del viaggiatore e di noi stessi locali,
per le storie che ancora oggi sopravvivono sulle famiglie di antico
lignaggio che lì hanno abitato e che hanno inciso, in vario modo, nella
storia sociale ed economica della città stessa.
Con una visita ad alcuni tra i più interessanti esempi di fabbriche civili extra-urbane dell’800 si è concluso il ciclo primaverile delle
lezioni del Corso pluriennale di “Storia dell’Arte della Sicilia
sud-orientale” promosso dalla Fondazione Culturale “Ente Autonomo Liceo
Convitto” di Modica in collaborazione con l’Assessorato Provinciale per
la Formazione.
Lo storico dell’arte, prof. Paolo Nifosì, ha illustrato alcune tra le
più antiche ville-torri, Torre Rodosta, poi Manenti in c.da Musebbi e
Torre Trigona a Frigintini il cui impianto originario risale in entrambe
al ‘500 sebbene interventi strutturali siano stati fatti nel corso del
‘700 e dell’800; ed ancora le ville-torri De Naro Papa a Trecasucce e
Giardina-Salonia in c.da Palazzelle. Un ambito quello dell’edilizia
civile dell’Ottocento ancora poco indagato che meriterebbe studi e
ricerche più approfondite.
Nate in origine con funzione di presidio e di gestione del fondo tali
case padronali si connotano progressivamente a partire dal ‘700 e fino
ai primi del ‘900 come ville o “casine di villeggiatura” per l’abbiente
aristocrazia locale che, spinta dalla amenità dei luoghi, ama qui
soggiornare per periodi più o meno lunghi dell’anno.
Dal punto di vista architettonico le ville del comprensorio modicano
presentano generalmente alti muri perimetrali, talvolta con torrette
merlate angolari, casa padronale a due piani, dove al piano terra sono
allocati generalmente “i ‘ddammusa”, cioè i magazzini per le granaglie,
un esteso baglio lastricato di cuticchie, le casette coloniche disposte
su di un lato, l’orto, un grande giardino antistante. Non di rado al
complesso edilizio è annessa una cappella privata. La proprietà terriera
circonda solitamente la villa.
Il Corso di “Storia dell’Arte della Sicilia sud-orientale” riprenderà il
prossimo autunno ed avrà per oggetto “Il Novecento”.

Fonte:http://www.ilgiornalediragusa.it

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