Scicli – Mio nonno Carmelo era comunista.
Anzi. Mio nonno Carmelo era fascista.
Insomma, ai tempi del Duce il nonno era, come tutti, fascista.
Poi cadde il fascismo e lui si sentì libero di dichiararsi comunista.
Un giorno, io non ero ancora nato, venne un notabile di Scicli, un cavaliere e gli propose: “Don Carmelo? Vi candidate nel partito Repubblicano?”
Mio nonno era come suo nipote.
Gli pareva brutto dire di no.
E quindi diceva sempre di si.
Come al dottore, che gli raccomandò una volta di bere solo un bicchiere di vino a tavola.
Il dottore non sapeva che mio nonno era falegname, e lui obbedì: a ogni tavola un bicchiere.
Ma parliamo di politica.
Mio nonno si candidò nel Pri, partito nobile, conservatore, popolato dall’intellighenzia del tempo.
Prese zero voti.
E quando seppe di aver preso zero voti al consiglio comunale andò da nonna Concetta e la rimproverò.
“Ma come, neppure tu che sei mia moglie mi hai votato?”
E la nonna: “Scusa, Meno, ma neppure tu ti sei votato”.
“Cuncittina!! Ma tu lo sai che io sono comunista.
E che do il voto a un Repubblicano?”
Giuseppe Savà