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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Miti,
leggende e truvature
«Il castello dei principi di Biscari teatro di vicende
fantastiche»


I miti e le leggende degli Iblei hanno fatto ritorno ad Acate nell'ultimo appuntamento con "Ottoinpunto". Salvatore
Cultraro, giornalista, appassionato di storia locale, negli
anni Ottanta ha pubblicato alcune sue ricerche sull'etimologia
del fiume Dirillo e sulla presenza nel territorio acatese
di alcuni importanti siti rurali risalenti al periodo greco-romano
e medioevale. Si è composto così un mosaico
intriso di storie e leggende che sono approdate a "Ottoinpunto".

"Sono molte anche le leggende legate al castello dei
Principi di Biscari e alla figura di San Vincenzo Martire
- ha attaccato Cultraro -, le cui spoglie mortali sono custodite
in un urna di cristallo di Boemia nell'omonima chiesa annessa
al castello. Una di esse è riuscita a fare talmente
presa nella credenza popolare, tanto da renderla quasi reale,
sfatata solo da qualche anno, grazie alle ricerche storico-scientifiche
condotte dal parroco di Acate, don Rosario Di Martino. Si
narrava, infatti, che una principessa della famiglia Paternò
Castello che abitava nel maniero, venuta a conoscenza di una
tresca amorosa tra il principe consorte ed una serva, avesse
fatto rinchiudere la poveretta in un sotterraneo del castello
e dopo averla fatta cospargere di miele, lasciata lì
affinché le api la divorassero. Pentitasi dell'atroce
delitto, si sarebbe recata a Roma per chiedere il perdono
dal Papa. Il Santo Padre, prima di assolverla, le avrebbe
imposto di custodire e venerare nel suo castello, erigendogli
una chiesa, il corpo di uno dei santi martiri custoditi nelle
grotte vaticane. Mentre la principessa guardava gli scheletri
sistemati nelle nicchie, fermatasi davanti ai resti mortali
di Vincenzo, questi avrebbe alzato un braccio facendo capire
di voler essere lui il prescelto. E così le spoglie
del Santo Martire furono trasferite a Biscari e collocate
in una preziosa urna di cristallo sull'altare maggiore dell'attuale
chiesa fatta ristrutturare ed ampliare in suo onore. Si racconta
che ogni anno, la settimana prima dei festeggiamenti, San
Vincenzo sollevi lentamente di qualche centimetro il corpo
nella sua urna, per far si che il giorno della sua festa i
fedeli possano meglio osservare il suo viso". "Un'altra
antica leggenda racconta - ha proseguito Cultraro - che nei
sotterranei del castello dei Principi di Biscari fosse stato
nascosto un tesoro, a' truvatura. Si trattava di una enorme
quantità di monete d'oro, sistemate in capienti bauli,
appartenute ad uno dei Principi di Biscari e misteriosamente
scomparse. Negli anni addietro, molti temerari si sarebbero
avventurati, invano, alla ricerca di questo tesoro a cui,
però, sarebbe legato un incantesimo. Sembra, infatti,
che alcuni, incamminatisi nei sotterranei del castello, non
avrebbero fatto più ritorno in quanto rimasti pietrificati
appena sfiorato con le mani il tesoro. Cambiando argomento,
nei primi del '900, alcuni mercanti al rientro a Biscari con
i loro carri dopo essere stati in giro a vendere merce, all'improvviso,
in un sentiero di campagna, udirono il pianto di un bambino.
Fermatisi, si accorsero che si trattava di una bambina di
appena un anno abbandonata nei pressi di un cespuglio. Uno
di loro si premurò subito di prenderla tra le sue braccia
per rifocillarla e tranquillizzarla. Ma appena toccò
con le mani la bambina, questa come divenne di pietra. Rientrati
in paese, i carrettieri portarono la bambina pietrificata
dal parroco il quale la benedisse santificandola. Da quel
giorno Maria Bambina divenne la protettrice dei carrettieri
ed ancora oggi il suo simulacro si venera nella chiesa di
San Vincenzo".
Antonello Lauretta

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