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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Di certo le nuove generazioni non conoscono questo meraviglioso
marchingegno. Al massimo ne hanno sentito solo parlare. È doveroso
rimembrarlo a coloro che l' hanno conosciuto per farlo conoscere ai
giovani.

Il lume a petrolio era un vero e proprio macchinario. Poteva essere di
rame, alluminio e porcellana. Ma anche di vetro finemente decorato,
oggi di indubbio ed inestimabile valore. Il lume era, composto dalle
seguenti parti: piedistallo, serbatoio di alloggio del combustibile,
&quotlu cungiegnu, lu mieccu" ed infine, quando c'èra, il tubo di
vetro. "Lu mieccu" , era una fettuccina di tela inserita "ni lu
cungiegnu", manovrato da una rotella dentata che ne regolava la
lunghezza.

Di tanto in tanto,"lu mieccu" doveva essere tagliato: il suo consumo
equivaleva a non avere più luce. "Finì lu mieccu di lu lumi". Essendo
di rame, il lume veniva lucidato con sabbia prelevata dalla contrada
camposanto vecchio e limone. Quindi veniva lavato e messo ad asciugare
al sole. Il lume serviva a dare luce che, seppur fioca, era necessaria
per lavorare, studiare e svolgere altre mansioni.

Considerato che fino al 1926 non esisteva l'energia elettrica, "u lumi
a petroliu", fu l'unica fonte illuminante nelle case ed anche per le
strade. Ogni sera passava "lu lampiunariu" che, munito di una lunga
canna, provvedeva ad accendere i pochi lampioni sistemati in alcune
vie, per spegnerli la mattina seguente quando sorgeva il sole.

Attorno al lume a petrolio ruotavano altre iniziative produttive. C'èra
chi vendeva il petrolio, chi i lumi, chi i tubi di vetro, facili a
rompersi mentre venivano puliti e quando si accendeva "lu mieccu". -"Lu
mieccu troppu luongu facìa scattari lu tubu" "- .

E comprare un nuovo tubo di vetro a quei tempi erano dolori! C'èra poi
chi aggiustava i lumi e, passando per le strade,"abbanniava: Cu sa va
conciari lu cungiegnu e lu mieccu di lu lumi. Haiu li tubi" . Altra
figura di spicco da ricordare era il venditore di petrolio:  utilizzava
i misurini di latta per vendere dieci, venti, trenta o cinquanta lire
di petrolio.

Molte persone che hanno raggiunto un diploma o una laurea hanno passato
una vita di studi sui libri, illuminati da questa fonte di luce che si
sprigionava dal lume a petrolio. A quei tempi non c'èra di meglio e di
certo non mancava la buona volontà.

Anche tanta biancheria data in dote veniva finemente ricamata la sera
alla luce del lume.  In assenza di energia elettrica, sino agli anni
sessanta il lume alimentato a petrolio era ancora in uso, cedendo il
passo successivamente a quello a gas.

Oggi tanti vecchi e preziosi lumi fanno bella mostra nei salotti e
nelle vetrine, ma non tutti sanno che per anni sono serviti ad
illuminare le nostre case e preservare la nostra vista.



di Rino C0NCIALDI

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