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Un viaggio nel cuore della meravigliosa Sicilia Barocca

Ho avuto modo di leggere questo articolo, sugli inganni che si celano
dietro la promessa nucleare, di Gianni Tamino (docente di Biologia
all’Università di Padova; membro della
Camera dei Deputati e membro del Parlamento Europeo dal 1995 al 1999,
dove ha seguito in particolare la Normativa Comunitaria in tema di
Biotecnologie. Membro del Gruppo di lavoro del Ministero delle
politiche agricole sugli OGM).
Ve lo ripropongo di seguito.

Essere contro il nucleare non significa essere a favore dell’energia fossile o del metano. Siamo per un rapporto completamente diverso tra
società ed energia, che deve partire dalla riduzione dei consumi
energetici attraverso l’eliminazione dello spreco e l’aumento
dell’efficienza energetica.
Se non parte da qui, non c’è soluzione. Non c’è dubbio che
l’esaurimento dei petrolio sia un problema, ma è un problema che hanno
creato gli stessi che ora ci propongono il nucleare; quando
denunciavamo l’assurdità di usare fonti non rinnovabili, ci
rispondevano che tanto, prima o poi, si sarebbero trovate altre
riserve, nuove fonti e si sarebbe risolto.
CHI VUOLE IL NUCLEARE CONFONDE ENERGIA ELETTRICA CON
ENERGIAL’energia elettrica è una piccola quota dell’energia che
utilizziamo.
Quasi un terzo dell’energia importata serve per produrre l’energia
elettrica, ma un terzo abbondante serve per riscaldare acqua, produrre
calore che può essere prodotto in modo conveniente, senza usare fossili
nè nucleare. Solo eliminando gli sprechi attuali nei consumi per far
raffreddamento e riscaldamento delle case avremmo un risparmio di
energia estremamente più elevato di quello che nei prossimi anni
potrebbe darci, forse, il nucleare. Lo stesso vale per il sistema
trasporti che è fra i più energivori.
La stragrande parte di energia non è elettrica, il nucleare affronta
solo la questione elettrica (che è sul 15% come consumi finali, ma i
suoi usi obbligati sono sul 12 %) che è una piccola quota dei problema.


NON E’ VERO CHE IL CICLO NUCLEARE NON PRODUCE CO2
Perchè alcuni anni fa addirittura in ambienti vicini all’ambiente si è cercato di dire che forse era meno peggio usare il nucleare? Il
ragionamento era: siccome le fonti fossili, basate sulla combustione,
producono CO2, aumentano l’effetto serra ed in questo momento i
cambiamenti climatici sono un problema molto rilevante, usiamo il
nucleare perché non produce CO2
Ma c’è un errore (a parte considerare solo l’energia elettrica): si
considera la centrale isolata dal contesto (vale anche per le fonti
rinnovabili), senza valutarne il ciclo di vita e il bilancio energetico.


Per capirci faccio un ragionamento sul solare, a cui siamo favorevoli ma di cui dobbiamo anche capire i limiti. I primi pannelli solari fotovoltaici erano sbagliati perché consumavano più energia di
quanto ne producevano, perché l’obiettivo era garantire energia nei
sistema dei satelliti: il fotovoltaico nasce come tecnologia spaziale.
Che il satellite abbia energia è fondamentale, che questa sia ottenuta
con più energia di quanto ne dà è irrilevante per chi vive dentro il
satellite.
Oggi, pur con una ricerca insufficiente dei fotovoltaico, il bilancio è
di 4 a 1, cioè consumo 1 di energia e ne ottengo 4, per cui siamo in
buone condizioni, anche se siamo sotto l’eolico, che ne dà 20 a 1 e può
molto migliorare.


IL CICLO DELL’URANIO
Vediamo ora quale è il bilancio dell’energia nucleare: dobbiamo partire dalla miniera ed arrivare all’eliminazione dei rifiuti, tenendo conto
di tutti ì consumi di energia, gli impatti ambientali, sanitari e fare
anche un conto economico.
Partiamo dalla miniera e ci rendiamo conto (basta pensare ai filmati
sul Niger) di cosa sta succedendo alle popolazioni e alle foreste
nigeriane per effetto delle miniere di uranio, quali sono i disastri
sanitari cui sono esposti i lavoratori e le popolazioni. Cose simili
sono accadute in Canada, dove peraltro si usavano tecnologie più
avanzate. L’uranio si estrae dalle rocce frantumandole nelle miniere.


Qual è la percentuale di uranio che si estrae? Se siamo fortunati lo 0,1 %, perché le miniere più ricche si sono esaurite. Ma se andiamo
sotto lo 0,05 secondo alcuni (o lo 0,02 per altri) l’energia necessaria
per tutte le fasi d’estrazione è cosi alta che la produzione di energia
elettrica della centrale non compensa l’energia usata nel ciclo
estrattivo.
Inoltre è anche economicamente non conveniente. E’ vero, di uranio ce
n’è tanto; anche di oro ce n’è tantissimo, ma l’estrazione di oro dal
mare è così costosa che nessuno la fa; lo stesso vale per l’uranio:
bisogna vedere qual è la quantità energeticamente ed economicamente
utilizzabile.


Oggi, sulla base dei dati in possesso, l’energia disponibile dall’uranio è meno della metà delle riserve di metano, che sono, più o
meno, quanto le riserve di petrolio. Se usassimo oggi tutto l’uranio,
l’esaurimento energetico arriverebbe in tempi più brevi che con il
petrolio o il metano. Va aggiunto che il valore di energia disponibile
dall’uranio è meno della metà di un millesimo dell’energia che in un
solo anno ci manda il sole.
Il sole ci manda energia tale che, se riuscissimo ad utilizzarla per un
millesimo, avremmo in un anno due volte tutta l’energia che da qui al
suo esaurimento può provenire dall’uranio. Se usassimo l’uranio come
unica fonte per le esigenze energetiche dei mondo si coprirebbe, come
tempo, un anno e mezzo. Mentre se usassimo l’energia solare, in un anno
copriremmo le esigenze energetiche dei mondo per oltre tre anni, e ne
avremmo ancora, per altri 4 miliardi di anni…


Ovvio che nessuno pretende di usare l’energia solare al 100% altrimenti la sottrarremmo alle piante. Ma la parte che utilizzano le
piante dell’energia solare che arriva è tra l’uno per mille e l’uno per
cento!
Se noi usassimo l’uno per mille, avremmo più energia rispetto ai
consumi attuali (che dobbiamo ampiamente diminuire perchè lo spreco è
alto).
E’ insufficiente la ricerca rispetto ad un utilizzo dei solare, ma
pensare che il solare sia insufficiente, quando, in un solo anno, è
enormemente di più di tutte le altre fonti insieme, è pazzesco.


NUCLEARE “CIVILE” E MILITARE
Va aggiunto che l’uranio da utilizzare è l’uranio 235, che è lo 0,7 % dei totale dell’uranio che si estrae e per usarlo devono utilizzare
quelle “centrifughe” che ci mostrano spesso, quando denunciano il
“pericolo iraniano”. Altri paesi l’avevano fatto ampiamente e si sono
muniti della bomba atomica come Israele, Sudafrica, India e Pakistan.
Anche l’Iraq l’avrebbe fatto e l’Italia aveva già iniziato a mandargli
i materiali negli anni Ottanta poi, Israele, che aveva fatto la stessa
cosa, si è messo di mezzo. Questo per ricordare che l’energia nucleare
“civile” è un sottoprodotto di quella militare.
L’Italia ha accettato, con il trattato di non proliferazione, di non
produrre il combustibile, dunque siamo totalmente dipendenti
dall’estero per il combustibile attivo, il che vuoi dire che, se non
dipendiamo più, per esempio, dallo sceicco o dal russo per il metano,
dipendiamo da chi arricchisce l’uranio. Dunque nessuna autonomia.
Torniamo alla roccia, allo 0,7 %, col problema dell’arricchimento; va
aggiunto il problema del trasferimento dell’uranio e dei passaggio fino
alla centrale.
La centrale deve essere costruita e consuma energia e se non dura almeno i 35 anni previsti non tornano i conti.


IL REFERENDUM E’ ARRIVATO A NUCLEARE GIA’ FALLITO
Dicono che è colpa dei referendum dei 1987 se sì è persa una quantità enorme di energia. Ma nel 1986 la centrale di Caorso era già chiusa,
non era in grado di funzionare, la centrale dei Garigliano non era mai
entrata in funzione, ma ha consumato un sacco di energia producendo un
sacco di radioattività nella zona. Di fatto con il referendum abbiamo
sancito il fallimento dell’avventura nucleare italiana che ha consumato
più energia di quella prodotta.
Inoltre abbiamo collaborato con la Francia per il Superphoenix, che è
stato un fallimento e costruito il Pec del Brasimone e l’impianto di
Latina: potete capire lo spreco che abbiamo fatto e riproporre oggi un
avventura dei genere vuoi dire ignorare il fallimento italiano. Abbiamo
chiuso un sistema antieconomico e non abbiamo perso alcuna opportunità.


IL FALSO RISPARMIO DEL NUCLEARE
La centrale nucleare ha costì enormi e tempi lunghissimi. Per la centrale in costruzione in Finlandia i tempi si stanno dilatando e i
costi stanno più che raddoppiando. In ogni caso sono tempi e costi ben
più ampi di quelli annunciati dal governo italiano. Se non ci riescono
i finlandesi, non si capisce come dovrebbe riuscirci il governo
italiano, che ha già fallito.
Se si valutano i costi reali di una centrale si vede che anche il mito
dei risparmio dei nucleare è una falsità. Se la centrale non dura 35
anni è un fallimento e dobbiamo aggiungere i costi dello
smantellamento. L’unico esempio di smantellamento è in America ed è
costato il doppio della costruzione: i lavoratori che devono
smantellare un impianto così pericoloso devono fare in fretta, lavorare
una giornata e poi avere ampi periodi di sosta per cercare di tutelare
la loro salute. L’UE, per smantellare una centrale in Lituania ha
previsto costi doppi della costruzione.


SE E’ COSI’ ANTIECONOMICO PERCHE’ VIENE PROPOSTO?
A parte alcuni che vogliono costruirsi una bomba o che vogliono sostituire impianti esistenti – vedi la Francia – nel mondo oggi
nessuno propone più il nucleare. La Germania ha scelto che le centrali
che sì esauriscono non vengano sostituite. In Asia è stata annunciata,
a gennaio, la decisione di chiudere in anticipo una centrale perché non
aveva senso continuare a mantenerla attiva, e non si è deciso la
costruzione di nuovi impiantì. Quindi in Europa, salvo la Finlandia e
una ipotesi in Francia, non si sta assistendo a nessuna scelta di
questo tipo. In America non si stanno proponendo nuove centrali dal
1979.


Quelle che sono state costruite erano già in programma; Bush aveva provato a dare degli incentivi a chi voleva costruirne, nessuno li ha
chiesti e Obama li ha eliminati ricordando i costi enormi dei deposito
dei rifiuti nucleari. Nessuno al mondo ne ha mai realizzati. Gli unici
al mondo che ci stanno provando sono gli Stati Uniti con enormi
difficoltà, pur avendo deserti e luoghi molto più idonei dei nostri.
Alle condizioni attuali, l’uranio, per alimentare le centrali
esistenti, durerà meno di petrolio e metano e, se costruiamo centrali
in più, si esaurirà ancora prima.
Dal punto di vista energetico, il bilancio è negativo: quanto costa
tenere, per migliaia di anni, i depositi di rifiuti? C’è un enorme
consumo di energia non elettrica (che oggi è fossile) in tutte le fasi
(dall’estrazione nelle miniere, allo smantellamento delle centrali) e
il deposito scorie.
Perciò, che il nucleare riduca l’emissione di CO2, vale per la
centrale, ma se si valutano tutta l’energia utilizzata, dalla miniera
al deposito dei rifiuti, non si può certo dire che una centrale
nucleare produce il 50% in meno di emissioni di una centrale a fossili.
Più il tenore in uranio nelle rocce diminuisce e aumentano i sistemi di
sicurezza, la produzione di CO2 si avvicina a quella di una centrale
classica.
Se oggi decido una centrale nucleare, ci vogliono dai 12 ai 15 anni
come minino perché entri in funzione (non siamo certo più bravi degli
altri) e, in tutta questa fase, usiamo energia fossile che aumenta la
CO 2. L’emissione di CO2 eventualmente risparmiata, ci sarà non prima
di 35 anni, ma il problema dei cambiamenti climatici deve essere
risolto molto prima.


L’AFFARE NUCLEARE ALL’EST
Costruire centrali oggi sarebbe un fallimento economico, sanitario, energetico e dal punto di vista delle emissioni di CO2. Allora perché
qualcuno propone di farlo? L’Enel possiede più di 6 centrali nucleari:
2 in Slovacchia, 4 in Spagna e una partecipazione in Francia. L’accordo
tra Francia e Italia è una sorta di pour-parler tra due capi di stato
per fare gli interessi di due aziende private. li vero business è
realizzarne qualcuna anche in Italia, ma soprattutto nuove centrali nei
paesi dell’Est in sostituzione delle vecchie centrali tipo
Cernobyl,come quelle dell’Enel in Slovacchia e altre nuove centrali per
Serbia e Albania: lì non hanno nessun tipo di controllo, mancano le
strutture idonee. Realizzarlo lì è follia totale. Ci dobbiamo opporre
alle centr-ali nucleari dovunque, non solo nel nostro territorio.


A CERNOBYL NON E’ FINITA
Il problema di Cernobyl andrà avanti per decenni perché non è certo risolto. Avete visto i bambini che giungono da quei luoghi e sappiamo
le migliaia di morti: la AIEA, che è pro-nucleare, conferma che finora
1800 bambini sono stati colpiti da cancro alla tiroide). La centrale
sta sprofondando e rischia di creare disastri ben maggiori, il
sarcofago entro 190 anni non terrà più, dovrà essere fatto
qualcos’altro, ma i costi sono pazzeschi e nessuno vuote intervenire.


I “NORMALI” INCIDENTI IN FRANCIA
Ma parliamo anche della normale attività: ricorderete l’incidente in Francia l’anno scorso a Tricastin. Io ero casualmente là e l’impresa
francese disse non era successo niente, in realtà si trattava di una
quantità enorme di acqua contaminata da uranio radioattivo: dopo 20
giorni l’Ente di controllo francese ha chiuso l’impianto. Noi dovremmo
costruire con una società che nega i pericoli di fronte all’evidenza.


IN QUALI SITI?
Per essere raffreddata, una centrale nucleare da 1.600 megawatt ha un bisogno d’acqua enormemente maggiore di un centrale termoelettrica. Con
la siccità dei 2008 bisognava decidere se usare l’acqua per le centrali
idroelettriche o per l’agricoltura.
Se ci fossero state centrali nucleari sul Po, avremmo dovuto chiuderle,
con un costo economico e un rischio ambientale enormi: le operazioni
più rilevanti per una centrale nucleare sono spegnere e accendere. Una
persona che non sia folle non proporrebbe mai di costruire una centrale
nucleare in un posto con tali potenziali condizioni di siccità. In
Italia probabilmente le centrali si possono costruire solo sul mare;
vedo solo o il delta Po o sul mare, tipo Montalto (sito già approvato).


LA FRANCIA SVENDE L’ENERGIA
I filo-nucleari dicono che abbiamo un costo dell’energia elettrica molto più alta dei francesi; è sia vero che falso. Il costo
dell’energia elettrica italiana è dovuto all’inadeguatezza dei nostro
sistema elettrico in particolare delle nostre linee: abbiamo linee che
hanno uno spreco del 12, 13 % nel trasferimento dell’energia elettrica.
Importiamo energia elettrica dalla Francia perchè le centrali nucleari
sono “rigide” producono energia anche quando non serve; perciò di notte
ce la vendono sotto-costo. Il cosiddetto basso costo dei nucleare
francese è un sottoprodotto dei nucleare militare, la “force de frappe”
voluta dal gen. De Gaulle.
L’Italia, con i bacini idroelettrici, ha maggiore flessibilità,
possiamo modulare la produzione, e ci conviene importare l’energia
elettrica quando è “buttata via”.
Non si dice però che anche noi esportiamo energia elettrica alla
Francia. L’Italia ha una potenza superiore al consumo di punta, ed è in
grado di fronteggiare la domanda. La Francia invece produce molta
energia elettrica ma è vulnerabile nel picco. la Francia ha imposto a
molte aziende il riscaldamento con energia elettrica e, in un inverno
freddo come quest’anno, non è stata in grado di coprire il suo
fabbisogno, sono intervenute Germania e Italia.


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